Francesca Monti e le sue interviste ai tempi del lockdown

Francesca Monti e le sue interviste ai tempi del lockdown
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Il 2020, per ovvi motivi, verrà ricordato come l’anno in cui musica, cinema e spettacolo hanno subito una drastica battuta d’arresto. Francesca Monti, da anni giornalista specializzata in questi settori, non si è mai fermata durante la quarantena, al contrario ha continuato a intervistare cantanti, attori e sportivi

Ha deciso poi di selezionare 27 interviste tra le 60 realizzate nel periodo peggiore della pandemia e le ha inserite all’interno del suo libro Interviste ai tempi del lockdown, un viaggio tra speranze e dubbi di chi ha fatto dell’intrattenimento e dell’agonismo il mestiere di una vita, acquistabile su Amazon.

Ciao Francesca, benvenuta su The Soundcheck. Prima di entrare nel vivo dell’intervista, raccontaci brevemente di te.

Ciao Claudia, innanzitutto grazie per questa intervista. Sono una giornalista, sono appassionata di musica, sport, teatro, cinema e tv, mi piace viaggiare alla scoperta del mondo e scrivere poesie.

Da diversi anni sono inviata alla Mostra del Cinema di Venezia, al Festival di Sanremo e ad altri importanti eventi. Attualmente collaboro con il giornale Il Popolo Veneto e nel 2017 ho fondato la testata nazionale SpettacoloMusicaSport Quotidiano.

Com’è nata l’idea del tuo libro Interviste ai tempi del lockdown?

Il lockdown in Lombardia, dove vivo, è iniziato il 24 febbraio, due settimane prima rispetto alle altre regioni italiane.

Essendo una situazione completamente nuova e non sapendo quanto sarebbe durata ho pensato di scrivere articoli con aggiornamenti sull’evoluzione della pandemia e di continuare a intervistare personaggi del cinema, della tv, dello sport, della musica per regalare ai lettori qualche istante di svago e leggerezza.

A fine aprile mi sono resa conto di aver realizzato circa sessanta chiacchierate con vari artisti, così ho pensato di dar vita a un libro, inserendo ventisette interviste ma anche alcune mie riflessioni scritte nel corso della quarantena. Quindi ho scelto di destinare i proventi delle vendite in beneficenza.

Oltre alle interviste, ci sono degli intermezzi che ripercorrono le tappe della pandemia dal 23 febbraio (giorno in cui, in Lombardia, è iniziato tutto) al 18 maggio, ovvero il primo accenno di libertà. Volevo chiederti se, nell’arco di questo periodo, hai percepito anche nelle persone che hai intervistato queste fasi.

I personaggi celebri che ho intervistato hanno vissuto esattamente come noi persone comuni tutte quelle emozioni legate a questo periodo così strano e complicato. Inizialmente, parlando con loro, c’era questa sensazione di spaesamento e di incertezza su come si sarebbe evoluta la situazione.

Con il passare dei giorni e con un forte aumento dei contagi e purtroppo delle vittime si è fatta strada la paura e il senso di impotenza di fronte a questa pandemia, per lasciare poi spazio alla speranza che potesse essere superata questa fase critica con un graduale ritorno alla normalità.

Una normalità di cui tutti abbiamo sentito il bisogno, seppur con tutte le difficoltà causate dalla pandemia e con le necessarie misure di sicurezza in vigore.

Quale personaggio, tra attori, cantanti e sportivi che hai “incontrato” nel periodo del lockdown ti ha colpito di più e per quale motivo?

Non c’è stato un personaggio che mi abbia colpito maggiormente, ma porto nel cuore tutte queste chiacchierate. Devo dire che ogni intervista è stata per me un arricchimento personale e culturale perché penso ci sia sempre qualcosa da imparare dagli altri.

Ho apprezzato, sia da parte degli artisti affermati sia dei nuovi talenti, la generosità e la disponibilità nel raccontarsi non solo a livello lavorativo ma anche umano.

Hai scelto di devolvere tutti i proventi del tuo libro a due cause molto importanti per te… 

Una parte dei proventi andrà a sostegno della Protezione Civile per la lotta al coronavirus e un’altra parte ad una raccolta fondi a favore di Vincenza Sicari, ex maratoneta della Nazionale Italiana, affetta da una malattia neurodegenerativa.

Vincenza sta combattendo contro questa malattia da diversi anni e ho voluto che una parte del ricavato del mio libro fosse destinata a lei, in modo che possa andare a curarsi in una struttura adeguata in Italia o all’estero e magari tornare a camminare.

Credi che la pandemia, nonostante tutto, ci abbia insegnato qualcosa?

Non so se saremo davvero migliori come spesso ho sentito dire in questi mesi. Penso però che la pandemia ci abbia insegnato quanto siano importanti le piccole cose che troppo spesso diamo per scontate e quei valori come l’amicizia, la solidarietà, la libertà, il rispetto che sono fondamentali per ognuno di noi.

Personalmente questi ultimi mesi mi hanno dato modo di riflettere su me stessa e di capire che non va sprecato nemmeno un secondo del tempo che abbiamo a disposizione e che bisogna dare priorità a ciò che ci fa stare bene e ai nostri affetti.

a cura di
Claudia Falzone

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Claudia Falzone

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