“Ho cercato di trasformare in musica tutte le cicatrici del passato”: intervista a Frida

“Ho cercato di trasformare in musica tutte le cicatrici del passato”: intervista a Frida
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Era triste Bologna” è il titolo dell’ultimo singolo dell’autrice pugliese Frida, pubblicato dall’etichetta Luppolo Dischi il 15 gennaio.

La malinconia e i ricordi si mescolano in una ballad pop che racconta la storia di un amore iniziato, consumato e terminato nella città emiliana. “Era triste Bologna” è anche l’evocazione di un passato che si ripercuote anche nel presente, per riscattare il recupero della memoria dei momenti più belli e gioiosi che ormai, giorno dopo giorno, sbiadiscono con lo scorrere del tempo.

FRIDA, nell’andare a collocare la propria storia d’amore tra i portici di Bologna, non può fare a meno di elogiare tacitamente il grande maestro Dalla, rievocato anche tramite la copertina.

Non volendo svelare troppo dell’artista e del suo ultimo singolo, vi lasciamo qui l’intervista a lei dedicata:

Ciao Frida, il 15 gennaio è uscito il tuo ultimo singolo “Era Triste Bologna” per Luppolo Dischi: in che modo per te questa città è investita di questo alone malinconico?

Bologna è la città viva per eccellenza, ma per me mantiene sempre questo alone malinconico perché legata ad un particolare momento e ricordo della mia vita un po’ nostalgico, che racchiude un mix di emozioni contrastanti. Bologna è la città del buon vino, la città delle bici, dei ragazzi che si baciano sulle colonne in Piazza Maggiore, sotto i portici, la città calda dai tetti rossi, la città in cui io vivrei, la città di Dalla e quindi della bella musica.
Non so, a me tutto questo dà un senso di leggera malinconia, a voi no?

Nella copertina del singolo ci sono delle luminarie che salutano Lucio Dalla. Quali sono i cantautori da cui ti lasci ispirare maggiormente?

Se devo parlare dei grandi cantautori di una volta, vi citerei, oltre Dalla, anche De Andrè, Battisti, De Gregori. Ma se invece penso ai cantautori che hanno ispirato la mia musica, penserei a quelli più attuali come: Levante, Margherita Vicario, Gazzelle, Calcutta, Galeffi, Ariete e molti altri. Mi piace la musica a 360 gradi.

Hai partecipato alla selezione di vari talent come “X Factor” o “The Voice”. Che valore attribuisci, sotto un punto di vista artistico e musicale, a questi talent per la crescita personale di un artista o di una band che vi partecipa?

Sono sicuramente un trampolino di lancio, una buona base di partenza per chi vuole farsi conoscere in questo mondo, non semplice. Penso sia un’opportunità di crescita personale e artistica quella di interagire e duettare con artisti o coach famosi.
Allo stesso tempo però penso che possano anche essere un’arma a doppio taglio nel momento in cui esplode una grande popolarità improvvisa che non si sa come gestire e che può, quindi, rivelarsi dannosa o addirittura svanire nel giro di pochissimo tempo. Il rischio è quello di fare la fine delle meteore.

Il tuo nome si ispira indubbiamente alla pittrice Frida Kahlo: qual è stato l’evento che ti ha fatto pensare di chiamarti come lei?

Frida Kahlo è una donna che è riuscita a trasformare quelle che erano le sue sofferenze, fisiche e amorose, in arte. Ed è un po’ quello che è accaduto anche a me. Ho cercato di trasformare in parole e musica, tutte le cicatrici del passato. Per me lei è una grande fonte d’ispirazione, una sorta di musa, per questo ho scelto di chiamarmi come lei (pensate che ho anche tatuato il suo volto a metà con quello di Amy Winehouse sul mio braccio).

Sappiamo che è difficile programmare e fare pronostici, ma stai già lavorando a qualcosa di nuovo?

In un periodo di instabilità totale come questo è difficile programmare o fare pronostici, ma la musica non si ferma mai. Ho tantissime idee in cantiere, brani abbozzati, pezzi in fase di costruzione. Con la mia etichetta stiamo pensando alla realizzazione del mio primo Ep!

a cura di
Ilaria Rapa

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