Comfort Zone, il nuovo singolo di Ida Nastri
Esce venerdì 20 novembre su tutte le piattaforme digitali “Comfort Zone”, primo singolo di Ida Nastri, pubblicato da Romolo Dischi e distribuito da Pirames International.
Comfort Zone è un brano scritto nella difficile estate del 2020, “in piena pandemia, dove tra momenti di disperazione per la difficile situazione sanitaria e lavorativa ho deciso di reagire semplicemente non fermandomi, che fosse scrivere, studiare, registrare, produrre” afferma Ida Nastri.
Questa situazione mai vista prima ha scaturito in lei delle nuove riflessioni: quanto facilmente ci abituiamo a una determinata nostra “normalità”, e quanto invece questa effettivamente resta appesa a un filo. Tutto quello che professionalmente aveva costruito era a livello lavorativo crollato come un castello di carte. Nel dramma impariamo a conoscerci meglio e si scoprono i nostri punti deboli, che avevamo messo sotto il tappeto o che proprio non sapevamo di avere. Comfort Zone è un invito a riuscire a vivere giorno per giorno e a godersi ogni attimo. A non darsi mai per scontati.
Benvenuta su The Soundchek Ida! Parlaci del tuo progetto, e soprattutto del tuo primo singolo d’esordio COMFORT ZONE. Cosa pensi sia davvero essenziale nel panorama musicale oggi giorno?
Forse i live. Solo dal vivo si capisce a 360 gradi l’artista e la sua musica. Nel mondo di oggi dove ci si stufa subito e si passa da un artista all’altro nelle varie playlist il concerto dal vivo è la cartina di tornasole di tutto il contorno, e l’artista si può prendere i suoi tempi: almeno un’ora di attenzione per dire la sua. Non siamo costretti ai 3 minuti radiofonici.
Preferisci lasciarti trascinare dalle playlist o selezionare gli album?
Quando esce un album nuovo di un artista che seguo italiano o internazionale me lo ascolto tutto dall’inizio alla fine. Se non ci sono uscite scelgo invece un brano di quelli miei “preferiti” del periodo e da lì lascio a Spotify fare le ricerche correlate. Devo dire che così ho scoperto tanti artisti nuovi e fortissimi, ma lontani dai grandi circuiti.
Tre parole per definire la tua musica.
Le ho coniate per voi:
mangiacervello
chefarifletteremasenzapresaamaleeccessiva
damovimentoalmenodellanca.
Abbiamo letto che la tua musica affonda le sue radici nel jazz, ci racconti la tua evoluzione artistica?
La musica fin da piccola è sempre stata uno dei miei giochi preferiti. Si può dire che ho sempre cantato e fin dalle elementari ho fatto esperienze molto stimolanti tramite diversi cori, anche di alto livello. Quindi alla passione si è affiancato anche tanto studio: prima il pianoforte classico, poi una breve parentesi di clarinetto, poi il canto.
Fino ad arrivare alla Laurea in Conservatorio. E’ stato durante il Conservatorio che ho iniziato a scrivere. Ma questo è un mestiere che si impara sul campo, confrontandosi con altri musicisti e che soprattutto non si finisce mai di imparare. E artisticamente mi sento in continua evoluzione e crescita.
Progetti futuri?
Continuare a scrivere musica cercando di centrare sempre di più la quadra a livello di sound, di testi, di melodie. Magari iniziare a scrivere anche per altri artisti. Spero di poter suonare dal vivo e sogno di poter portare la mia musica anche in giro.
a cura di
Sara Alice Ceccarelli
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