I torinesi We Are Waves proseguono nel loro tour e pubblicano in vinile l’ultimo lavoro, “Cave”, che ha avuto ottimi riscontri da pubblico e critica. Abbiamo rivolto loro qualche domanda per capire meglio la natura dell’operazione
Raccontateci come nasce l’operazione legata al vinile di “Cave”
È un progetto che desideravamo realizzare da tempo. Un omaggio ai nostri fan più devoti e ai collezionisti del genere, sparsi in tutto il mondo, che avevano già esaurito le copie di “Hold”.
Secondo la vostra esperienza, è più produttiva la vendita dei vinili e del merchandising via store digitali o al classico banchetto ai live?
Il banchetto non si batte, anche se i vinili posso dire che, rispetto agli altri prodotti, sono anche comprati da collezionisti di genere in varie parti del mondo, quindi ci capita di spedirne parecchi anche in USA e Canada.
Siete una di quelle band che scrivono anche quando sono in tour, oppure preferite comporre nuovi brani al caldo delle vostre stanze?
Assolutamente la seconda, durante il tour siamo troppi occupati a riprenderci dall’hangover del giorno prima.
Come descrivereste l’atmosfera dei vostri concerti?
Molto attenta e liturgica, anche se il finale dev’essere sempre una “danza di guarigione” leggera e gioiosa, come l’ultimo brano con cui chiudiamo.
Qual è stata la risposta più sorprendente o gratificante che avete ricevuto dai vostri fan?
Vedere gente a sorpresa che è partita da altre nazioni per venire a vedere i nostri concerti in un altro stato. È successo che alcune persone del Belgio ce le siamo ritrovate a Modena, o alcuni fans italiani sono arrivati a sorpresa a Bruxelles…
Come scegliete le canzoni da eseguire durante i vostri concerti?
Sulla base di come funzionano dal vivo negli anni, e come invecchiano. Se migliorano e prendono la giusta aria, rimangono. Se non girano come pensavamo, semplicemente le accantoniamo.
Qual è stata la vostra performance live più memorabile fino ad oggi?
Ce ne sono tante…anche se sicuramente aprire i Front 242 al Nandrin Festival davanti a più di 5000 persone è stata una grandissima emozione.
a cura di
Sara Alice Ceccarelli
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