LUPIN, il celebre ladro gentiluomo nella Parigi moderna

LUPIN, il celebre ladro gentiluomo nella Parigi moderna
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Lupin, la serie tv targata Netflix che ci ha sorpreso per la sua apparente semplicità, è adesso in testa alla classifica dei dieci migliori prodotti sfornati dal colosso americano di servizi in streaming.

Dimentichiamoci per un attimo il Lupin che conosciamo, quello frutto della penna di Maurice Le Blanc , spilungone, bianco ed estremamente eccentrico: stavolta il nostro “antieroe” è interpretato superbamente da Omar Sy (conosciuto per il film “Quasi Amici – Intouchables” del 2011).

Parliamo quindi di una trasposizione in chiave moderna della storia che certo ha fatto parlare tanto i più “tradizionalisti”. E’ nostra tendenza però pensare che le novità introdotte (anche dal punto di vista stilistico ) all’ interno della serie , siano portatrici di rinnovazione all’ interno del panorama Netflix.

Di cosa parla quindi Lupin?

Arsène Lupin è in realtà trasfigurato e incarnato dal personaggio di Assane Diop, giovane ragazzo francese ma dalle origini senegalesi che, a seguito dell’ arresto del padre, Babakhar , accusato del furto della collana di Maria Antonietta, viene spedito in una scuola privata e mantenuto da un’ anonima benefattrice.

Al suo fianco, il libro delle avventure di Lupin che il padre gli aveva regalato per il compleanno, gli insegna gli scaltri metodi del ladro più famoso del mondo.

Una volta cresciuto, Assane è deciso a scoprire la verità sulle accuse fatte al padre dalla famiglia Pellegrini (di cui Babakhar era il maggiordomo ) mentre alterna (e nasconde) le sue identità fittizie alla relazione con la giovane Claire , sua “anima gemella” dai tempi dell’ adolescenza, al figlio e alla polizia.

Perchè il personaggio di Assane ci piace cosi’ tanto ?

La risposta è semplice : riesce a farci entrare dentro la sua storia con una naturalezza inaudita, a farci emozionare attraverso flashback della sua infanzia, lo seguiamo incessantemente con lo sguardo come se la sua ricerca di informazioni fosse anche la nostra.

Ma non solo: comprendiamo le sue motivazioni e i suoi sentimenti dall’ interpretazione magistrale che Omar Sy riesce a conferirgli (molto emozionante, ad esempio, il momento in cui Assane scopre di essere padre all’ interno del ristorante di lusso ).

La fotografia come punto forte della serie

Uno dei tanti meriti di questa serie è infatti la bellezza delle panoramiche (molto spesso attraverso campi lunghissimi) su Parigi e sulle sue architetture: ci vengono mostrate case in tipico stile parigino, parchi dove si svolgono inseguimenti mirabolanti ma soprattutto l’ emblematico Musèe du Louvre con la famosa Gioconda di Da Vinci.

In più, molto belle risultano essere le vedute e i colori della spiaggia e dei faraglioni di Le Havre nella quale Assane si reca accompagnato da Claire per celebrare la ricorrenza della nascita del personaggio di Lupin e il compleanno del figlio.

Unica nota di riflessione potrebbe essere il fatto che la fotografia sia costantemente assoggettata agli spostamenti dei personaggi senza possedere una propria libertà di movimenti per uscire un attimo dalla narrazione continua .

D’altronde pero’ , siamo consapevoli di non poterci aspettare una linguistica filmica troppo articolata , con tempi morti e paesaggi vuoti e desolati di ispirazione Antoniana dato che la serie ha prevalentemente un intento narrativo e “ludico” .

Clichè e riferimenti alla cultura francese che lasciano a desiderare

Forse unica pecca notificabile della serie risulta essere questa volontà di “citazionismo” flebile, che va a scadere perchè slegato da ogni sorta di riflessione vera e propria ma anche qua assoggettato alla continuità narrativa.

Da notare ad esempio “J’ Accuse”, ( nome del gatto della giornalista che aiuterà Assane) termine francese risalente alla fine dell’ Ottocento con cui generalmente si usa indicare una sorta di protesta contro i poteri forti e la corruzione.

Considerazioni finali e prosieguo della serie:

Al momento Netflix ha rilasciato solamente la prima parte della serie tv (composta da cinque episodi da un’ ora circa ) , non si sa però ancora quando potremmo vedere la seconda metà.

Sicuramente gli ultimi minuti del quinto episodio ci lasciano con tanti interrogativi: il figlio di Assane viene rapito dall’ investigatore privato della famiglia Pellegrini , dove verrà portato ? Assane sarà costretto a costituirsi per liberarlo o riuscirà a “scamparsela”?

Le dinamiche della serie rimangono ancora aperte , sicuramente sarebbe bello vedere una nota introspettiva anche su altri personaggi come Monsieur Pellegrini o la figlia un tempo invaghita del protagonista.

Il tocco francese

Nel frattempo non possiamo che lodare questa serie per la sua leggerezza e per i dialoghi brillanti frutto di Louis Leterrier, Marcela Said e Ludovic Bernard alla regia e forse appunto , di quell’ aurea che caratterizza lo stile di produzione parigino con quella raffinatezza di modi che non appesantiscono mai lo spettatore.

Dunque una vera e propria serie Made in France prodotta dalla storica casa di produzione Gaumont (1895) che sta facendo successo e che promette molta carne al fuoco per il futuro.

a cura di
Sara Cilia

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