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I Puffi tornano al cinema per il loro terzo reboot sul grande schermo, dopo i due live-action e un dimenticabile film d’animazione. Basato sulla serie TV del 2025, questo nuovo film, in tutte le sale italiane dal 27 agosto, si prefigge di conquistare i cuori dei più piccolini con una storia dinamica, risate e nuovi personaggi.

Quando penso alla mia infanzia, non posso non ricordare i cartoni animati guardati la mattina prima di scuola o al pomeriggio in quel magico contenitore che era Bim Bum Bam. Sicuramente oggi molti miei coetanei ricordano alla perfezione ogni singola sigla.

Una delle più iconiche era senza dubbio quella dei Puffi, uno di quei cartoni che ti catturava e ti faceva venire voglia di avere tutte le sorpresine Kinder a tema dei piccoli omini blu disegnati per la prima volta dal belga Peyo nel 1958.

Ammetto di avere ancora l’amaro in bocca per i due lungometraggi con protagonista Neil Patrick Harris: due film che si erano presi troppo sul serio, pensati per i più grandi e non per il vero target dei Puffi. Spesso il mondo va in quella direzione, senza pensare a chi usufruirà realmente del prodotto.

Quando apparve, però, il primo trailer nel febbraio del 2025, rimasi piacevolmente sorpreso. Stavo vedendo qualcosa di fresco, di diverso dall’idea classica che avevo dei Puffi. A livello visivo ero quasi esaltato: un’animazione 3D dal sapore 2D, con un mondo reale utilizzato come una tavola di sfondo.

Avevano la mia attenzione. Rimaneva solo una grande paura: quanto avevo visto era solo uno specchietto per le allodole o il film mi avrebbe stupito? Con questo dubbio sono entrato in sala.

Un mondo da salvare

Prima dell’inizio del film, ci troviamo davanti a un corto di SpongeBob, dove l’amato protagonista giallo svolge il suo lavoro al Krusty Krab assieme a Squiddi. In una lunga scenetta di botta e risposta tra i due, il campanello delle ordinazioni viene distrutto, gettando SpongeBob nella tristezza, ma alla fine tutto si risolve.

Finalmente inizia I Puffi: Il Film. Veniamo subito a conoscenza dell’Alleanza dei Maghi Malvagi che, dopo aver rubato dei libri magici, cerca di conquistare l’universo. Grazie all’intervento di Grande Puffo, Ken e Ron, la Terra è salva. Tuttavia, qualcosa scatta in Grande Puffo, che abbandona i compagni e si trasferisce nel villaggio dei Puffi.

Il villaggio dei Puffi, quel luogo dove tutti noi vorremmo vivere, è un mix eterogeneo di personalità. Ogni Puffo ha un nome che corrisponde alla sua abilità. Per tutti è così, tranne che per Puffo Senza Nome: lui non ha nessun talento e lo scopriamo durante il grande ballo settimanale.

Il suo desiderio di avere un nome lo porta a scoprire di avere poteri magici. A causa di questo, però, Rasamella (uno dei Maghi Malvagi, nonché fratello di Gargamella) individua Grande Puffo e il libro magico che lui nasconde. Si presenta così l’occasione per i maghi di riprovare a conquistare il mondo.

Per farlo, rapisce Grande Puffo, che prima di essere preso riesce a dire ai suoi amati Puffi di cercare Ken nel mondo reale per salvarlo. Solo in quel momento loro scoprono l’esistenza di altri mondi e dei libri magici. Riusciranno a salvare Grande Puffo e il mondo intero?

Immagini fantastiche per un cast stellare

La regia affidata a Chris Miller è stato un segnale forte sulla linea da percorrere. Scegliere il regista di Shrek Terzo e Il Gatto con gli Stivali è stato, prima di tutto, un atto di forza e, in secondo luogo, una garanzia che la pellicola non floppasse.

La scelta di Pam Brady alla sceneggiatura poteva sembrare un azzardo. Nota soprattutto per aver scritto South Park e Hot Rod, è riuscita nell’intento di realizzare uno script perfetto per il target di riferimento: quei bambini che, bombardati da troppi stimoli esterni, stanno forse perdendo il contatto con il bello dell’infanzia, fatta di cartoni animati e giochi veri, non quelli elettronici che “zombificano” a tavola.

Grande peso è stato dato agli effetti visivi. L’utilizzo massiccio della computer grafica, pur essendo tutto in 3D, ha donato all’intero film un’atmosfera da cartone d’altri tempi, mischiando alla perfezione il mondo reale che diventa parte integrante dell’animazione, rendendola visivamente impeccabile.

La colonna sonora ha un posto centrale nel film, con canzoni giovani, orecchiabili e soprattutto ballabili. La scelta di Rihanna come protagonista fa capire quanto la produzione abbia puntato sulla musica, che accompagna di fatto l’intera narrazione.

I doppiatori originali danno il peso di quanto questo film voglia diventare grande: John Goodman, James Corden, Rihanna, Nick Offerman, Sandra Oh e Kurt Russell sono solo alcuni dei nomi scelti per una pellicola che vuole sbancare al botteghino.

Sarà vera gloria?

La risposta del primo botteghino USA è stata molto negativa: un 21% di gradimento su Rotten Tomatoes può essere un segnale che qualcosa sia andato storto.

A mio avviso, l’unico motivo è la presunzione che un adulto possa valutare in maniera corretta un cartone animato destinato a un bambino. Perché il vero motivo è questo: i giudizi e i voti online vengono dati da adulti, con il loro punto di vista. Ma se ci mettessimo nei panni di un bambino, cosa penseremmo? La pellicola è pensata proprio per un bambino di 10 anni (non oltre), che rimarrà incantato da personaggi, colori, suoni e luci.

I Puffi: Il Film è proprio questo: un mix perfetto per i più piccoli, anche se i genitori o i fratelli maggiori che li accompagnano potrebbero annoiarsi.

L’utilizzo sapiente di computer grafica e musica riesce a donare al film quel mix magico che porta ogni bambino a sognare e ogni adulto a ricordare la magia della propria infanzia.

Quindi, andate al cinema con gli occhi di un bambino e capirete quanto questo film possa farvi tornare a quei momenti ormai dimenticati da troppo tempo.

Buona visione!

a cura di
Andrea Munaretto

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di Andrea Munaretto

Nato nell'84 e fin da quando avevo 4 anni la macchina fotografica è diventata un'estensione della mia mano destra. Appassionato di Viaggi, Musica e Fotografia; dopo aver visitato mezzo mondo adesso faccio foto a concerti ed eventi musicali (perché se cantassi non mi ascolterebbe nessuno) e recensisco le pellicole cinematografiche esprimendo il mio pensiero come il famoso filtro blu di Schopenhauer

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