Giancane – Locomotiv Club, Bologna – 9 marzo 2024

Giancane – Locomotiv Club, Bologna – 9 marzo 2024
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Giancane rievoca, con una veste volutamente e accidentalmente lo-fi, gli esordi del suo progetto artistico al Locomotiv Club di Bologna.

Giancane dà inizio al concerto con il brano “Ma tu no”, accompagnato al basso solo da Guglielmo Nodari e da qualche aneddoto sull’incontro con i vari membri della band. Poco dopo, arriva Alessio Lucchesi alla seconda chitarra per suonare “Pecora”, altro brano contenuto all’interno del festeggiato EP “Carne”. Per il terzo pezzo della scaletta, “La vita”, arriva il resto della band riportando il sound del concerto ai tempi più recenti.

La matrice country e hard rock di Giancane, nonostante le varie sperimentazioni che attraversano la sua discografia, rimane sempre ben evidente. Anche quando, a metà esibizione, il concerto si apre ai dischi pubblicati negli ultimi anni, con sonorità più dance pop, le influenze del cantautore romano non passano mai del tutto in secondo piano. “Limone” e “Non dormo più” fanno da ottimo anello di congiunzione tra le parti del live rappresentando al meglio lo sviluppo graduale della composizione dell’artista.

Le esibizioni di Giancane, ormai si sa, sono la perfetta unione tra ilarità e qualità performativa. Durante il corso della serata, ci sono stati degli errori che non hanno di certo rimesso in discussione la sua abilità come musicista e autore. Durante i suoi spettacoli, sembra di assistere a delle prove in saletta, con annessi momenti di “cazzeggio” e improvvisazioni. Se questa sensazione comporta delle imperfezioni, che ben vengano.

Questa atmosfera viene interrotta bruscamente da “Papà Francesco”. Dopo il racconto delle vicissitudini e delle discussioni sul suo inserimento in scaletta, il pezzo stravolge sia il “tono” del live sia la prospettiva dei fan sull’immagine di Giancane. Dal vivo, l’impatto del testo personale e intimo, tratto da “Tutto male”, risulta molto più violento. Nel giro di pochi minuti, “Come stai” riprende in mano la situazione con le sensazioni precedenti.

L’esecuzione dei singoli più popolari come “Disagio”, “Vecchi di merda” o “Ipocondria” si conclude con l’intervento di Auroro Borealo in “Uomo”. La sua visita è breve e gradita e l’assonanza tra le attitudini artistiche dei due autori è ben evidente. (Se fosse necessario dirlo, ovviamente, Auroro ha fatto stage diving). La chiusura si abbandona al miglior trash del panorama musicale nazionale con i cavalli di battaglia dei vari componenti della band. Arrivano: la trap con “Sarni”, la cover di “Dragostea din tei” e l’immancabile “momento Lucchesi” con “L’amour toujours” e tanto di dedica a Gigione.

Giancane, in ogni suo tour, regala mille sfumature diverse. Il suo eclettismo spontaneo deriva da un evidente passione che accompagna lui e i suoi compagni sul palco. Nessun comportamento o suono è forzato, ogni sua nota o azione è mossa dall’intento di divertirsi e divertire rendendolo uno dei migliori performer dell’”indie” italiano.

a cura di
Lucia Tamburello

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Lucia Tamburello

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