High Fidelity: Zoe Kravitz e la sua incomparabile Rob
High Fidelity è la serie tv che tutti stavamo aspettando (ma in Italia la aspetteremo ancora)
High Fidelity è sbarcata negli Stati Uniti sulla piattaforma Hulu il 16 Febbraio 2020. Purtroppo dell’arrivo in Italia non si hanno notizie e non ci resta che sperare (nonostante la sua cancellazione).
Dal Romanzo al film e dal film alla serie tv
High Fidelity (Alta Fedeltà) nasce dalla penna di Nick Horby, romanzo pubblicato nel 1995 e dai cui, poi, ne è stato tratto un film nel 2000.
Il romanzo, così come il film, ha segnato un’intera generazione, chi non ricorda il nerd Rob Gordon (Fleaming nel libro), interpretato da un talentuosissimo John Cusack?
Passati 20 anni esatti dalla pellicola firmata Stephen Frears, sono Jesse Peretz e Jeffrey Reiner (successivamente anche Natasha Lyonne) che dirigono un eccezionale riadattamento di High Fidelity.
La storia, come per il film e il libro, anche nella serie ruota attorno al proprietario di un negozio di dischi di nome Rob.
Il protagonista si ritrova a fare i conti, affranto e senza speranze, con il suo cuore spezzato, e trova così come passatempo quello di etichettare e catalogare le persone in base ai gusti musicali.
La domanda sorge spontanea a questo punto: ma cosa cambia nella serie tv?
La storia si sposta a Brooklyn, ai giorni nostri, e Rob è una donna, interpretata da una brillante Zoe Kravitz.
Il gendesrwap (che io ho trovato estremamente geniale), ci fa vedere tutto da un’altra prospettiva, perché sì, donne e uomini vivono le stesse situazioni, ma in modo diverso.
Ma chi è Rob?
Rob è una trentenne che vive nell’intensa Brooklyn e gestisce un negozio di dischi, rifugio per hipster e nerd incalliti, affiancata dai suoi due amici e dipendenti Cherise e Simon, interpretati da Da’Vine Joy Randolph e David H. Holmes.
Si ritrova, di punto in bianco, ad affrontare una grande rottura, che le ha letteralmente spezzato il cuore, e vive la vita con lo stesso “scazzo” con cui io vado a fare la spesa.
Disillusa e sprezzante di fronte alla vita, prova a uscire con altri uomini, ma senza riuscire a dimenticare Mac, l’uomo che l’ha lasciata in frantumi.
La Rob della Kravitz non risulta affatto forzata, o riadattata al personaggio, che noi tutti conosciamo come uomo, anzi, quasi ci si dimentica che si tratta di una storia che è stata già vista e rivista.
È spontanea e riesce a empatizzare con gli spettatori, anche grazie alla rottura della quarta parete. Spesso, durante la visione, si rivolge al pubblico, come se stesse intraprendendo una vera e propria conversazione. Il che ci spinge inevitabilmente a riflettere su quello di cui sta parlando.
Rob è anche quella pazza trentenne amante dell’amore carnale, del sesso, ed è una parte di sé che di certo non nasconde, ma che mostra con tutti i suoi pro e contro.
Perché guardare High Fidelity?
High Fidelity è quella serie tv di cui non sapevi di aver bisogno.
Uno, ha una collezione di soundtrack underground fenomenale. Due, la protagonista è donna, il che abbatte l’accostamento al protagonista originariamente uomo. Tre, Zoe Kravitz.
A questo punto vi lascio con una di quelle frasi che Rob utilizzerebbe per sottolineare come sia utile stilare delle playlist per ogni emozione, occasione e situazione:
«Fare una playlist è un’arte delicata. È come scrivere una lettera d’amore, ma anche meglio in un certo senso. Puoi dire quello che vuoi senza dirlo davvero».
a cura di
Francesca Graziano
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