Carme: “Vi presento Goodbyes, il mio nuovo EP”

Carme: “Vi presento Goodbyes, il mio nuovo EP”
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Carme, musicista e compositore di Milano nato nel dicembre 1999. Si approccia molto presto alla scrittura, subito in inglese, strumento che utilizza per comprendere meglio le sfumature della vita quotidiana. Da piccolo la vita in casa e i viaggi in macchina sono sempre stati accompagnati da dischi R&B e Alt-rock inglesi e americani. Dopo aver imparato il primo 12-bar blues sulla vecchia chitarra di suo padre, decide di vendere la PlayStation per comprarsi una chitarra elettrica e fondare la prima band.

Dal 2019 ha iniziato a lavorare alle registrazioni del suo primo Ep Goodbyes, un punto d’inizio per un percorso di crescita sia musicale che personale. I quattro brani che lo compongono descrivono i mesi conclusivi di una relazione, pieni di controversie, dubbi e instabilità emotiva.

Ti sei trasferito a Helsinki ma vuoi che la tua musica continui a viaggiare qui in Italia. Raccontaci di questo cambiamento che immagino abbia scosso la tua vita…

Mi sono ’trasferito’ temporaneamente. Sto facendo un anno di studio all’estero per frequentare il dipartimento di Tecnologia Musicale ad Helsinki. Ho colto questa opportunità per provare il sapore di vivere in una nuova città e prendermi un po’ di tempo lontano da tutto quello che mi circondava a Milano. Avevo bisogno di qualcosa che smuovesse le mie fondamenta.

A tal punto che hai scritto “Goobyes”, un contenitore di quattro canzoni che appaiono come uno sfogo, scritte di getto in due mesi e buttate fuori per un’esigenza forte…

In verità l’Ep è stato scritto due anni fa alla fine del liceo. Ma la situazione era simile  a quella che sto vivendo ora. Mi trovavo in un periodo di grandi cambiamenti e all’inizio di un percorso di crescita. I brani sono stati scritti nel giro di un paio di mesi senza troppe riflessioni proprio per esaurire i pensieri che mi giravano in testa. E’ incredibile come alcune fasi della vita si ripresentino in modo ciclico nel tempo.

Sei giovanissimo ma sembri avere le idee molto chiare, pensi che un giorno scriverai anche in italiano o l’inglese rimarrà la tua prima scelta?

Non lo escludo assolutamente. Anzi, dopo aver pubblicato insieme a illSick e Cilo il singolo “Immobile” e avere provato appunto per la prima volta a pubblicare qualcosa nella mia lingua ho iniziato seriamente a pensare che potrebbe essere interessante provare a sperimentare con l’italiano dopo diversi anni passati a cantare in inglese.

Cosa ascoltavi da piccolo e chi o cosa ti ha fatto avvicinare al mondo musicale?

La scelta della lingua è derivata anche dal fatto che sin da quando ero piccolo ho sempre ascoltato prevalentemente musica inglese e americana. Sono cresciuto con artisti come Pearl Jam, Springsteen, The Smiths e Style Council ma recentemente  mi sono avvicinato di più al mondo R&B e nu-Soul.

Ho iniziato a suonare per merito di un mio amico quando alla fine delle elementari aveva iniziato a prendere lezioni di chitarra elettrica e io, invidioso e curioso, ho deciso di copiarlo. Così dalle medie in poi l’interesse per la musica è cresciuto sempre più e non ho più smesso di studiare.

“Nobody” è la traccia che mi ha colpita di più, molto personale e si percepisce che l’hai scritta d’istinto. Che storia racconta?

Nobody racconta la fine di una relazione. In modo naturalmente un po’ immaturo contiene le domande e dubbi che mi ossessionavano in quel periodo. È una sorta di riflessione scritta per permettermi di fare ordine dentro la testa. Il processo di   scrittura è stato terapeutico e posso dire che in fin dei conti quel momento di   tristezza è stato la scintilla che ha dato il via a tutta una serie di cose sia musicali   che non di cui sono molto felice. Mi azzarderei a dire che è stata quasi una fortuna.

Cosa dobbiamo aspettarci adesso da te?

Me lo chiedo ogni giorno. Ho diverse canzoni che vorrei condividere quindi chi può può dirlo, magari un album? Un altro Ep? O magari mi metto a fare il cameriere.

a cura di
Giulia Perna

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