Chi sono le Sardine e perché riempiono le piazze?

Chi sono le Sardine e perché riempiono le piazze?
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Una marea umana di persone si muove nella mia stessa direzione e raggiungere Piazza Cavour è quasi impossibile. Non saprei dire quanta gente ci sia, ma è tanta. Le entrate della piazza sono presidiate da forze dell’ordine provenienti da diverse parti della regione.
Dopo Bologna, Modena, Reggio Emilia le Sardine arrivano anche a Rimini.

L’invito da Facebook

L’invito, arrivato da Facebook, recita: “Nessuna bandiera, nessun partito, nessun insulto. Crea la tua sardina e partecipa alla prima rivoluzione ittica della storia. Vicini e silenziosi come pesci per abbassare i toni“.

E di bandiere non ce ne sono davvero, ma di sardine disegnate su fogli di carta, appiccicate a ombrelli o lunghe dieci metri, portate in parata, sì. Qualche cartellone recita il motto “Rimini non si Lega“, diventato ormai simbolo del movimento. Sì, perché di movimento, per il momento, si tratta.

Attivisti politici?

Le Sardine non sono attivisti politici, non è gente da partito o da circolo. Sono ragazzi normali, Mattia Santori, il primo che insieme ai suoi tre ex coinquilini ha avuto l’idea del flash mob, ha 32 anni. L’incontro di Piazza Maggiore, a Bologna, è stato organizzato in soli sei giorni, tutto attraverso i social. Le Sardine non hanno un passato da militanti, né si riconoscono sotto ad una bandiera. E proprio qui sta la loro forza.

Le Sardine non rispondono alle provocazioni” ha detto Sartori nel suo intervento riminese, “la piazza è nostra, la politica è nostra. Mi sa che abbiamo fatto un casino: tutto è partito da un’idea e le idee escono dal cervello. Il cervello è la più grande risposta al populismo”.

Il manifesto

Cari populisti, lo avete capito. La festa è finita“, così inizia il manifesto delle Sardine, “per anni avete rovesciato bugie e odio su noi e i nostri concittadini: avete unito verità e menzogne, rappresentando il loro mondo nel modo che più vi faceva comodo. Avete approfittato della nostra buona fede, delle nostre paure e difficoltà per rapire la nostra attenzione. Avete scelto di affogare i vostri contenuti politici sotto un oceano di comunicazione vuota. Di quei contenuti non è rimasto più nulla. Per troppo tempo vi abbiamo lasciato fare. Per troppo tempo avete ridicolizzato argomenti serissimi per proteggervi buttando tutto in caciara“.

I ragazzi si sono svegliati. E non solo loro. In piazza a Rimini c’erano giovani, è vero, ma anche nonni, genitori, bambini. Tutti. Incontro amici da tutta la Romagna: Cesena, Ravenna, sono tutti qui per capire cosa sta succedendo.
Crediamo ancora nella politica e nei politici con la P maiuscola“, questo è uno dei punti più interessanti del manifesto. I promotori delle Sardine fanno parte di una generazione invisibile di cui si è tornati a parlare. I giovani non sono interessati alla politica o, se lo sono, vanno a manifestare a Predappio, si diceva fino a quindici giorni fa. Ma bisogna fare attenzione a generalizzare. I trentenni erano tutti leghisti, oggi sono Sardine. Sono nostri, sono vostri, se li contendono gli schieramenti politici.

Le Sardine sono il terzo di paese che non vota, gli astensionisti, quelli che il giorno prima di andare al seggio elettorale chiamano gli amici per chiedere “ma tu chi voterai?“. Sono tutte le persone che non trovano nessuna rappresentanza in quello che c’è oggi. Per anni non c’è stato spazio, nei circoli di partito né altrove, per loro. L’ambiente era respingente verso i giovani e loro hanno fatto altro. Ci occupiamo di cose molto concrete, scrivono nel manifesto, provate a farlo anche voi.

Io l’ho letto ed è molto chiaro cosa non vogliono. A cosa si ribellano. C’è una critica alla Lega (Bologna non si Lega, Modena non si Lega, …) ma il biasimo più forte è alla sinistra. Nelle piazze delle Sardine non c’è l’antipolitica dei Cinque Stelle, ma la Politica quella nuova. Non sono interessati alle discussioni interne al Pd, ma sono infastiditi dalla minaccia di Salvini sull’Emilia Romagna.
Non tornate a sedervi sul divano, come se niente fosse” dice Sartori ai settemila presenti a Rimini.

Il linguaggio

L’attacco è al populismo e ai populisti. Al loro modo di fare politica, ma soprattutto di fare polemica, alle loro tecniche di comunicazione urlate, agli slogan.

Le Sardine, stando a quello che si è potuto vedere fino ad oggi, li combattono con i loro stessi strumenti: un linguaggio che non è propriamente politico, le piazze sempre più piene, la passione, l’allegria. Si parla di “buttare tutto in caciara” e anche il nome stesso del movimento “sardine” non fa di certo riferimento a un linguaggio istituzionale, ma nemmeno vogliono utilizzarlo.

Ci sono i canti, una canzone diversa per ogni piazza. A Rimini si intonava “Romagna mia“, l’immancabile “Bella Ciao” e la canzone degli Skiantos Mi piaccion le sbarbine” rivisitata per l’occasione. Dove i populisti urlano, le Sardine rimangono in silenzio, agli slogan contrappongono azioni concrete: il volontariato, l’ecologia.

L’anti-populismo

La testa è più forte della pancia, la politica tornerà a essere una cosa seria“, dicono. L’esatto opposto dei girotondi e di tutti gli altri movimenti che sono stati evocati in questi giorni, tutti progenitori dei populisti di oggi. Impossibile non pensare al Movimento 5 stelle.

Hai notato che il mondo è in fiamme?” si chiede David Brooks sul New York Times, in un dettagliato articolo sulla fine del populismo nel Mondo. In Iran il regime uccide e chiude internet, a Hong Kong le proteste vanno avanti da Marzo di quest’anno, contro una controversa legge in base alla quale chi è sospettato di un reato può essere estradato e processato in Cina. Per non parlare della Bolivia, del Cile o dell’Indonesia.

Le piazze sono piene, le rivolte sono una risposta al populismo degli ultimi anni. Non ha funzionato e il problema, tanto per cambiare, è economico: a destra e a sinistra, le politiche populiste distruggono la crescita. Le classi medie si sentono intrappolate e abbandonate, il mondo è instabile. Brooks sostiene che le forme politiche tradizionali non riescano a dare una risposta alle esigenze dei cittadini. Da qui la moltiplicazione di forme di partecipazione inedite e la continua frammentazione dei partiti e dei movimenti di opinione.

I difetti della globalizzazione liberale sono reali, ma l’alternativa populista non funziona“, scrive Brooks. “Ma la grande domanda è: quale sarà il prossimo? Cosa viene dopo il fallimento del populismo?

Perché le Sardine riempiono le piazze?

Dopo mesi in cui sembrava che i giovani fossero pronti a manifestare solo a Predappio, è ormai chiaro che non è così.
Dove siamo stati fino ad oggi?” ripete Mattia Sartori nelle piazze che fino ad oggi hanno ospitato le Sardine. Se lo chiede anche in televisione, parlando con Sallusti, alla trasmissione di La7, DiMartedì: “dove siamo stati in questi anni?“. Occorre fare un esame di coscienza: forse stavamo guardando andare tutto a rotoli, dal nostro divano o dietro allo schermo di uno smartphone?

La prima considerazione da fare è che, se le Sardine riescono a riempire le piazze, significa che c’è ancora voglia di piazza. Forse occorreva un’idea che non fosse “calata dall’alto” da qualche partito, ormai incapace di dare voce e speranza a chi non si riconosce nel populismo.
Le Sardine si sono inserite in un vuoto, come in fisica, così in politica. Ogni vuoto viene riempito da un gas o un liquido. Nessun partito ha messo al centro i giovani. Lasciate parlare “i grandi”, si sono sentiti ripetere a sinistra e a destra, forse più a sinistra che a destra.

Perché non ci hanno pensato i partiti a portare la gente in piazza? Perché, per tornare alla politica, sembra sempre necessario qualche movimento? Forse perché la gente non si sente più rappresentata, la politica è assente dove dovrebbe esserci. La piazza di domenica, e ancora prima quelle di Bologna, di Modena, di Reggio Emilia, e successivamente di Parma e di tante altre città d’Italia, dicono che esiste un paese che desidera lavorare, vivere in pace, in solidarietà, un’Italia che vuole essere trattata con dignità e rispetto e non più sminuita da gattini, bacioni e buongiornissimi. C’è, è pronta ed è numerosa.

Cosa significa scendere in piazza oggi

Le manifestazioni di piazza sono una forma di attivismo che porta persone che condividono una stessa opinione a rendersi visibili. Nel Novecento hanno determinato lo sviluppo della democrazia, oggi si misurano con l’evoluzione dei nuovi linguaggi multimediali. Sono eventi che uniscono informazione e divertimento. “È stata una grande festa“, ho sentito dire in riferimento al flash mob di domenica a Rimini.

Spesso si è discusso se la rete non abbia sostituito la partecipazione fisica. Ma il web, i social, non sono la realtà. La realtà è la piazza. Quella delle Sardine è una piazza pacifica, spontanea, senza capi, senza volti, senza bandiere, di cittadini, dell’Italia reale, che dice “basta odio, basta bugie, basta razzismo, basta paura”. Tutto questo senza un cappello politico, almeno per il momento.

Certo, qualcuno dirà: le Sardine non sono il primo movimento apparso in Italia. Ed è vero. C’erano le Pantere alla fine degli anni Novanta, i Girotondi di Nanni Moretti nel 2002, le Bandiere Arcobaleno nel 2003, e poi ancora il V-Day di Beppe Grillo, i No Global, i Fridays for Future. Le Sardine rappresentano solo l’ultimo caso di spinta “dal basso” per darsi appuntamento in piazza e lanciare un messaggio insieme. Obiettivi diversi, caratteristiche simili. Tutti questi movimenti sono nati in brevissimo tempo e hanno sfruttato al meglio le possibilità di comunicazione a loro disposizione. Come le Sardine bolognesi, appunto.

Erano però tutte stagioni molto diverse da questa. Partiti e movimenti avevano rapporti ruvidi, ma cercavano di stare insieme. Qui la critica è unilaterale. Non si fa politica, ma è vero che ogni gesto, ogni azione che si fa, è un gesto politico.
Non stiamo fondando un movimento, né un partito”, avverte Sartori. Almeno per adesso, poi si vedrà.

a cura di
Daniela Fabbri

foto di
Simone Maria Fiorani

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Daniela Fabbri

Sono nata nella ridente Rèmne, Riviera Romagnola, nel 1985. Copywriter. Leggo e scrivo da sempre. Ho divorato enormi quantità di libri, ma non solo: buona forchetta, amo i racconti brevi, i viaggi lunghi, le cartoline, gli ideali e chi ci crede. Nutro un amore, profondo e viscerale, per la musica, in tutte le sue forme. Sono fermamente convinta che ogni momento della vita debba avere una colonna sonora. Potendo scegliere, vorrei che la mia esistenza fosse vissuta lentamente, come un blues, e invece sono sempre di corsa. Mi piacciono gli animali. Cani, gatti, procioni. Tutti.

2 pensieri su “Chi sono le Sardine e perché riempiono le piazze?

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