La valle della resistenza afghana: il Panjshir

La valle della resistenza afghana: il Panjshir
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A un’ora da Kabul, il Panjshir, che letteralmente significa Cinque leoni, è una valle stretta e lunga, circondata da montagne. Per questo è considerato in una posizione strategica ed è il simbolo della resistenza afghana. Non è un’area estranea ai conflitti dato che anche in passato fu una base per altri movimenti di opposizione.  

Prende il nome di NRF (National Resistance Front) la resistenza afghana che si trova nella valle del Panjshir. Come si legge sul sito di Al Jazeera, rete televisiva satellitare con sede in Qatar, si dichiara pronto a resistere a ogni aggressione talebana ma, allo stesso tempo, sono pronti a negoziare con il gruppo per pretendere un governo realmente inclusivo.

Membri del movimento della resistenza afghana e forze di ribellione anti-Talebana di guardia al punto di osservazione Kotal-e Anjuman nel distretto del Paryan nel Panjshir il 23 agosto, dopo che i Talbani hanno detto ai loro combattenti di circondare la valle dove le forze della resistenza si sono nascoste (Photo by Ahmad SAHEL ARMAN / AFP)
Chi c’è nella resistenza e i loro scopi

Il leader dell’NFR è Ahmad Massoud. Suo padre fu Ahmad Shah Massoud nonché combattente dell’Alleanza del Nord contro i sovietici prima e contro il primo regime talebano dopo. Venne assassinato nel 2001, due giorni prima dell’attentato dell’11 settembre. Era soprannominato “il Leone del Panjshir” e nel 2002 fu dichiarato eroe nazionale.

“I write from the Panjshir Valley today, ready to follow in my father’s footsteps, with mujahideen fighters who are prepared to once again take on the Taliban”

(Scrivo dalla Valle del Panjshir oggi, pronto a seguire le orme di mio padre, con i combattenti mujaheddin che sono preparati una volta ancora ad affrontare i Talebani)

Ahmad Massoud, sul Washington Post

Ahmad Massoud durante un’intervista nella sua dimora, settembre 2019 (REUTERS/Mohammad Ismail)

Partecipa alla resistenza anche l’ormai ex vice-presidente afghano Amrullah Saleh, a differenza dell’ex presidente del paese Ghani.

Attualmente dichiarano di avere molte armi e munizioni a disposizione, accumulate negli anni, perché sapevano che questo momento sarebbe arrivato.

Allo stesso tempo sono consapevoli che la loro forza militare e logistica non sarà sufficiente e che si andrà pian piano esaurendo. Per questo chiedono aiuto ai “friends in the West”, come riportato dal sito di Al Jazeera,  affinché si possa trovare un modo per rifornirli del necessario.

“We want to make the Taliban realise that the only way forward is through negotiation”

(Noi vogliamo che i Talebani realizzino che l’unica soluzione è con la negoziazione)

Ahmad Massoud in un’intervista telefonica all’agenzia Reteurs

Quindi, come detto prima, la priorità del National Resistence Front è raggiungere pacificamente un accordo. Ma nel caso in cui questo tentativo fallisse non tollereranno nessuna forma di aggressione. Non è da sottovalutare il fatto che ci siano centinaia di combattenti pronti a resistere contro il nuovo regime.

Gli studenti coranici hanno dato il loro consenso a una negoziazione che però non è rispecchiato nei fatti, come d’altronde la maggior parte delle dichiarazioni fatte dalla presa di Kabul poichè in pratica hanno fatto circondare la valle.

La valle strategica

Situata a Nord-Est di Kabul, la valle era stata già scenario di fenomeni di resistenza, data la sua copertura ideale con intorno monti alti fino a 4000 metri fornendo così una barriera naturale. Inoltre c’è solo un’entrata/uscita maggiore, quindi risulta più facile il controllo dell’area.

Mappa realizzata dalla BBC

Dopo la sconfitta dei Talebani nel 2001, questa zona diventò la più piccola provincia dell’Afghanistan, contribuendo all’aumento di “potere” dei combattenti del Panjshir e contava tra le 150 mile e 200 mila persone.

Per la seconda volta è l’unica regione a non cadere sotto il comando dei Talebani. Lì si raccolgono le speranze di chi crede in Afghanistan libero.

“We have fought for so long to have an open society, one where girls could become doctors, our press could report freely, our young people could dance and listen to music or attend soccer matches in the stadiums that were once used by the Taliban for public executions — and may soon be again”

(Noi abbiamo lottato così a lungo per avere una società aperta, dove le ragazze possano diventare dottori, la nostra stampa possa scrivere liberamente, i nostri giovani possano danzare e ascoltare musica o partecipare a una partita di calcio nello stadio che una volta veniva utilizzato dai Talebani per le pubbliche esecuzioni – e presto potrà essere così di nuovo)

Ahmad Massoud, sezione Global Opinion sul Whashington Post

a cura di
Alice di Domenico

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Alice Di Domenico

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