Birdy arriva al Fabrique di Milano e conquista tutti con un concerto che è viaggio tra nostalgia ed elettronica
Palco rialzato, molto… quasi come volersi elevare ancora di più, o forse sovrastare con la propria musica la venue.
21:15, il live inizia. Entrano in scena le due pianiste, il bassista (turnista credo) al buio in fondo, il batterista e poi lei, la giovane Birdy.
Look total black con body e collant, trucco viola; poi inizia a cantare: è subito magia.
Il Fabrique non è pienissimo, ma le circa 900 persone presenti sono lì, incantate ad ascoltare Birdy e godersi il concerto. Questa di Milano è l’unica data italiana del tour europeo che la cantautrice britannica sta portando in giro e che era stato fissato per l’anno scorso ma reinviato a causa, ancora una volta, della persistenza delle restrizioni Covid.
Non ho suonato moltissimo in Italia nel corso della mia carriera, ad essere onesta; ma so che il pubblico è molto caloroso e questo mi entusiasma. Penso che mi divertirò
Birdy, all’anagrafe Jasmine Lucilla Elizabeth Jennifer van den Bogaerde, infatti non tornava nel nostro Paese da sei anni ma ora finalmente è accaduto e tutti sembrano essere molto contenti!
La magia di portare il nuovo album sul palco
In questo tour presenta live il quarto disco, Young Heart, uscito nell’aprile 2021 e che ben presto è andato ai vertici delle classifiche Uk e che NME ha definito “un meraviglioso e poetico viaggio attraverso un crepacuore… Un album bellissimo”.
L’album è, a detta dell’artista, un “breakup album”, nato dalla fine di una relazione sentimentale che le aveva creato un blocco creativo. Composto in India e California, si ispira alla musica di Nina Simone ed Etta James e i brani trattano di conflitto tra la volontà di nascondersi e l’essere costretto a fuggire lontano, contrapposizione tra la propria comfort zone (la propria casa) e la vastità dello spazio, del mondo, oscurità e luce che si intersecano.
Sono così orgogliosa di questo album, il mio ultimo disco era molto più teatrale, c’era molto che succedeva, era una grossa produzione.
Questo invece è abbastanza spogliato, tutto ciò che non aveva bisogno di essere lì non lo è.
Non c’è decorazione.
Questo album lo sento molto personale, sono cresciuta molto negli ultimi cinque anni e ho vissuto nuove cose che hanno plasmato la mia comprensione del mondo ma anche di chi sono come artista.
Questo album significa molto per me, e voglio proteggerlo
Da quell’album però Birdy, non è stata ferma, è quasi “rinata” con uno spirito diverso e ha scritto un nuovo album che uscirà il 14 luglio, chiamato Portraits e di cui ci da una piccola anteprima al Fabrique.
Di Portraits Birdy dice:
“Ora non scrivo più canzoni tristi. Con il nuovo disco ho cercato di fare qualcosa di completamente diverso: divertirmi, sporcandomi le mani.
Ora mi ispiro a Kate Bush. Sono una sua grande fan. Il disco è più elettronico dei precedenti. C’è solamente una ballata. Lo so, è strano per una come me. Ma stavolta guardo di più al pop degli Anni ’80, tra new romantic e dintorni”
Il live
Ad aprire il concerto è proprio “Raincatchers”, in singolo già edito di Portraits. Una cazone con archi mischiati a musica elettronica che evoca atmosfere epiche.
Il video di questo brano è un richiamo alla sua infanzia, la storia di una bambina catapultata nel mondo degli adulti.
Mi sono trovata spesso in situazioni in cui non ero esattamente a mio agio. Quel video parla di quel periodo: persi la bambina interiore che c’era in me. Sono cresciuta troppo in fretta.
Se potessi incontrare la Birdy di quindici anni fa le direi di viversi tutto a cuor leggero, di non avere paura e di non prendere le cose troppo seriamente
Birdy trasforma queste difficoltà ed “errori” della sua gioventù non in rabbia, ma in estrema dolcezza… appare fragile ma determinata e dolce allo stesso tempo e sentirla suonare e cantare regala solo good vibes e sorrisi.
Durante la serata ci sono stati anche momenti di cover, come “1901” dei Phoenix e “Skinny Love“ di Bon Iver. Poi, nei bis è successo davvero: duetto con Mr. Rain per “Non C’è Piu musica”… super wow!
Ecco la scaletta
- Raincatchers
- Voyager
- 1901 (Phoenix Cover)
- People Help The People
- Surrender
- Young Blood (The Naked and Famous Cover)
- Deep End
- Loneliness
- Not About Angels
- Young Heart
- Silhouette + Running Up That Hill (Kate Bush Cover)
- Ruin II
- Automatic
- Quitely Yours
- Skinny Love (Bon Iver Cover)
- Heartbreaker
- Keeping Your Head Up
- ENCORE:
- Non C’è Più Musica (con Mr Rain)
- Your Arms
- Wings
a cura e foto di
Emanuela Giurano
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