“Prima Repubblica”, il nuovo album dei Golpe

“Prima Repubblica”, il nuovo album dei Golpe
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Uscito venerdì 20 gennaio 2023, “Prima Repubblica” è il nuovo disco EP della band torinese Golpe e promette di mettere in risalto luci e ombre di questo importante momento storico italiano

“Prima Repubblica” è il disco EP della band Golpe uscito venerdì 20 gennaio 2023 ma anticipato dal brano “Romanticismo” pubblicato il 4 novembre. Come già preannunciato dal titolo, l’album racconta quel particolare momento storico italiano: la nascita della repubblica dopo secoli di monarchia. Si mette quindi in luce tutto lo sfarzo e il fervore iniziale pieno di contraddizioni per poi cantarne la sonora caduta.

Composizione dell’album

L’album è composto da cinque canzoni, tutte unite da un unico filo conduttore che funge sia da leva narrativa che da escamotage: il potere. Si inizia, infatti, con il brano “Bettino” che alle orecchie dei più attenti il nome rimanda proprio alla figura cardine della Prima Repubblica: Bettino Craxi. La sua immagine così controversa nel panorama politico italiano, qui prende un’altra forma e diventa un eroe disconosciuto: uno dei pochi che ha saputo denunciare pubblicamente la corruzione della classe dirigente italiana, le cui parole sono state riportate fedelmente a metà del brano.

La seconda canzone “Quelle carte in villa Wanda” e il terzo brano “Romanticismo” sono invece un rinforzo al sogno irrealizzabile di avere una Prima Repubblica sana: se il primo scoperchia il “vaso di Pandora” rivelando segreti ormai impossibili da tacere, il secondo denuncia quanto il potere sia pervasivo anche in amore.

 “Dopo il ponte, fondamenta a destra” è il quarto brano sequel di “Romanticismo”. Qui si rafforza l’enorme ascendente che il sogno corrotto della Prima Repubblica ha avuto nei suoi protagonisti politici. Si giunge poi ad una fine solo strumentale con il brano “E tuttavia, d’altra parte, ciò che bisogna dire e che tutti sanno del resto è che”, che segna il crollo della Prima Repubblica.

Il significato celato di “Prima Repubblica”

“Prima Repubblica” non è solo la narrazione di una parte della cultura italiana ma allude ad uno stato d’animo rarefatto, che ti lascia incapace di agire come se si fosse immobili davanti a delle macerie, dove si è in constante bilico tra sogno idilliaco e realtà cruda.

Tutti i brani del disco risentono della voce pulita ed elegante del cantante Matteo, a tratti drammatica, che oscilla tra una vibrazione di corda di violino di Giulia e l’estro del sintetizzatore di Zevi. Nessun suono prevale sull’altro, ma ognuno di questi mantiene una proprio individualità, tant’è che è possibile riconoscere tutti gli strumenti impiegati in un solo colpo.

Cosa ci ha trasmesso il disco dei Golpe

Se si sta cercando un album dove i testi fanno da padrone, non è questo il caso di “Prima Repubblica” dei Golpe. Qui, la comunione tra i vari strumenti risalta maggiormente del lyrics dei pezzi. In effetti, i suoni scelti trasmettono di più di mille parole, essendo questi capaci di rapire il cuore dell’ascoltatore.

Fin da subito con il primo brano “Bettino” l’atmosfera che regna sembra pesante: un synth e una chitarra elettrica ti accolgono con forza e altro non si può fare che assecondare quel velo di solennità che circonda la canzone per l’esplicito riferimento fatto alla figura del politico.

Di tutto altro avviso sono i brani a seguire, carichi di sofferenza e rassegnazione. Ne sono una prova i versi: “mai, mai, mai” costantemente ripetuti in “Dopo il ponte, fondamenta a destra” che vengono sussurrati come se gli autori stessero cantando in un ambiente intimo e familiare. Il silenzio viene invece celebrato nell’ultimo brano dove tutti i suoni cessano a pochi secondi dalla sua fine.

Questo disco celebra il potere di un sogno capace subito di inebriare il cuore e la mente di coloro ne sono partecipi spingendoli fino a desiderare la sua completa realizzazione; Proprio all’apice troviamo, però, il declino delle aspirazioni. Tutta quell’energia di azione si spegne, l’attrazione che si era provata per raggiungere la Prima Repubblica lascia il posto, così, a delusione e rassegnazione per una resa che non corrisponde mai al sogno.

In sostanza, “Prima Repubblica” si dimostra sicuramente un ottimo EP. Tutti i brani sono orecchiabili ma di sicuro non è classificabile come un disco leggero e di facile interpretazione, anzi, promette un costante ping-pong di percezioni fino ad immobilizzarti nel finale con un assordante silenzio.

Biografia

Golpe è una band torinese composta da Matteo Bellitto, Giulia Pecora e Zevi Bordovach (entrambi componenti dell’orchestra di Andrea Laszlo de Simone). Per Matteo penna e plettro sono importanti come l’aria, lui è la mente che scrive e dirige nei Golpe. Giulia è colei che sperimenta nel gruppo, esplora molteplici sonorità ed è sia voce che violino. Zevi invece, è co-fondatore dei Golpe, suona strumenti a tastiera e ha all’attivo numerose collaborazioni con artisti come Francesco Bianconi e Andrea Laszlo De Simone.

a cura di
Staff

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Elisa Manzini

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