Cabruja porta sul palco ricordi, storia e se stesso

Il 24 aprile 2022 il cantante venezuelano – ma genovese d’adozione – ha presentato al Teatro Alice Zeppilli di Pieve di Cento il suo progetto. È stata anche l’occasione per presentare e filmare il suo secondo, futuro singolo
Cabruja si presenta in giacca scura, maglietta bianca e una specie di kilt. Emozionato, davanti a sé ha un teatro, l’Alice Zeppilli di Pieve di Cento (provincia di Bologna) stracolmo e molto attento e curioso di ascoltare l’artista venezuelano, genovese d’adozione.

L’importanza delle origini
Cabruja ci tiene particolarmente a portare con sé e a raccontare musicalmente le origini, Caracas, l’abbandono della terra natia, la crescita in Italia, la commistione tra tradizioni sonore e stimoli artistici estremamente vari.
Così, davanti alla platea, Cabruja porta sul palco canti sudamericani e versioni particolari, emozionali e personali di brani che hanno segnato la sua crescita umana oltre che artistica. Stupisce quando presenta per esempio un trittico composto da brani di Lamb, Garbage e Portishead, o quando con visibile trasporto canta una bellissima versione di “Father Lucifer”, brano dell’americana Tori Amos.
Perché, come abbiamo detto pocanzi, l’artista venezuelano vuole raccontare la sua storia, la sua evoluzione.
L’importanza di andare avanti
Cabruja è emozionato, ma sa anche raccontare e strappare qualche sorriso, sdrammatizzando in alcuni casi presentando “Gloomy Sunday” (nella versione studio presente nell’album è presente Paolo Fresu):
“È una canzone particolare, perché è conosciuta come la canzone che porta al suicidio chi l’ascolta… L’originale ungherese, degli anni ’30, è stata addirittura bandita dalle radio; la sua versione inglese non ha avuto vita facile. Speriamo vada tutto bene ora”.
Il concerto, così come il suo album “Cabruja” (uscito lo scorso ottobre) vuole essere un omaggio agli artisti che hanno accompagnato l’artista durante la sua vita. Sia nella controparte studio, sia sulle travi del palco, l’intenzione è più che riuscita.
C’è spazio anche per due suoi inediti, “Lisboa Tbilisi” e “La Corazonada”: due intensi brani che raccontano Cabruja in due momenti collegati e molto importanti della sua vita e, più in generale, di chi è costretto ad abbandonare il luogo natio. Pregevole in tal senso collegare questo discorso anche con “Amara Terra Mia”, struggente canzone portata in auge da Domenico Modugno.

Lo sguardo verso il futuro
La serata scorre liscia, tra autorità istituzionali e pubblico che godono di quanto stanno ascoltando. Molto bello il momento di “Unravel”, brano di Bjork che diventerà il secondo singolo dell’album e per il quale è stato girato un video proprio nel Teatro Alice Zeppilli di Pieve di Cento.
Cabruja è un ragazzone che mette passione e cuore in quel che fa, in quel che canta. Lo si percepisce ed è bello che questo, in un artista, venga fuori sin dai primi istanti.
a cura di
Andrea Mariano
fotografie di
Carlo Vergani