Il film indipendente “Il meglio di te”, diretto da Fabrizio Maria Cortese con Maria Grazia Cucinotta e Vincent Riotta, racconta al pubblico dell’importanza della comunicazione e del perdono, rispondendo alla domanda esistenziale: “Cosa lascio in eredità spirituale a chi amo?”.
Prodotto da Orange Pictures, Golden Hour Film, Sirio Studios con Rai Cinema, Il meglio di te sarà trasmesso in prima visione mercoledì 3 aprile. Il film si avvale di un cast appassionato, con la partecipazione straordinaria della musica di Giusy Ferreri, che propone al pubblico un brano molto profondo sul perdono.
“Cosa lascio?”
E’ questo su cui si focalizza Antonio (Vincent Riotta) quando non gli rimane più nulla. Nemmeno la vita, lentamente prosciugata da una malattia terminale: l’uomo, il cui successo lavorativo fungeva da pilastro, si trova a dover fare i conti con la sua eredità terrena spirituale e a porsi delle domande sull’amore e sulle relazioni.
“Il meglio di te”
Ma torniamo indietro di qualche tempo, quando il brillante e dedito al lavoro Antonio e la splendida Nicole vivono una storia d’amore meravigliosa, interrotta – come spesso accade – da una brusca separazione, resa necessaria dalle leggerezze di lui. La quale lascia la donna piena di rabbia e rancore, desiderosa di tracciare un brusco confine tra la vita conosciuta fino a quel momento e una nuova da costruire.
Tuttavia il destino ha altri piani.
Antonio scopre una malattia che rende inevitabile l’interfacciarsi con le sue più intime paure e le responsabilità affettive verso la famiglia, le donne che a suo modo ha amato e l’amore della sua vita che ha perduto.
La conferenza stampa
La Sala degli Arazzi della sede Rai ha ospitato ieri mattina la conferenza stampa del film, dove il regista Fabrizio Maria Cortese ha condiviso gli arbori di questo progetto
“Il soggetto del film ha un carattere fortemente autobiografico: qualche anno fa mio padre gravemente malato mi chiamò di notte per chiedermi come stessi e per dirmi che si sentiva molto meglio. Voleva tranquillizzarmi e infatti andai a dormire sereno.
Il giorno dopo mia madre mi chiamò per farmi sapere che era morto. Questa esperienza personale mi è rimasta dentro e ho pensato di scrivere di questa voglia di sentirsi forte.Una volta scritta la sceneggiatura, la cosa più importante è stata comunicare il messaggio che mi sarebbe piaciuto condividere con gli attori, che – devo ammettere – sono entrati immediatamente nei personaggi.”
Fabrizio Maria Cortese

Maria Grazia Cucinotta interpreta Nicole e, con la sua interpretazione, ci consente di entrare nel suo personaggio.
Con la scoperta della malattia del suo primo amore, infatti, la donna è costretta a tornare in un territorio che ha abbandonato: a scegliere di gestire il dolore lasciando tutto e cancellando totalmente il passato, trasferendosi ed iniziando una nuova relazione con un’altra persona, Simone (Simone Montedoro). Ma la nuova vita è da lei vissuta a metà, costellata da rabbia e rancore per non aver perdonato il comportamento di Antonio.
“Nicole torna e capisce l’importanza del perdono: non perdonare nuoce solo ed esclusivamente a te stessa ed è una prigione che non ti permette di essere libera di amare.”
Maria Grazia Cucinotta
Grazie al suo personaggio, Maria Grazia si autoanalizza e ci racconta che una volta tornata a casa dalla Basilicata (dove è stato girato il film), ha deciso di fare tante telefonate alle persone importanti della sua vita.
“Non è tanto il non perdonare quanto il non parlare. L’assenza di confronto rappresenta il vero problema.”
Maria Grazia Cucinotta
Antonio, invece, che tipo di uomo è?
A questo interrogativo risponde l’interprete Vincent Riotta:
“Antonio è un uomo che ha avuto tutto dalla vita e lo perde per la sua arroganza. Solo quando viene messo con le spalle al muro dal destino si guarderà dentro e si chiederà: “Cosa ti lascio?”. Ovviamente l’amore. Che è l’unica cosa che l’essere umano ha e che conta davvero.”
Vincent Riotta
Dopotutto, come dice Antonio in una scena del film, “il tempo che mi manca non è quello che ho davanti, ma quello che ho perso.”
Interpretata da Anita Kravos, c’è poi la sorella di Antonio, Paola, una persona che vive le relazioni in modo immaturo, idealizzandole nel bene e nel male. Facendosi portavoce di una donna costretta a porsi domande troppo dolorose, l’attrice afferma: “Pensavamo di imparare a morire invece abbiamo imparato a vivere.”
Un’altra donna importante nella vita dell’uomo è Sara (Dafne Scoccia) una giovanissima madre molto legata a lui per averle “salvato la vita”. Quest’ultima prova per il protagonista un amore profondo ma non ricambiato. Si pone così in contrasto con Nicole, per cui nutre dapprima gelosia ed empatia poi, arrendendosi all’idea che sarà per sempre lei l’amore della vita di Antonio.
“Il suo amore? Quello è sempre stata roba tua.”
Dafne Scoccia
Un film sulla fine e sull’inizio di tutto
Il meglio di te ci parla del destino, che giunge prepotente come mezzo per arrivare a rispondere effettivamente alla domanda più difficile di tutte: “Cosa lascio? Come vivo questa esperienza?”. E lo sviluppa con una testimonianza salvifica di amore e di perdono che permette di mettere le cose a posto e di liberare i protagonisti, permettendo loro di vivere con pienezza e significato il tempo concessogli.
a cura di
Michela Besacchi
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