La situazione in Ucraina: l’intervista a Dasha

La situazione in Ucraina: l’intervista a Dasha
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Mi trovo a Leopoli, in Ucraina, a casa di Yura, un ragazzo che ha deciso di ospitarmi. Qui ho conosciuto Dasha, una ragazza di Charkiv, che ho intervistato per far conoscere la sua storia e far conoscere il dramma della guerra.

La situazione in Ucraina si complica giorno dopo giorno. Nelle narrazioni storiche si vede come i conflitti, le guerre, vengono sempre raccontati dal punto di vista dei grandi, dei potenti, di chi ha la facoltà di prendere decisioni cruciali. La verità è che in situazioni sconvolgenti come queste, quelli che pagano le conseguenze sono sempre gli innocenti, i civili, persone normali come Dasha.

L’intervista

Dasha è una ragazza di Charkiv, la seconda città più grande dell’Ucraina. Quando è scoppiata la guerra la sua vita è cambiata da un giorno all’altro. In questa intervista ci racconta come le prime avvisaglie del conflitto sono sorte timidamente un paio di mesi prima di febbraio e che inizialmente nessuno era particolarmente preoccupato. Lo scoppio della guerra è stato un vero shock. Dopo una prima fase di spaesamento in cui si iniziava a far evacuare i civili e si cercava di mantenere la calma, la minaccia incombente che la propria vita fosse in pericolo non poteva più essere ignorata. Dasha racconta quei momenti terribili in cui è stata costretta a lasciare la sua città. Una decisione presa a malincuore:

Non volevo andare via, non mi sembrava giusto, non volevo essere una rifugiata.

Ma quando ha visto l’edificio vicino casa sua colpito dai bombardamenti ha realizzato che era il momento di scegliere di salvarsi la vita.

Anche abbandonare tutto e scappare non sarebbe stato affatto facile. Infatti all’inizio non riesce a lasciare Charkiv ed è qui che conosce altre persone come lei, in cerca di un posto dove stare. In quel seminterrato c’erano per di più donne e bambini impauriti. Era freddo, buio e umido. Poteva unirli solo la speranza che tutto questo sarebbe finito, questa speranza era rappresentata da un piccolo libro di preghiere che alcune donne chiedono a Dasha di leggere ad alta voce. Un gesto semplice e di solidarietà che ha portato più aiuto di quanto possa sembrare:

Iniziavo a leggere sempre più forte ogni volta che i bombardamenti si facevano più forti, cercavo di essere più forte di quei suoni.

Davanti a tutto questo è inevitabile chiedersi quali possano essere le cause, quali possano essere le soluzioni. Dasha è speranzosa, crede che l’Europa debba rispettare quegli ideali di pace e libertà su cui si fonda. Oltre alle responsabilità russe o della NATO, in questo momento, secondo Dasha, è importante essere forti. Mettere fine alla guerra e dare inizio alla pace è nell’interesse di ogni Paese europeo e l’Ucraina non può essere lasciata sola.

a cura di
Giacomo Minelli

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Ilaria Mazza

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