Il 22 luglio 2020 è stato un giorno importante per Irene Grandi. È stato il suo ritorno alla musica live. E anche il nostro
L’Auditorium Parco della Musica di Roma è un luogo estremamente particolare. La sua cavea spesso ospita artisti provenienti da background estremamente diversi: pop, classica, metal, lirica, cantautorato… Il 22 luglio è stata la volta di Irene Grandi.
Come altri concerti di questo periodo, quello della cantante fiorentina ha un sapore speciale, dato che è la prima esibizione dopo cancellazioni e rimandi causati dal Covid-19. Prima data live dopo tanto tempo, dunque. Si riparte.
Bum bum, batte il cuore
È un evento unico, letteralmente, unica data in tutta l’estate, ma la felicità di Irene Grandi si vede e si percepisce sin da subito. È un qualcosa che viene captato e assimilato immediatamente dal pubblico presente nella cavea romana.
Concerto unico, data unica, quindi energia ai massimi livelli, ma anche delicatezza. Un’onda di decibel che ora sovrastano, ora accarezzano. Merito del grande feeling tra Irene e il suo ormai fedele Power Trio, composto da Saverio Lanza alle chitarre e cori, Piero Spitilli al basso e Fabrizio Morganti alla batteria.
Professionalità, complicità e coesa visione della musica è il segreto di un concerto godibilissimo, il che porta ad arrangiamenti e produzione azzeccati, dove lo zampino di Saverio Lanza (buon musicista, ottimo arrangiatore, dove c’è lui c’è garanzia) si sente. E si gode. Il tutto al servizio della voce e della presenza scenica di Irene Grandi.
Non è facile, però è tutto qui
L’interazione col pubblico non manca. Non si potranno stringere mani, non ci si potrà abbracciare, ma nei momenti più concitati quantomeno Irene riesce nell’impresa di far saltare (sul posto) fan, curiosi e astinenti da concerti.
Un modo “nuovo” e necessario di vivere il live (anche sul palco, dove le distanze spaziali – ma non di complicità e intesa – tra i musicisti sono visibilmente maggiori di quanto non fossero in precedenza), ma L’importante, però, è che l’intesa tra artista e pubblico non venga meno.
Fidatevi, c’è stata.
Vi lasciamo con una sfumeggiante (cit.) Irene Grandi immortalata negli scatti del nostro Matteo Cassoni.
























articolo di
Andrea Mariano
foto di
Matteo Cassoni
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