Massimo Volume – Tutto Molto Bello, Bologna – 18 settembre 2020

Massimo Volume – Tutto Molto Bello, Bologna – 18 settembre 2020
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I Massimo Volume sono una delle band di culto della scena musicale alternativa italiana degli anni Novanta. Ancora oggi, a quasi trent’anni dal primo disco, la loro proposta musicale è talmente particolare – più simile a reading sonori che a canzoni vere e proprie – da risultare unica all’interno del panorama discografico attuale.

E, se è vero che al mondo esistono poche certezze, è vero anche che i Massimo Volume sono una di queste. Ogni volta che realizzano qualcosa di nuovo o girano l’Italia con un tour sembrano riuscire nell’impresa, se non impossibile quantomeno difficile, di mettere d’accordo tutti. Non era facile mantenersi integri e riuscire a tenere così salda la rotta della propria poetica senza sbagliare un colpo mai, ma ce l’hanno fatta.

Dopo il rischio di veder saltare il concerto, come accaduto per la data precedente a Fiesole, a causa di un infortunio della batterista Vittoria Burattini che, come spiegherà Emidio Clementi, “ieri era morta, è risorta stamattina”, l’Arena Puccini di Bologna è gremita di gente.

Chiunque abbia assistito ad un loro live esprime giudizi entusiastici. Sarà per il muro sonoro che mettono in piedi o per l’interpretazione tesissima di “Mimì”, ma dopo questa data bolognese del Tutto Molto Bello non posso che confermare.

Foto di Marianna Fornaro (Tutto Molto Bello)
Le canzoni

Si parte con Ronald, Tomas e io, Le nostre ore contate e Fausto. In alcuni casi Clementi introduce i brani con dei piccoli aneddoti. La ditta di acqua minerale racconta di uno zio che si è giocato a carte la sua azienda e, aggiunge Mimì, di come la verità possa mutare con il passare del tempo, fino a mettere in dubbio che la storia in questione riguardasse davvero suo zio.

Nelle canzoni dei Massimo Volume i testi non sono cantati ma recitati: Emidio Clementi inizia queste micro-narrazioni partendo da un particolare, un episodio familiare o un fatto di cronaca, per poi spostare la riflessione, fino ad arrivare ad un concetto più universale, dove la quotidianità si mischia a poesia, citazioni cinematografiche o letterarie.

Era il 1993 quando uscì Stanze, il loro primo disco. Come ricorda Clementi, prima dell’esecuzione di Alessandro: quella fu la canzone che segnò la loro strada artistica. Ancora oggi i Massimo Volume sono l’unico gruppo italiano che, nel corso degli anni, non ha ceduto un passo, conservando fino all’ultimo grammo di credibilità.

Foto di Marianna Fornaro (Tutto Molto Bello)

Nostra Signora del Caso arriva dall’ultimo disco del gruppo, Il Nuotatore, uscito nel 2019 e ci parla di quel desiderio segreto di essere travolti da un evento, contro la nostra volontà, mentre Dopo che ferma in musica un commiato amoroso. Senza dubbio, quello di quest’ultima, è uno dei testi più ispirati tra quelli usciti dalla penna dei Massimo Volume, anche se a volte “le canzoni d’amore non ricordi nemmeno più per chi le hai scritte”.

Siamo arrivati alla fine, “vi lasciamo con un pezzo pieno di inquietudine” annuncia Emidio Clementi, prima di partire con Fuoco Fatuo.

Leo, è questo che siamo?” riecheggia all’infinito, tra il frastuono delle chitarre. Sì, siamo questo. Invecchiati, mai troppo comodi, ma ancora pieni di meraviglia, qui sotto al palco.

a cura di
Daniela Fabbri

Foto di
Marianna Fornaro (Tutto Molto Bello)

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Daniela Fabbri

Sono nata nella ridente Rèmne, Riviera Romagnola, nel 1985. Copywriter. Leggo e scrivo da sempre. Ho divorato enormi quantità di libri, ma non solo: buona forchetta, amo i racconti brevi, i viaggi lunghi, le cartoline, gli ideali e chi ci crede. Nutro un amore, profondo e viscerale, per la musica, in tutte le sue forme. Sono fermamente convinta che ogni momento della vita debba avere una colonna sonora. Potendo scegliere, vorrei che la mia esistenza fosse vissuta lentamente, come un blues, e invece sono sempre di corsa. Mi piacciono gli animali. Cani, gatti, procioni. Tutti.

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