“Il posto” di Annie Ernaux
![“Il posto” di Annie Ernaux](https://thesoundcheck.it/wp-content/uploads/2022/11/Annie-Arneaxok.jpg)
Annie Ernaux, a ottantadue anni è stata insignita del Premio Nobel per la letteratura “per il coraggio e l’acutezza clinica con cui ha svelato le radici, gli straniamenti e i vincoli collettivi della memoria personale”.
Nei suoi libri ha dato forma ad un nuovo modo di scrivere l’autobiografia, trasformandola in un’indagine sociale e nella possibilità di estensione di quell’esperienza a chi può ritrovarsi in essa.
Annie Ernaux è nata il 1° settembre 1940 a Lillebonne, ed è cresciuta a Yvetot in Normandia, dove i suoi genitori avevano un caffè drogheria.
Gli armadi vuoti è stato il libro del suo esordio, nel 1974, ma proprio Il posto, di cui vi parlo oggi, ha dato il via alla sua carriera letteraria.
Il posto
![](https://thesoundcheck.it/wp-content/uploads/2022/11/IMG_8570-873x1024.jpg)
In questo romanzo racconta di suo padre e di sé stessa in relazione ai suoi genitori, vissuti nascondendo costantemente il loro sentirsi inferiori data la loro condizione di persone poco colte o poco eleganti, e del percorso, che poi ha iniziato, per “riscattarsi” da tutto questo.
Ossessione: «Che cosa penseranno di noi?» (i vicini, i clienti, tutti). Regola: stornare sempre lo sguardo critico degli altri tramite la gentilezza, l’assenza di opinioni, una minuziosa attenzione agli altrui sbalzi d’umore.
Il suo è un narrare per ricordare, provare ad analizzare come e, soprattutto, quando si è allontanata dalla sua famiglia, sentendosene completamente discorde.
Il romanzo inizia con il racconto della morte del padre, dello sgomento della madre e dei momenti prima del funerale. E poi si immerge nel ricordo: l’uomo ha avuto un’infanzia difficile, cresciuto con un genitore violento, e non ha avuto la possibilità di studiare. Ha fatto diversi lavori: prima contadino e poi operaio in fabbrica.
Dopo il matrimonio lui e la moglie hanno iniziato a gestire un bar-drogheria non sempre particolarmente redditizio ma, nonostante questo, non hanno ostacolato la figlia nel proseguimento degli studi.
Cosa c’è di interessante in questo libro?
La narrazione è controllata, quasi asettica, come forse è stato il rapporto con i suoi genitori:
Da poco so che il romanzo è impossibile. Per riferire di una vita sottomessa alla necessità non ho il diritto di prendere il partito dell’arte, né di provare a far qualcosa di “appassionante” o “commovente”. Metterò assieme le parole, i gesti, i gusti di mio padre, i fatti di rilievo della sua vita, tutti i segni possibili di un’esistenza che ho condiviso anch’io.
L’emozione non c’è, non traspare dalle parole ma dal gesto dell’autrice di utilizzare la scrittura per descrivere ciò che ha vissuto e renderlo pubblico, e soprattutto lasciare che siano i lettori a mettere ognuno la propria emozione collegandola ad un vissuto magari simile.
Ed è proprio questo, secondo me, che rende interessante questo testo: la capacità dell’autrice di mostrare quel passato, senza riviverlo emotivamente né rinnegarlo, usando semplicemente una descrizione privata dei sentimenti, che in ogni caso ne hanno fatto parte.
La lettura è veloce e fluida e anche il numero delle pagine, così esiguo, è forse rappresentativo del racconto di una vita semplice che non aveva bisogno di tanto spazio.
In fondo l’autrice voleva solo ricordare il suo posto, quello da cui è partita e quello che l’ha portata ad essere e a pensare così come pensa nel momento in cui scrive.
Un luogo che poteva limitarla ma non l’ha fatto, che ha creato invece il trampolino per la sua personale rinascita, superando i limiti che purtroppo il fatto stesso di essere calato in un dato contesto porta con sé.
Leggo questo suo scrivere anche come un voler dire a tutti, che qualunque sia il posto dal quale si proviene si può sempre partire da quello per trovarne uno proprio, più simile a ciò che invece sentiamo di essere.
Nessuno appartiene ad un solo luogo, ognuno può scegliere il proprio indipendentemente dalle sue origini.
Consiglio a tutti la lettura di questo libro, ermetico ma sorprendente.
a cura di
Anna Francesca Perrone
Seguici anche su Instagram