Frambo torna con il suo nuovo album “Touché”
Frambo, dopo un anno dall’esordio del suo primo album “Routine”, e dopo dodici mesi intensi tra festival e due singoli che hanno avuto un grande successo, torna con il suo album “Touché”.
Bentrovato su The Soundcheck, caro frambo! Come ti senti, all’alba di questo ritorno per La Clinica Dischi?
Sono gasatissimo! Ogni uscita è come se fosse il mio compleanno.
E’ passato un anno dal tuo esordio con “Routine”, e in questi dodici mesi ci hai dato dentro: qualche festival, due singoli che sono andati molto forte e oggi “Touché”. Esiste un collegamento tra i due dischi, o sono entrambi “figli unici”?
Ogni disco lo vedo e lo voglio concepire come figlio unico. Ognuno è un lavoro a parte dove posso rinascere dopo la morte di quello precedente.
Perché hai scelto proprio questo titolo, “Touché”, per raccontare il contenuto del tuo nuovo disco?
Perché in primis è una parola che mi piace molto. Poi si rifà molto al contenuto dell’EP; lo penso sempre alla fine di ogni canzone, ogni volta che ripenso all’avvenimento che ha fatto nascere il disco.
“Karma”, “Vaniglia”, “Terrazzo”, tre inediti dai titoli brevi, una parola sola. Sei uno che ama la sintesi, o semplicemente hai la passione per i titoli coincisi? Sembra una banalità, che credo dare un titolo a qualcosa sia una delle operazioni più “concettualmente” complesse nello scrivere una canzone!
Mi sembravano i titoli migliori. Non c’è nessuna velleità che mi spinga alla scelta di un titolo invece di un altro, deve semplicemente piacermi.
Allora scendiamo nel particolare: tutti e tre i brani parlano di un amore che pare essere finito, dopo averti straziato il cuore. È vero che “si sta bene” solo “quando stiamo male”? In che senso?
È una frase che si rifaceva molto a quello che stavo vivendo. Spesso trovo conforto quando sto nel fondo del barile. Lo trovo confortevole.
In “Karma” e “Vaniglia”, invece, riscopri un linguaggio più rock, pur rimanendo nel pop. Ci racconti come e con chi hai lavorato alla produzione dei brani?
Entrambe sono frutto del lavoro di Leonardo Lombardi e Marco Barbieri di Clinica Dischi, due ragazzi dalle mani e idee magiche. Vaniglia mi fu proposta un giorno da Marco mentre ero in studio, lui me la fece sentire con il ritornello già pronto e io mi gasai un sacco.
Se dovessi abbinare ogni brano ad un colore? E spiegaci anche il perché dell’abbinamento…
Karma è rosa fucsia. Mi sa di sbronza e vivacità.
Vaniglia è carta da zucchero. Lo percepisco morbido.
Terrazzo è nero. Il sapore è quello dell’hangover del giorno dopo.
E’ il momento dei saluti, frambo! Saluta chi ti pare, e fallo nel modo che preferisci!
Ciao! Voglio salutare il Tenti; chi troppo molto nulla niente.
a cura di
Staff
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