Gli NDM puntano il faro sulla concezione di artista indipendente

Gli NDM puntano il faro sulla concezione di artista indipendente
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Gli NDM sono una band rock della scena romana. Si formano nell’autunno 2012 con Aldo Onori (1990) alla voce e chitarra elettrica, Giulio Colletti (1992) alla batteria e Valerio Pistilli (1992) al basso. I testi sono in lingua italiana, strettamente legati alle sonorità dei brani e alla volontà di trasmettere messaggi con un’attitudine quasi cantautorale. Musicalmente lasciano spazio alle distorsioni, all’alternarsi tra atmosfere violente e più soft,a strutture che ricercano la semplicità senza cadere nell’ovvietà.

Da poco è uscito il loro nuovo singolo “INDIEOTA” (Maninalto! Records), disponibile su tutte le migliori piattaforme digitali e primo estratto dall’EP “Non so se avete presente”, di prossima uscita.

Un testo canzonatorio nei confronti della scena indie italiana, pregno di ironia dissacrante, smussa le sonorità “arroganti” trasportando l’ascoltatore in un mood irriverente e beffardo. “INDIEOTA” è una reazione a quello che oggi è diventata la concezione dell’artista indipendente.

L’idea del video nasce dagli spunti presenti nel testo, che descrive il “cantante alternativo” come un fantoccio superficiale, che sforna testi falsamente intellettuali per accaparrare consensi. Vengono quindi introdotti elementi circensi, come clown e scimmie ammaestrate, e del teatro greco e romano, a sottolineare come spesse volte il mondo dello spettacolo sia fatto di maschere, delle quali la vincente è quella che fa più ridere. L’intento è un invito ironico ad andare oltre il messaggio satirico della canzone, contraddicendo apertamente le parole tramite immagini che ne portano alla luce il significato ridicolo a drammatico.

Vi definiscono una band rock, ma cosa vuol dire fare rock oggi in Italia?

Ce lo chiediamo veramente poco, perché per noi è un’attitudine naturale. Non ci chiediamo se quello che stiamo facendo sia rock o meno, ma alla fine si va a sbattere sempre a puzzare di elettricità e legno, a sentirci a nostro agio con i suoni distorti e i tocchi non proprio delicati alla batteria. Se questo è rock, questo sono gli NDM.

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Entriamo nel vivo di una questione spinosa (che tra l’altro mi sta molto a cuore) che affrontate nel vostro nuovo singolo dal titolo già esemplificativo “INDIEOTA”. Cosa vuol dire per voi indie?

INDIEOTA è una reazione beffarda rispetto a quella che oggi è diventata la concezione dell’artista indipendente. Come ci è già capitato di dire non siamo propensi a fare (ne ci interessano) discorsi nostalgici sulla vecchia guardia indipendente. Ci piacerebbe si concepisca l’indie come attitudine, come qualcosa di slegato dai modelli culturali correnti che la fanno da padrone… non come un genere musicale legato ad ambienti definiti e svilenti per contenuti. Perché alla fine “gira e rigira la tua è una canzoncina”.

Un testo che prende in giro la scena indie italiana, ma se poi finite su Scuola indie come la mettiamo?

Eheh, il problema non saremmo noi su scuola indie ma chi ci sguazza pur non avendo nulla di indipendente.

Scherzi a parte, che opinione avete della scena emergente italiana e delle playlist di spotify che sembrano dettare le regole del mercato musicale?

Ovviamente ascoltiamo con piacere e apprezziamo tantissimi dei prodotti nuovi in Italia, non crediamo sia tutto da scartare, privo di verità o semplicemente studiato a tavolino per essere “ammiccante”.

Siamo anche noi fruitori delle playlist di Spotify, ci mancherebbe, ma siamo anche tra i nostalgici che sanno cosa significa avere un rapporto (anche fisico) con il CD. Ad oggi siamo rimasti davvero in pochi ad andare ad approfondire seriamente un artista quando ci piace… oramai si prende la canzone di riferimento e si butta in mezzo ad un calderone di altre canzoni, in una playlist. Per noi questo non ha senso, perché nella musica, così come nella vita, nell’amore, quando una cosa ti piace dovrebbe venire automatico il desiderio di scavare a fondo, scoprire di più, andare a vedere e analizzare cosa succede sotto la superficie delle cose… in questo caso dei singoli e delle top 5 canzoni che Spotify ti mette in alto come “popolari”.

Il video scimmiotta quello che è il cantautore di adesso, barba lunga e occhiale senza lente, testi fintamente intellettuali acchiappa like, ma perché il pubblico ci casca?

Perché ci sembra si stia perdendo sensibilità verso l’arte, la cultura e tutto ciò che arricchisce gli animi dei curiosi. C’è poca curiosità, c’è molta pigrizia. Noi non facciamo musica per farvi muovere il culo, o meglio, potete muoverlo ma ci piacerebbe smuovervi prima qualcos’altro.

Quindi secondo voi oggi non bisogna avere maschere o personaggi costruiti?

Le maschere e i personaggi vanno bene per le rappresentazioni. Noi sul palco non ci sentiamo di rappresentare nulla, ma di celebrare noi stessi ed il momento del live rendendo unici gli istanti che si passano con l’energia del pubblico. Non c’è costruzione se ci si sente più vicini al proprio “sé” sul palco piuttosto che in altri contesti.

Questo singolo anticipa l’ep in uscita entro fine anno: Non so se avete presente, cosa ci dobbiamo aspettare da voi?

Per noi INDIEOTA è un po’ l’apripista di un nuovo percorso. Un EP nato in sala prove e pensato per essere suonato live. Di sicuro vi scontrerete con altre facce di noi.

a cura di
Redazione

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