Il Cinema Ritrovato, giorno 7 – da Paradžanov a De Palma

Il Cinema Ritrovato, giorno 7 – da Paradžanov a De Palma
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Arrivati al settimo giorno de Il Cinema Ritrovato, continuano ad essere proiettati in sala grandi capolavori. In questo articolo troverete un resoconto della giornata di venerdì 28 giugno, da Paradžanov a De Palma.

Anche la giornata di venerdì 28 giugno ha riservato grandi emozioni a tutti i partecipanti de Il Cinema Ritrovato. E, dopo essermi scervellata a lungo alla ricerca di un tema comune nei film che ho visto, sono tristemente giunta alla conclusione che non esiste. Allo stesso tempo, però, questo significa che la selezione che vi propongo oggi è piuttosto variegata, come la programmazione stessa del Festival!

La mia giornata si è infatti aperta con la visione di un capolavoro del regista ucraino Sergej Paradžanov, Tini Zabutykh Predkiv. Penso – e non credo di esagerare – una delle pellicole più sorprendenti selezionate quest’anno. 

Successivamente, ho avuto il piacere di godermi sul grande schermo Sedotta e abbandonata del nostro Pietro Germi. Nei giorni precedenti avevo già incontrato la filmografia del regista con Divorzio all’italiana, ragion per cui avevo aspettative piuttosto alte sul film. State tranquilli, non sono rimasta delusa!

Nel tardo pomeriggio ho invece prenotato Body Double di Brian De Palma, un thriller coinvolgente che è riuscito a mantenere viva la mia attenzione, nonostante venissi direttamente da un’altra proiezione. 

Piccola confessione: la sera sarei dovuta essere in Piazza Maggiore a godere del restauro di Shichinin no samurai di Akira Kurosawa. Sfortunatamente, non sono riuscita ad andare, tuttavia ho buone notizie per voi! Il mio collega Francesco Pasquinelli ha fornito un resoconto dettagliato dell’opera, che troverete in questo articolo!

“Tini Zabutykh Predkiv”, 1966 (96’)

Cinema Modernissimo, ore 11.00.
Essendo rimasta positivamente colpita da Peršyj parubok/Pervyi paren’, ho deciso di prenotare un altro film di Paradžanov. Se il primo che avevo visto mi aveva incuriosito, questo mi ha fatto gridare al “capolavoro!”. Dunque, complimenti a Il Cinema Ritrovato per questa selezione. 

Tini Zabutykh Predkiv (Le ombre degli avi dimenticati), è una pellicola del 1966, tratta dall’omonimo romanzo di Mychajlo Kocjubyns’kyi. Il suo restauro (voluto fra tutti anche da Martin Scorsese) ha comportato una vera e propria collaborazione internazionale e, infatti, ha una sua rilevanza anche sul piano simbolico. Paradžanov è stato un grande regista ucraino e, considerata la guerra attualmente in corso, questa retrospettiva sulle sue opere è particolarmente rilevante. Come ci ha ricordato nell’introduzione Olena Honcharuk, direttrice della cineteca di Kiev, il contributo di tutte le parti coinvolte è stato fondamentale. I negativi originali dei film di questo regista sono infatti conservati a Mosca e, di conseguenza, inaccessibili ai restauratori ucraini.  

Tini Zabutykh Predkiv è un’opera visionaria che tocca le corde emotive più profonde dello spettatore. Si tratta anche dell’ultima opera di Paradžanov prima dell’arresto per atteggiamenti sovversivi e per la sua omosessualità. Non voglio dirvi troppo sul film per non rovinarvi l’esperienza della sua prima visione, però ci tengo a lasciarvi con una piccola riflessione sul regista. 

Paradžanov non è mai stato un artista politico, bensì una persona costretta a prendere posizioni politiche. All’epoca del suo arresto, molte voci autorevoli del mondo dell’arte – tra cui il nostro Fellini – si fecero sentire in favore di una sua liberazione. Effettivamente, Paradžanov venne rilasciato nel 1977, ma – e questo dettaglio mi ha veramente sconvolta – è stato scagionato dalle accuse solo nel 2024. 

“Sedotta e abbandonata”, 1964 (123’)

Cinema Europa, ore 15.15. In attesa di entrare in sala, sto ripensando a quanto mi sia piaciuto Divorzio all’italiana. Mentre mi accomodo nella mia poltrona, tengo le dita incrociate nella speranza che Sedotta e abbandonata mi riconfermi la grandezza di Pietro Germi. Spoiler: sono uscita sorridente dalla sala!

Girata tre anni dopo Divorzio all’italiana, Sedotta e abbandonata è un’altra commedia siciliana. Nonostante l’origine genovese, Germi ha sempre mostrato una particolare fascinazione per la Sicilia, riuscendone a cogliere gli aspetti più contrastanti. O, almeno, così sostengono i comici Ficarra e Picone, che ci hanno sorpreso con un videomessaggio prima della proiezione. 

In questo film – così come nel precedente – l’ambiente in cui si svolgono le vicende appare lontano e arretrato. In questo scenario, le reazioni dei corpi dei personaggi, sconvolti dalla lussuria e dalla rabbia, raggiungono un livello di estrema saturazione

Lo stile di Germi potrebbe essere definito come “espressionismo comico”, dal momento che le scelte di regia drammatizzano quello che, sostanzialmente, sarebbe un film comico-grottesco. Non a caso, una fonte d’ispirazione sono i disegni di Goya! Di particolare rilevanza è anche il taglio fotografico delle inquadrature, con una particolare attenzione all’uso della luce. Per citare Martin Scorsese, i film di Germi sono: “alcune delle più belle fotografie della storia del cinema”. 

“Body Double”, 1984 (114’)

Cinema Europa, ore 17.45. Come avrete capito leggendo il luogo e l’ora, non ho fatto altro che uscire e rientrare nella sala. Ammetto di aver provato un po’ di preoccupazione all’idea di vedere due film di seguito, ma, fortunatamente,  Body Double (Omicidio a luci rosse) è riuscito a coinvolgermi dal primo fotogramma. Non so cos’altro mi potessi aspettare da un film di Brian De Palma!

La pellicola vede infatti come protagonista l’attore claustrofobico Jake Scully (Craig Wasson), che si trova invischiato in un omicidio in cui il confine tra realtà e finzione è totalmente invisibile. L’opera presenta anche diversi riferimenti ad Hitchcock e, in particolare, a La donna che visse due volte

Il restauro del film – come ci ha spiegato Grover Crisp, responsabile degli archivi della Columbia Pictures – è dovuto al centesimo anniversario della casa di produzione, che Il Cinema Ritrovato ha voluto omaggiare. De Palma realizzò per la Columbia altre due pellicole oltre a questa: Obsession e Casualties of war. 

Vale anche la pena menzionare che la maggior parte delle location visibili nel film sono rimaste completamente identiche. Per capirci meglio, il film girato dentro alla pellicola mostra gli studi della Warner Bros., oppure il centro commerciale di Beverly Hills, dove avviene un inseguimento, ad oggi svolge la stessa funzione. 

“Shichinin no samurai”, 1954 (207’)

Piazza Maggiore, ore 21.45. Ok, mi avete beccata. Come vi avevo anticipato, purtroppo non sono riuscita ad essere presente a questa proiezione, ma ci sembrava comunque giusto riportarvi un paio di nozioni su quest’opera enorme. 

Shichinin no samurai (I sette samurai) di Akira Kurosawa (grande ammiratore di John Ford, già proiettato in piazza in apertura al Festival) è un film molto influente per il cinema e la fotografia in Europa e nel mondo. La pellicola fa il suo debutto nel 1954, un grande anno per il cinema giapponese dal momento che venne rilasciato anche Gojira (Godzilla). Per la sua realizzazione, Kurosawa chiese una quota esorbitante alla Toho che, nonostante le titubanze, decise di accettare. Mai decisione si rivelò essere più giusta. 

Il restauro del film, ad opera di Toho Archives, celebra i settant’anni dalla sua prima uscita. Evidentemente le emozioni dovevano essere alle stelle perché, a quanto pare, il regista Pietro Marcello ebbe un piccolo svenimento durante l’introduzione!

A domani con altre notizie da Il Cinema Ritrovato. 

a cura di
Claudia Camarda

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