Zitti e Buoni, a Sanremo ce stanno i Maneskin

Zitti e Buoni, a Sanremo ce stanno i Maneskin
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Con la partecipazione al 71° Festival di Sanremo, in gara con il brano “Zitti e Buoni”, i Måneskin anticipano il nuovo progetto discografico “Teatro d’ira – Vol.I”, in uscita il prossimo 19 marzo.

Il brano con quasi un milione di ascolti su Spotify presenta sin da subito un sound nuovo e attuale, riadattato allo stile del gruppo che in questi anni ha realizzato tour calcando palchi non solo in Italia, ma in tutta Europa e nel mondo.

Questo sound, più duro rispetto ai brani delle classifiche del momento, rispecchia a pieno la voglia di emergere, di esprimere la propria unicità e autenticità che ben caratterizza Damiano, Ethan, Victoria e Thomas.

Avanti veloce

Scrivere nei backstage fra una pausa e l’altra, l’esperienza a Londra, culla di influenze musicali diverse e stravolgenti, ha portato ad uno step-forward lo stile di tutto il gruppo. La creazione a presa diretta dell’album in uncasale del 1600 ristrutturato a studio di registrazione “ha suscitato una visione più d’impatto su chi siamo noi e ciò che vogliamo rappresentare. Ci siamo divertiti molto”, dice Thomas. “In caso di ispirazione notturna, scendi e vai in studio. Si sa che la notte porta consiglio” conclude Ethan.

L’IRA protagonista dell’album dei Måneskin non è rabbia distruttiva, ma al contrario vuole essere costruttiva, catartica, che insegna. Infatti questa viene rappresentata nel teatro, che da sempre è luogo dove l’arte si crea e apporta nuovi stimoli allo spettatore. Quest’album, insomma, è una rivoluzione nel mondo dei Måneskin. D’altronde tutte le rivoluzioni iniziano con un cambiamento, con un piccolo fuoco che arde dentro e con voglia di uscire a coinvolgere tutti con il suo calore.

Il video di “Zitti e Buoni”

Il nuovo videoclip è un movimento di voci, musica e persone che fa trasudare la voglia di far uscire il vero, il bello così com’è, così come sono loro, i Måneskin.

Interamente registrato in pellicola, riporta una scelta retrò che caratterizza tutto il gruppo. I costumi scelti richiamano artisti come Led Zeppelin, Queen, artisti di altri tempi nei quali i ragazzi si rispecchiano di più, sentendosi sempre più veri, e completi con la loro indole Glam Rock.

“La nostra musica è la nostra vita, ciò che incidiamo e suoniamo è anche parte di ciò che siamo nella vita reale”

Thomas

“Noi cerchiamo di vivere la nostra vita dal look alla musica. Noi ce ne freghiamo delle critiche per quanto a volte difficili da gestire, ma noi siamo ciò che siamo

Victoria

Il successo di questi ragazzi entrati in punta di piedi è poi arrivato alle persone, ricevendo continui feedback importanti soprattutto perché non prognosticabili.

Un aggettivo che descrive ognuno di loro? Impossibile sceglierne uno solo

Per descrivere il gruppo con degli aggettivi… Beh, Victoria è quella più sul pezzo, la mente più presente del gruppo che tiene le redini a livello logistico e di locali nei quali andare, noi siamo un po’ dei ‘cani’ (ridono). Thomas è quello che risolleva gli animi, il casinista pieno di pensieri e positività. Ethan è il maestrino di turno, se c’è un problema sul pezzo ti dice esattamente quello che devi fare, quale nota prendere sul pentagramma. Io… Beh, io sono quello che dà benzina al gruppo, l’incendiario

Damiano

Fuori dal coro

Damiano, frontman simbolo per tutta la Generazione Z, riporta in marcia con il suo gruppo uno stile musicale che non rispecchia la realtà trap e usi di autotune del momento. Spesso il background musicale nel quale si è nati e grazie anche ai gusti dei genitori o contesto nel quale si vive aiuta molto a formare l’identità delle diverse generazioni.

Ciononostante, i Maneskin dimostrano come questo connubio di gusti Punk Rock – Funk Rock vs Trap in realtà abbia possibilità di riscatto e di convivenza. Come afferma Victoria: “Per fare una band bisogna farsi il culo, e speriamo che i ragazzi vedendoci trovino ispirazione da noi e si animi a farlo. Anche trovare i membri del gruppo da singolo musicista è difficile. Ma torneranno! Torneranno i “Cercasi batterista, bassista…” (i Måneskin sorridono in positivo).

 “La sincerità nella musica paga e noi siamo sinceri” (Måneskin)

Cosa ne sarà del futuro musicale e delle nuove generazioni, lo scopriremo solo fra qualche tempo, ma ciò che invece possiamo riconoscere negli ideali e nell’anima dei Maneskin è il loro essere sinceri nella loro energia e voglia di essere.

Ed è proprio da questa autenticità, dalla voglia di esprimere la verità che i Maneskin si fanno anche portavoce di cambiamento, di lotta contro qualsiasi stereotipo di genere che va dal vestiario con corsetti in evidenza, trucco, merletti, sino alla sinergia fra tutti i componenti che vive e si esprime senza limiti ne paure.

Che dire… Un grande imbocca al lupo a questi ragazzi e alla loro musica che li vedrà (speriamo) per la prima volta nei palazzetti il prossimo 14 dicembre al Palazzo dello sport a Roma e 18 dicembre al Mediolonam Milano.

Ci vediamo stasera a Sanremo con i Maneskin, che di certo non staranno Zitti e Buoni!

a cura di
Francesca Bandieri

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Andrea Mariano

Andrea nasce in un non meglio precisato giorno di febbraio, in una non meglio precisata seconda metà degli Anni ’80. È stata l’unica volta che è arrivato con estremo anticipo a un appuntamento. Sin da piccolo ha avuto il pallino per la scrittura e la musica. Pallino che nel corso degli anni è diventato un pallone aerostatico di dimensioni ragguardevoli. Da qualche tempo ha creato e cura (almeno, cerca) Perle ai Porci, un podcast dove parla a vanvera di dischi e artisti da riscoprire. La musica non è tuttavia il suo unico interesse: si definisce nerd voyeur, nel senso che è appassionato di tecnologia e videogiochi, rimane aggiornato su tutto, ma le ultime console che ha avuto sono il Super Nintendo nel 1995 e il GameBoy pocket nel 1996. Ogni tanto si ricorda di essere serio. Ma tranquilli, capita di rado. Note particolari: crede di vivere ancora negli Anni ’90.

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