Il sogno di John Lennon

Il sogno di John Lennon
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Ci sono personaggi della storia del costume e della musica a cui ci sentiamo più legati. I motivi possono essere tanti, sarebbe bello scoprire la storia di ciascuno e le emozioni che ne derivano. John Lennon, come molti di noi sanno, è stato assassinato alle 22.50 dell’8 dicembre 1980 mentre rientrava nel suo appartamento situato al Dakota Building con la moglie Yoko Ono.

L’assassino è stato Mark Chapman, un giovane squilibrato che sembra abbia trovato ispirazione per l’omicidio grazie al libro Il giovane Holden. Ora essere qui a celebrare un evento così terribile vuol dire ridare dignità ad un’artista libero che ha segnato una pagina importante nella storia della cultura mondiale.

Mind Games

Un personaggio che ha saputo scatenare una rivoluzione tramite dei mind games universali, cantando ai quattro venti che l’amore era l’antidoto per salvare l’umanità. Ma attenzione, non era un pazzo ma un uomo che aveva rinunciato a una carriera fortunata cominciata con la band più famosa del mondo (I Beatles) per seguire un amore che lo completava come uomo e come artista.

Vi confesso che ho pianto tanto rivedendo quel twitter che Yoko Ono pubblicò nel 2013 per lanciare un messaggio contro l’uso delle armi. La foto ritraeva gli occhiali insanguinati di Lennon, un’immagine forte e definitiva. Un gesto di violenza gratuita, assurda ancora oggi contro un uomo che cercava un equilibrio umano e spirituale.

Un uomo sereno

Nelle ultime interviste veniva alla luce un uomo sereno, sempre innamorato di Yoko, padre devoto di Sean, carico per il nuovo disco Double Fantasy che sarebbe uscito postumo. Aldilà dell’immagine era un individuo semplice e profondo al tempo stesso, con un grande senso dell’umorismo.

Senza di lui i Beatles non avrebbero mai registrato canzoni come Help, Revolution, Come Togheter, All you need is love e i loro testi si sarebbero limitati a parlare di promesse d’amore. Forse solo Bob Dylan, nella storia della musica, ha avuto un impatto così determinante. Lennon è un figlio dei tempi nuovi, della scoperta dell’individualità e del rovesciamento delle convenzioni. E come uomo nuovo risultava scomodo.

Sorvegliato speciale

Sorvegliato speciale del controspionaggio americano, additato come pacifista, estremista e quindi pericoloso. Considerato traditore da una rivista di sinistra per la sua critica verso l’insurrezione armata. Lennon è stato un uomo che ha saputo mettersi in discussione; aveva la grazia e il talento per esprimere sé stesso in tutto il suo splendore. Un artista ancora oggi fortemente moderno nella sua forma espressiva priva di derivazioni e influenze.

La sua grande forza è nella piena consapevolezza che un miglioramento interiore è la vera chiave per rendere il mondo un posto migliore. Quindi ogni artista che si rispetti non può che essere grato e rispettoso nei suoi confronti per il coraggio dimostrato.

Gli omaggi

La morte di John Lennon, così come la sua arte, ha unito tutti. Centinaia, migliaia, milioni di cuori hanno battuto all’unisono in quello sciagurato dicembre 1980 e, anche per questo, sono stati tantissimi gli omaggi, negli anni, da parte di altrettanti artisti.

I Queen, nel loro The Game Tour, quando furono informati della morte di Lennon suonarono una cover di Imagine, e pubblicarono il brano Life Is Real (song for Lennon), nell’album Hot Space del 1982.

Anche David Bowie, che con Lennon aveva composto Fame nel 1975, lo ricordò cantando Imagine durante l’ultima tappa del suo tour, Serious Moonlight, all’Hong Kong Coliseum, l’8 dicembre 1983.

Inoltre Bowie, in quell’occasione, raccontò al pubblico dell’ultima volta in cui incontrò Lennon, proprio ad Hong Kong, e di quando chiese all’ex Beatles un’opinione sulle sue canzoni:

“Gli chiesi: cosa ne pensi del mio modo di fare Rock’n’Roll? E lui mi rispose ‘è fantastico, ma è solo Rock’n’Roll con un po’ di rossetto sopra’. Non avrebbe potuto riassumerlo meglio”.

Una delle opere più famose che ricorda la morte di Lennon è quella di Yoko Ono: Season of Glass, l’album uscito appena sei mesi dopo la morte del marito. Sulla copertina del disco la fotografia degli occhiali insanguinati indossati da Lennon il giorno del suo assassinio.
In quello stesso album è contenuto il brano No, No, No che inizia con il rumore di quattro spari seguiti dalle urla della Ono.

Quello tra Lennon e Bob Dylan invece fu un rapporto altalenante. Se da una parte John Lennon, negli anni Sessanta, era quasi intimorito dalla personalità di Dylan, lo stesso non si può dire del contrario. Inoltre Lennon spese spesso parole di apprezzamento per Dylan, definendolo “il migliore nel suo campo” ma questi complimenti non furono mai corrisposti.

Eppure Dylan teneva molto in considerazione Lennon, tanto da chiedergli di partecipare ad Eat the Document, un documentario sulla sua tournée inglese. Nelle registrazioni si vedono i due chiacchierare in maniera confusa, probabilmente strafatti, nel retro della limousine. Il ricordo di Lennon riguardo a quell’esperienza è terribile, non si dovrebbero mai conoscere i propri miti. Forse anche questo portò la considerazione di Lennon su Dylan ad affievolirsi. Al contrario, quella di Bob Dylan crebbe, fino al tributo Roll On John, presente nell’album Tempest, del 2012.

David Gilmour dei Pink Floyd scrisse la canzone Murder sull’assassinio di Lennon, pubblicata nel suo album solista About Face del 1984.

Infine, tra i tanti, è importante ricordare l’omaggio di Elton John. I due furono molto amici, soprattutto negli ultimi anni di Lennon, tanto che Elton fece anche da padrino a Sean. L’ultima apparizione su un palcoscenico dell’ex Beatles fu proprio al Madison Square Garden, che vedeva i due duettare insieme.

Dopo la sua morte, Elton pubblicò il brano Empty Garden (Hey Hey Johnny) dedicato proprio a Lennon. Il giardino a cui si fa riferimento nella canzone è probabilmente Central Park di New York, dove Lennon andava spesso a passeggiare. Elton John nel pezzo lo paragona ad un giardiniere “che sradicava le lacrime e coltivava un buon raccolto“.

La canzone venne eseguita per la prima volta proprio al Madison Square Garden, nell’agosto 1982. In quell’occasione nel pubblico c’erano anche due persone particolarmente commosse: Yoko Ono e Sean Lennon. La canzone non è stata spesso eseguita dal vivo però, per via dei ricordi che che faceva riaffiorare alla mente di Elton John.

Nel nostro paese invece è celebre l’omaggio dei Pooh, del 1981, “Chi fermerà la musica” dedicata proprio a Lennon.

Strawberry Fields forever

A Central Park c’è l’area Strawberry Fields Memorial dedicata a lui come la canzone Strawberry Fields Forever che Lennon scrisse ispirandosi ai campi di fragole di Almeria, in Spagna. Al centro trovate un mosaico donato nientemeno che dal comune di Napoli. Intorno a quello stupendo lavoro molta gente canta le sue canzoni, proprio come un mantra infinito che continua a risuonare nei cuori e nelle orecchie di ognuno di noi. Quella canzone-manifesto ( Imagine ) che ogni volta rende concreto e reale quel sogno di Lennon perchè il mondo diventi un posto migliore per tutti.

a cura di
Beppe Ardito
Daniela Fabbri

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Beppe Ardito

Da sempre la musica è stata la mia "way of life". Cantata, suonata, scritta, elemento vitale per ridare lustro a una vita mediocre. Non solo. Anche il cinema accompagna la mia vita da quando, già da bambino, mi avventuravo nelle sale cinematografiche. Cerco di scrivere, con passione e trasporto, spinto dall'eternità illusione che un mondo di bellezza è possibile.

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