Serena Altavilla e la “Morsa” del primo album solista
Per anni frontwoman di diverse formazioni alternative rock come i Blue Willa – prodotti da Carla Bozulich, in precedenza noti come Baby Blue – e i Solki, Serena Altavilla ha collaborato anche con Calibro 35, Mariposa, Il Complesso di Tadà e molte altre realtà del suolo italico.
Non poco.
Il 9 aprile 2021 sarà il giorno della pubblicazione del suo primo album solista “Morsa”. Un disco in cui fa tesoro di esperienze passate ed esprime al contempo una parte di sé fino ad ora solo centellinata. “Morsa” come il verbo mordere, ma anche come essere stretta e riuscire a stento a muoversi.
“La sensazione di essere stata morsa dalla taranta ce l’ho spesso avuta, così come la sensazione di essere stretta in una morsa, di non riuscire a muovermi, reagire e scappare. Il morso della tarantola, il morso che dà vita a una purificazione passando per l’isteria e la perdita di senno, è l’espressione di una lotta interna ed esterna che solo la musica può curare. La spinta a cercare ciò che morde all’esterno, la ricerca dello scontro. Sentire il bisogno di esplodere per ritrovare i pezzi e ricomporsi, per rinascere”.
Dal collettivo all’essere “free lance”
Il primo disco a nome Serena Altavilla, un disco “di proprietà”, nasce due anni fa, con un processo di maturazione che ha permesso ai vari brani di diventare davvero una parte dell’artista:
“Due anni fa è iniziata la scrittura dei pezzi. Ora sono miei, sono una parte entrata in armonia con me. Sono brani che sono maturati, si sono “insaporiti”. Ora sono pronta a prendermene la responsabilità”.
Il processo di realizzazione di “Morsa” è stato spontaneo, una sorta di ricerca sonora e di sfida con se stessi. Passare da una band a essere solisti non è scontato. Tuttavia, Serena ha fatto tesoro delle esperienze passate:
“Dell’essere parte di una band mi porto il lavorare, lo stare sul piccolo passaggio. Mi porto dietro le ricerche sonore, la curiosità per i suoni. Suonare in gruppo ti insegna a stare insieme, a comunicare”.
Apprendere da tutti
Fortuna vuole che Serena Altavilla si sia circondata da musicisti di grandissima caratura e ispirazione.
“Volevo un po’ sentirmi in difficoltà, volevo provare delle sensazioni diverse, nuove. Per me questa è una versione mia di pop in un certo senso, perché il nucleo melodico per me è la cosa più importante”.
E se di solito, in progetti solisti, i musicisti si adattano allo stile e alle richieste dell’artista ospitante, questa volta le cose sono andate diversamente.
“Il mondo intorno per me è stato un desiderio sia del produttore Marco Giudici sia mia creare degli “estraniamenti” della percezione, usando strumenti classici con strumenti più attuali. Sei entrata nel mondo dei musicisti con cui hai collaborato. Di solito si fa il contrario. Il bello è stato raccogliere da ciascuno di questi musicisti eccezionali e cucire insieme il tutto. Sono rimasti molto fedeli all’originale dei provini pianoforte e voce, poi Marco Giudici, il produttore, ha navigato su quel mondo lì”.
Morsa
“Morsa” è un disco attento ai dettagli, molto profondo, un viaggio interiore tra conflitto e risoluzione, che trova sfogo nelle note e soprattutto nei testi.
“C’è una sorta di scalinata interiore, i titoli delle canzoni accompagnano questo percorso. Ho costruito i testi con Patrizio Giuffredi e siamo entrati completamente in sintonia. Il glossario del conflitto, lotta da superare, tornava sempre”.
a cura di
Andrea Mariano