Umanistili e Una ballerina sulla luna di Elisa Rovesta (NFC Edizioni) è una raccolta di racconti che restituisce uno sguardo, molto originale e divertente, sulla realtà contemporanea.
Questa raccolta di racconti è la seconda, dopo Fatti di umani. Racconti in cui non succede niente, questa volta il sottotitolo è Racconti in cui succede un po’ più di niente, come ad evidenziare che c’è un’evoluzione, forse una possibile via d’uscita?
Si tratta di 16 racconti brevi e uno lungo, che racchiudono altrettanti ritratti umani contemporanei con il loro inconfondibile stile che, in qualche caso, potremmo anche riconoscere come nostro.
Ogni personaggio viene descritto attraverso il suo modo di comportarsi e di essere, senza giudizio. Si tratta di un’osservazione imparziale ma di grande effetto, resa molto vivida grazie allo stile di scrittura dell’autrice.
I racconti: Umanistili e Una ballerina sulla luna di Elisa Rovesta
Non mi sembra di aver colto un filo conduttore tra i racconti; le storie sono slegate, ciò che le accomuna è l’occhio di chi osserva, con grande ironia, i personaggi.
Sono uomini e donne che probabilmente ogni giorno ognuno di noi incontra, o addirittura nei quali può riconoscersi: per esempio il guidatore che mette la freccia per fare la curva.
“È circa mezzogiorno di una giornata normale, ad esempio un mercoledì̀ di una settimana normale e lui lo riconosci subito perché́, se in questi giorni normali ti capita di essere al casello per entrare in autostrada, non puoi sbagliare, lo noti. Sì, perché́ dalla rotonda che vedi nello specchietto retrovisore, balza subito all’occhio quell’utilitaria verde militare che ha la freccia inserita appositamente per fare la curva. Eccolo, appunto, il guidatore che inserisce la freccia per fare la curva, che come te si dirige verso l’autostrada.”
Rovesta lo descrive nel modo di vestirsi, specificando gesti e usanze. Utilizza la ripetizione di alcuni aspetti del personaggio per creare la sensazione di ossessività propria delle persone che hanno delle paure e che le esorcizzano utilizzando dei rituali.

E poi c’è il trita autostima, quello che trova sempre la domanda giusta da fare, quella a cui neanche tu hai dato un risposta. Sicuramente ti sarà capitato, dopo un grande lavoro su te stesso, di sentirti finalmente sulla buona strada verso il tanto agognato equilibrio, ma basta una sola domanda, una sola considerazione di quella persona, che invece sembra non aver mai vacillato in vita sua, che subito il tuo castello di autostima ti rovina direttamente sulla testa.
C’è però la possibilità di un lieto fine e l’autrice lo suggerisce al suo protagonista che fiero esce dalla storia, un po’ ammaccato, ma felice.
Un’altra storia a tratti raccapricciante è quella del primo appuntamento tra una ragazza e un ragazzo, dove lei affronta l’argomento ex, facendo scappare il povero malcapitato.
E poi il racconto No, perché uno si stanca pure e Andre si è stancato.
“Non continuare a pensare che arriverà̀ il tuo turno, no, non arriverà̀. E non arriverà̀ perché́ non ti sei messo in fila. Sappi inoltre che la fila per arrivare al tuo turno è molto breve, ci sei solo tu in coda.”
Di questa frase ne farei un poster!
E sì, perché anche in questo caso molti ci si potrebbero ritrovare: si possono rivedere mentre inveiscono contro sé stessi per aver atteso ancora una volta che qualcuno si accorgesse dei loro sacrifici e non si sono resi conto che i primi a non sentirsi abbastanza erano proprio loro.
Una ballerina sulla luna
Ma la più bella storia per me è quella della Ballerina sulla luna
“Da un po’ di anni a questa parte ho cercato di essere perfetta. Perfetta fuori e dentro. E ora, da troppo tempo, mi sono concentrata solo sul lavoro e sull’essere tutto ciò che ci si aspetta da me affinché sia meritato davvero quel posto che occupo. … Già, ho iniziato a pensare che se fossi stata perfetta le persone si sarebbero accorte di me e del mio valore, sempre che io possa avere un valore… ma ne dubito.”
Questo racconto esplicita, in maniera molto diretta, il segreto della felicità, attraverso un dialogo interiore molto particolare. Sarà messo in chiaro che il costo della ricerca della perfezione per compiacere gli altri è talmente alto e privo di vantaggi che prima o poi ti porta via anche il più piccolo barlume di autostima. A quel punto per ritornare a stare bene l’unica strada è seguire le proprie passioni e non aver più paura di mostrarsi per ciò che si è.
I racconti sono piacevoli e leggeri con un linguaggio molto attuale e ironico.
La scrittura di questa autrice è come uno specchio che deforma un po’ la realtà, a volte ingrandendola a volte creando forme non usuali, ma che rendono bene l’idea, di quei difetti che ognuno di noi può avere nel fare il suo lavoro o semplicemente nella sua vita quotidiana, che fanno ormai parte del nostro mondo contemporaneo.
Elisa Rovesta ci fa guardare in quello specchio e ci porta a riflettere sulla nostra vita, e tu in quale personaggio ti ritrovi?
a cura di
Anna Francesca Perrone