Placebo – Ippodromo delle Capannelle, Roma – 8 luglio 2024

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Prosegue il tour italiano dei Placebo, che fanno tappa all’Ippodromo delle Capannelle per Rock in Roma, nella loro penultima data nello stivale. 

Quello dei Placebo a Rock in Roma era un live carico di attesa e aspettative, per me non era solo uno dei concerti che avrei fotografato questa estate ma IL concerto in assoluto, quello che più di tutti ci tenevo a fotografare e vedere. 

Sono arrivata quindi in anticipo all’Ippodromo e come me, tanti erano i fan già in coda per entrare, nonostante il caldo torrido di Roma in questo periodo. Tanti, non tantissimi come mi sarei aspettata ma abbastanza da far cambiare location per lo show e spostarlo al palco più grande. 

Mi soffermo ad osservare le persone, mentre attendo che apra il botteghino per ritirare il mio pass e penso che i fan dei Placebo sono proprio belli. Sarò di parte forse, perché sono una di loro, ma c’era un entusiasmo composto che raramente mi capita di vedere.  La maggior parte delle persone avrà avuto più o meno la mia età ma c’erano anche ragazzi molto giovani e la cosa che mi piace sempre un sacco, genitori con piccolissimi fan. 

L’energia dei Peaks! scalda il pubblico in attesa dei Placebo

L’apertura del live è affidata all’energia dei Peaks!, duo torinese composto da Luca Del Fiore e Lorenzo Mazzucchi, che da qualche anno sta attirando l’attenzione del pubblico internazionale con un sound riconducibile al rock alternativo con un sacco di influenze: emo, pop/punk, rock, elettronica. Sono coinvolgenti, lanciano messaggi sociali tra un brano e l’altro e caricano il pubblico con il loro entusiasmo contagioso. 

In tasca i cellulari

Prima dell’inizio del concerto sul maxi schermo, il messaggio per i fan, che invita a non utilizzare i cellulari durante il live per godere appieno della performance e non disturbare gli altri. Un messaggio divisorio, che se da un lato è del tutto comprensibile, dall’altro porta a chiedersi se, in un’epoca in cui è tutto condiviso, sia questa davvero un’intenzione realizzabile, tanto che qualcuno non resiste e fa ogni tanto dei video. Probabilmente, come in tutte le cose, una giusta via di mezzo sarebbe la soluzione. 

“Cari fan dei Placebo.
Vorrei chiedervi gentilmente di NON passare il vostro tempo facendo video coi vostri telefoni durante il concerto.
Questo rende la performance dei Placebo molto più complicata.
Rende più complicato connetterci con voi e comunicare efficacemente le emozioni delle nostre canzoni.
In più è una mancanza di rispetto nei confronti degli altri spettatori che vogliono guardare lo spettacolo, non il retro del vostro telefono.
Per favore, siate qui e ora, nel presente e godetevi il momento.
Perché questo esatto momento è unico e non si ripeterà.
Il nostro obiettivo è di creare unione e trascendenza.
Per favore aiutateci in questa missione.
Con rispetto e amore.
Pace. Namaste.”

La bellezza della musica suonata

Giusto il tempo del cambio palco, che consente agli ultimi ritardatari di raggiungere una platea già gremita di gente, ed ecco che alle 21:45 circa risuona il riff inconfondibile di Taste in Man che cattura immediatamente l’attenzione di tutti e da il via allo show. 

Il live prosegue in modo abbastanza serrato, poche chiacchiere e zero pause tra un brano e l’altro e poche sequenze: la musica è regina assoluta del palco e gli strumenti sono suonati dal vivo, Brian Molko e Stefan Olsdal sono concentrati e affiatati tra loro e con il pubblico e nonostante le poche chiacchiere si avverte una sintonia speciale. 

I musicisti alternano molto gli strumenti, lo stesso Osland ha più volte sostituito il basso con la chitarra e con il piano in Too Many Friends, il tastierista ha suonato anche il basso e la tastierista, unica donna della band, in più di un’occasione ha imbracciato anche il violino. 

Tutto appare molto semplice, diretto, autentico. Anche la scenografia sul maxischermo e i sui ledwall laterali si limita a riprendere in modo a volte distorto e pixellato, quello che avviene sul palco. Niente di più niente di meno che un racconto fedele. 

Ma a questa semplicità fa eco un live carico di emozioni, perché i Placebo trasmettono senza bisogno di strafare, senza sforzi o inutili eccessi. E’ una di quelle band iconiche della cultura Rock Alternative, con cui tanti di noi sono cresciuti e che quindi si aspettava di ascoltare pezzi cult che purtroppo la band ha deciso di non eseguire. Pezzi storici come Special Needs, Special K, Bosco o Wihout you I’m nothing, sono stati grandi assenti della serata mentre si è deciso di dare più risalto agli ultimi album. 

Un concerto memorabile

Nonostante questo il live è piaciuto, sono una di quelli che ha messo in tasca il cellulare e mi sono immersa totalmente nella musica, devo ammettere, come non mi capitava da tempo.  Ho riflettuto sulla sua potenza nel creare connessioni e nella capacità unica di cristallizzare emozioni. 

Brian Molko ha confermato di essere un performer di grande carisma. La sua voce, unica e inconfondibile, ha trasportato il pubblico attraverso un viaggio emotivo. Anche Stefan Olsdal, ha impressionato per la sua abilità tecnica e la sua energia contagiosa.

La band ha saputo creare un’esperienza sonora avvolgente, con arrangiamenti musicali che hanno esaltato la complessità e la profondità delle loro canzoni. Le chitarre distorte, i bassi pulsanti e le percussioni incalzanti si sono combinati perfettamente, regalando una performance indimenticabile.

Il concerto dei Placebo a Rock in Roma è stato molto più di una semplice esibizione; è stato un momento di connessione tra la band e i suoi fan, un’occasione per celebrare insieme la musica che ha segnato intere generazioni. Con una performance carica di energia, emozioni e passione, i Placebo hanno confermato ancora una volta il loro status di icone del rock alternativo.

E pazienza se non ho potuto cantare a squarciagola “I love you more than any man!!!” o se non avrò un video in più nel telefono. Sicuramente, nonostante o forse proprio per questo, sarà uno di quei live che non dimenticherò. 

La scaletta
  1. Taste in Man
  2. Beautiful James
  3. Scene of the Crime
  4. Happy Birthday
  5. Bionic
  6. Spies
  7. Soulmates
  8. Evey You Every Me
  9. Sad White Reggae
  10. Try Better Next Time
  11. Too Many Friends
  12. Went Missing
  13. For What Its Worth
  14. Slave To The Wage
  15. Song 2 Say
  16. Bitter End
  17. Nancy Boy
  18. Infra Red
  19. Running Up That Hill

a cura di
Gabriella Vaghini

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