“L’Ultima Vendetta” – la recensione in anteprima del nuovo film con Liam Neeson

“L’Ultima Vendetta” – la recensione in anteprima del nuovo film con Liam Neeson
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Puntuale come ogni anno, Liam Neeson torna al cinema con il suo cavallo di battaglia, un thriller di vendetta! Sembra ieri che partiva per Parigi alla ricerca di sua figlia, sterminando un’intera comunità.
Dopo 16 anni, però, la Francia è un lontano ricordo e l’attore nord-irlandese torna nella sua terra natia per un film – “L’Ultima Vendetta” – che ci trasporta indietro, fino ad uno dei periodi più bui dell’isola.

Oggi, mercoledì 17 luglio, uscirà nei cinema L’Ultima Vendetta, il tradizionale film action con Liam Neeson che ormai scandisce gli ultimi 16 anni della mia vita. L’attore nord-irlandese si può considerare come il fulcro di un genere diventato ormai canonico nella storia recente del cinema.

Il film diretto da Robert Lorentz – dal nome molto più evocativo in originale (In the Land of Saints and Sinners) – ha molte analogie con gli stilemi classici delle pellicole di Clint Eastwood, e non a caso il regista è stata la spalla di alcune delle pellicole più iconiche dell’attore-regista californiano.

Arrivato a 72 anni Liam Neeson sa che può permettersi di fare quello che più gli piace e questa pellicola ne è la dimostrazione, grazie soprattutto al suo ritorno a casa, che ci offre la possibilità di godere di un’interpretazione dalle fortissime connotazioni irlandesi (per questo consiglio la visione in lingua originale).

Ma capiamo assieme se questa pellicola si potrà annoverare tra i film simbolo di questo genere neeson-centrico, o se si è persa la retta via dopo anni di esaltazione omicida.

Tra IRA e sicari

Belfast, 1974. La storia inizia nella futura capitale dell’Irlanda del Nord dove, in un pub, avviene un’attentato a sfondo terroristico rivendicato dall’IRA. Il gruppo autore della strage scappa nella contea dimenticata (la più a nord dell’Irlanda, che – guardando le cartine – può essere confusa con l’Irlanda del Nord): il Donegal.

Stacco.

Siamo a Gleann Cholm Cille (guarda caso la città dove il gruppo si è rifugiato), e troviamo il nostro protagonista, quel Finbar Murphy interpretato da Liam Neeson che a prima vista sembra il cittadino modello: pensionato, amico di tutti e, soprattutto, del comandante di polizia, con cui passa parecchio tempo a sparare ai barattoli. Un uomo che nasconde in realtà un segreto.

In realtà è un sicario su commissione estremamente bravo nel suo lavoro che, come segno di espiazione, pianta un abete sopra ogni uomo che ha assassinato. Nel suo ultimo omicidio, tuttavia, succede qualcosa: le parole della persona che stava per ammazzare cambiano qualcosa in lui e Finbar prende la decisione di andare in pensione per vivere l’ultima parte della sua vita aiutando gli altri.

Questo suo proposito dura poco poiché, per proteggere la titolare del pub, commetterà l’omicidio sbagliato, che porterà sulla sua strada il gruppo di terroristi dell’IRA scappati da Belfast. Da qui un turbinio di azione e rivelazioni che indurranno il nostro protagonista ad affrontare il suo destino.

Pecore, birra e bingo

La pellicola segue gli stilemi classici dei film di vendetta, ma avere come protagonista Liam Neeson migliora tutto. È palese come l’attore nord-irlandese si senta infatti a suo agio nelle sue terre e all’interno del suo genere preferito. Un mix che sembra quasi ringiovanirlo, regalandoci una performance di assoluto livello da parte sua.

Ottima l’accuratezza storica e la resa del territorio, che dà un valore aggiunto a tutto il film. La forte connotazione della location porta infatti lo spettatore ad immedesimarsi in tutti coloro che incontra lungo la pellicola, trasportato in un mondo che quasi non c’è più.

Un applauso anche al regista, che riesce a creare una storia mai banale nonostante l’altissimo rischio, dato il presupposto di genere. Ma la vicinanza con Clint Eastwood è stata sicuramente un fattore determinante per Lorentz.

Unico neo (ma sono finezze), il non essere stati attenti alle location nella sua totalità. Come i cartelli stradali, che riportavano città e distanze che non sarebbero potute esserci lì. Un errore comunque insignificante, nella totalità della pellicola.

Una ricorrenza che non può smettere

Per gli amanti del genere, questa è sicuramente una pellicola da non perdere.

La regia è decisamente sopra il livello medio e gli attori coinvolti – a partire da Liam Neeson — hanno compiuto un lavoro eccellente, sia per quanto riguarda la caratterizzazione dei personaggi, sia per il recitato puro. Tanto da elevare la pellicola a piccola chicca estiva.

La scelta di ambientare il film in Irlanda offre la possibilità di osservare questo luogo fuori dal tempo, dove molti personaggi presentano sogni e disillusioni che rendono il tutto ancora più intenso, facendo desiderare allo spettatore di conoscere maggiormente la vita di chi stanno guardando.

Una pellicola che, senza dubbio, offre nuova linfa vitale ad un genere ormai neesoncentrico, grazie al quale tutti gli appassionati aspettano solo che esca una nuova pellicola sperando che l’attore non decida di appendere il fucile al chiodo.

L’Ultima Vendetta è senza dubbio una pellicola da godersi al cinema. Magari in compagnia di un amico, per poter uscire assieme gasati dalla sala con la voglia di recarsi in Donegal.

Buona visione!

a cura di
Andrea Munaretto

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Andrea Munaretto

Nato nell'84 e fin da quando avevo 4 anni la macchina fotografica è diventata un'estensione della mia mano destra. Appassionato di Viaggi, Musica e Fotografia; dopo aver visitato mezzo mondo adesso faccio foto a concerti ed eventi musicali (perché se cantassi non mi ascolterebbe nessuno) e recensisco le pellicole cinematografiche esprimendo il mio pensiero come il famoso filtro blu di Schopenhauer

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