Letter To You: l’anima ritrovata di Bruce Springsteen

Letter To You: l’anima ritrovata di Bruce Springsteen
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Max: Tu te la porterai dietro per tutta la vita la puzza della strada.

Noodles: A me piace da matti la puzza della strada, mi si aprono i polmoni quando la sento. E mi tira anche di più.

(dal film C’era una volta in America – Sergio Leone)

Giubbotto di pelle, sotto la neve, si presenta così Bruce Springsteen sulla copertina del suo nuovo, attesissimo album Letter To You. Qualcuno ha voluto ricordare la somiglianza con la copertina di ”The Freewhelin Bob Dylan”, un disco epocale che rappresentò una pietra miliare nella musica e nella cultura di tutto il mondo.

La neve intesa come purezza ma anche come tempi difficili dai quali si deve uscire fuori riprendendo in mano il proprio passato e recuperando quella forza, quel sound costruito sulla strada, denso di sudore ed emozioni vere e necessarie proprio in un periodo difficile per la nostra storia.

E il loro sound si sente subito nel drumming inossidabile di Max Weinberg, nella spalla del compare Stevie Van Zandt, il piano di Roy Bittan. Un album registrato praticamente dal vivo, con la voce del Boss che incita l’entrata degli strumenti.

Il disco si apre con una lettera “scritta con inchiostro e sangue attraverso i tempi difficili e buoni, scavando nel profondo della propria anima“. Springsteen si dimostra un songwriter di razza, in lui sono concentrate la cose migliori della tradizione musicale americana. Si prosegue con le chitarre affilate di Burnin’Train e brani recuperati dal passato come Janey needs a shooter, If I was a priest con un finale epico e Song for Orphan dai toni dylaniani.

Alcune canzoni fanno pace con i fantasmi del passato, come nel caso di Ghosts. Un omaggio ai compagni scomparsi che hanno condiviso il sogno del rock’n’roll: George Theiss dei Castiles, sua prima band, ultimo esponente della formazione con cui Springsteen ha cominciato a suonare. Ma anche Danny Federici e Clarence Clemons, membri storici della E Street Band.

Faccio promesse a coloro che sono venuti prima di me. Alzo il volume, lascio che gli spiriti siano la mia guida Ci vediamo fratello e sorella dall’altra parte.

Ma in questa vita Bruce dichiara di sentirsi vivo col brivido del sangue nelle ossa, riprende in mano la sua chitarra, dà il quattro alla sua band e tutti noi che ascoltiamo siamo, ancora una volta, proiettati nel suo sogno fatto di verità e di vissuto.

a cura di
Beppe Ardito

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Beppe Ardito

Da sempre la musica è stata la mia "way of life". Cantata, suonata, scritta, elemento vitale per ridare lustro a una vita mediocre. Non solo. Anche il cinema accompagna la mia vita da quando, già da bambino, mi avventuravo nelle sale cinematografiche. Cerco di scrivere, con passione e trasporto, spinto dall'eternità illusione che un mondo di bellezza è possibile.

4 pensieri su “Letter To You: l’anima ritrovata di Bruce Springsteen

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