“A pugni chiusi: psicoanalisi del mondo contemporaneo”: uno sguardo critico sulla realtà contemporanea

“A pugni chiusi: psicoanalisi del mondo contemporaneo”: uno sguardo critico sulla realtà contemporanea
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Massimo Recalcati analizza le dinamiche sociali e politiche degli ultimi vent’anni nel suo nuovo libro “A pugni chiusi: psicoanalisi del mondo contemporaneo”. Attraverso la prospettiva della psicoanalisi, l’autore ci guida alla scoperta di una realtà complessa da rivelare e comprendere

Tra le prime righe, nell’introduzione di A pugni chiusi: psicoanalisi del mondo contemporaneo, leggiamo:

Secondo Freud, il padre della psicoanalisi, la psicologia individuale è già da sempre sociale.

Partendo da questo presupposto, Massimo Recalcati, nel suo ultimo straordinario e penetrante libro, offre una lettura lucida e chiara delle complesse dinamiche sociali e politiche che hanno caratterizzato gli ultimi vent’anni nel nostro Paese. Attraverso la sua profonda conoscenza e esperienza nel campo della psicoanalisi, l’autore ci guida in un viaggio di scoperta, in cui la psicologia individuale e le dinamiche sociali collettive appaiono inscindibili l’una dall’altra.

Ma questo non è un libro di psicoanalisi, o almeno non solo: si presenta piuttosto come un incrocio tra diverse discipline, volto ad indagare il reale utilizzando molteplici lenti di analisi, spaziando quindi dalla sociologia alla filosofia, dalla letteratura alla mitologia greca.

Recalcati è un comunicatore eccellente e, attraverso una prosa eloquente e coinvolgente, riesce a parlare a qualsiasi lettore, divulgando concetti complessi in modo accessibile e comprensibile. Non è mai pura speculazione teorica: ogni tema è supportato da esempi reali e vicini, che rendono interessante e attuale la narrazione, conferendole maggiore credibilità.

Il libro tocca ogni aspetto della nostra contemporanetà

L’opera affronta una vasta gamma di argomenti attuali, che finalmente trovano un luogo in cui possono essere affrontati con la giusta calma ed attenzione. Sempre con lucidità e acutezza, Recalcati ci guida attraverso le trasformazioni della famiglia, i disagi dell’adolescenza e il declino dell’autorità paterna (l’autore non nasconde la sua ammirazione per Pasolini). Leggendo, ci inoltriamo nelle profonde tematiche dell’egocentrismo dilagante, dell’estraniamento che permea la società moderna, della febbrile ricerca del successo e dell’approvazione sociale, e del narcisismo incontrollato che ci spinge a creare immagini idealizzate di noi stessi.

Questa costellazione di dinamiche si trova riunita sotto un titolo che ben esprime il punto di vista dell’autore in merito alla società contemporanea: la nostra è un’esistenza A pugni chiusi, una vita di tensione e di lotta.

Complesso di Medea?

Per fornire un’idea più chiara di ciò che l’autore è capace di sviscerare vorrei concentrarmi su due capitoli, appartenenti rispettivamente alle due sezioni del libro Cultura e società e Politica.

Per apprezzare l’interconnessione e la necessaria interdisciplinarietà con cui Recalcati affronta gli argomenti, penso che sia utile porre un focus particolare sul capitolo Complesso di Medea?. L’autore qui si interroga sull’infanticidio e sulle sue ragioni, domandandosi quali profonde verità si nascondano nel gesto estremo compiuto da Medea.

Ciò che nasce è una riflessione sul rapporto donna-madre poichè, in tale tragico e disperato atto, è possibile cogliere tutta la disparità che separa l’essere l’una dall’essere l’altra. Attraverso la lente della psicoanalisi, Recalcati ci rende consapevoli delle sfide che una donna deve affrontare nel diventare madre senza perdere la sua identità femminile. E, mentre in passato la regola imposta dall’ideologia patriarcale chiedeva ad ogni madre di rinunciare alla propria femminilità, sacrificando se stessa nell’educazione dei propri figli, oggi nessuna donna è disposta ad apparire agli occhi dell’uomo che ama solo come una madre.

Recalcati va in profondità e rivela quali possono essere le ragioni che possono spingere all’atto del figlicidio.

“La volontà narcisistica di avere un figlio ideale, perfetto, coincidente con il figlio immaginato non può accettare il limite costituito dall’esistenza reale del figlio. L’amore materno, che è sempre amore per il figlio nella sua particolarità anche più difettosa, lascia in questi casi il posto a una sua trasfigurazione perversa: la gioia della maternità non è più quella di donare la vita ma solo quella di avere un figlio ideale. Se il figlio si discosta da questo ideale deve essere rifiutato. Molte depressioni post-partum parlano di questo rifiuto che trova la sua manifestazione più crudele nel passaggio all’atto dell’infanticidio.”

Le parole e la bestia

Il capitolo Le parole e la bestia, appartenente alla sezione Politica, deve il nome alla Bestia, macchina propagandista social del leader della lega Matteo Salvini.

La discussione è infatti incentrata sulla diffusione progressiva di una cultura pervasiva di insulto e diffamazione nell’ambito della comunicazione giornalistica. Questa nuova e oscena modalità di concepire la narrazione politica ha imperversato nel nostro paese, favorita dal populismo grillino delle origini, con la complicità colpevole dei media, che hanno sfruttato a fini di ascolti questa strategia. Ecco allora che siamo costretti ad assistere a giudizi sommari, all’uso sistematico del dileggio, alla manipolazione fascista dei nomi, all’evidente distorsione della verità e alla sostituzione del confronto politico con la delegittimazione morale dell’avversario.

Recalcati afferma:

“La comunicazione nel nostro tempo tende a privilegiare le sensazioni rispetto ai contenuti, l’effetto pubblicitario rispetto alle argomentazioni, l’obiettivo immediato del consenso rispetto a quello lungo della verità. È una triste evidenza che ha come denominatore comune la negazione del peso delle parole. E invece le parole pesano.”

E così l’autore si interroga: qual è la connessione tra le parole e le cose, tra le parole e la realtà? Si limitano a descrivere un mondo preesistente, indipendentemente dalle stesse, oppure hanno il potere di plasmarlo, di dargli forma? Sono semplicemente suoni vuoti, o hanno la capacità di far esistere ciò che le circonda, di trasformarlo, di modificarlo profondamente?

In conclusione, A pugni chiusi si rivela un’opera di straordinaria profondità e rilevanza. Massimo Recalcati si conferma come uno dei principali pensatori contemporanei, in grado di analizzare e comprendere le dinamiche sociali e psicologiche del nostro tempo con grande maestria. Con una profonda conoscenza dell’animo umano e una scrittura avvincente, ci spinge ad andare oltre le apparenze, a esplorare la complessità del mondo contemporaneo con una mente aperta e critica.

a cura di
Elena D’Ercole

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