Rauw Alejandro – Unipol Forum, Milano – 29 giugno 2025

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Un concerto? No, molto di più. Rauw Alejandro trasforma l’Unipol Forum in un set cinematografico a cielo coperto, dove ogni brano è una scena, ogni cambio di luce è studiato a copione, ogni passo di danza un’emozione collettiva

Tra reggaetón, salsa, effetti pirotecnici e scenografie in continuo mutamento, Rauw Alejandro mette in scena una película latina ad alto impatto emotivo, visivo e culturale.
Uno spettacolo totale che racconta radici, passioni e sogni con il linguaggio universale della musica… e che difficilmente si dimentica.

Il Forum si scalda già prima del boom: brillano le luci e salgono i bpm

Appena entri all’Unipol Forum senti già il ritmo salire. Lì davanti a tutti, un animador in abito sgargiante, che urla in spagnolo “¿Están listos, Milano? ¡Hoy la vamos a romper!” e infiamma subito l’arena.
Intanto sugli schermi girano i video virali dei balletti su TikTok che hanno come sottofondo le canzoni di Rauw: impossibile non lasciarsi trascinare da quel mix tra sensualità, tecnica e flow urbano che ha fatto diventare quelle canzoni leggenda globale.
Il suo stile? Una fusione esplosiva tra calle y corazón, capace di parlare ai giovanissimi e conquistare anche i fan della vecchia guardia con influenze di salsa, reggaetón e soul.

Cosa Nuestra Tour: tra migración, pasión y fuego

L’apertura è da brividi. Le luci calano, il suono si fa cupo, e sullo schermo appaiono le parole Cosa Nuestra. Non solo un riferimento alle migrazioni italiane in America, ma una dichiarazione d’identità, un inno alle radici, alla lotta e alla rinascita.
È così che parte il primo atto, con “Punto 40” che fa esplodere l’arena come un inizio da film d’azione. Da lì in poi, “IL Capo” e “PANTIES Y BRASIERES” scaldano il pubblico, tra fuoco, coreografie da capogiro e scenografie che cambiano ad ogni brano come in un musical distopico e sensuale.
Ogni pezzo è una nuova scena, una nuova tappa del racconto.

Scenografie, danza e band: una macchina perfetta

Lo show è un continuo cambio di pelle: dalle vibes romantiche di “Déjame Entrar” alle tinte più oscure e teatrali di “Santa”, fino alla dolcezza intensa di “Mil Mujeres”, ogni pezzo è un mondo a sé.
Il corpo di ballo è una bomba di energia: preciso, potente, coreografato fino all’ultimo battito.
La band? Una garanzia. Passano dal reggaetón di “Tattoo / Fantasías” al funk-soul elettronico di “Desesperados”, fino alla salsa finale con una fluidità da brividi.
Tutto è sincronizzato alla perfezione. Un’orchestra urbana che spara emozioni a ritmo di dembow.

Act II: tra nostalgia, flow e poesia urbana

Il secondo atto si apre con “Revolú” e alza ancora di più la tensione. Poi Rauw ci porta indietro nel tempo con “La Old Skul”, un omaggio alla golden age del reggaetón.
La dolcezza arriva forte con pezzi come “NO ME SUELTES” e “Carita Linda”, che fanno cantare a squarciagola anche chi era venuto solo per ballare.
E quando parte “Todo de ti”, è apoteosi pura. Le luci si accendono all’unisono, tutti in piedi, tutti a ballare. È il momento da brividi collettivo.

Act III: seduzione e passione a fior di pelle

Il terzo atto è più intimo, sensuale, viscerale.
Con “2/Catorce”, “Sexo Virtual” e “DILUVIO”, la tensione erotica si taglia a fette. Il palco diventa una camera da letto onirica, tra nebbie rosse e luci al neon.
Poi la sorpresa: entra Laura Pausini, la nostra regina internazionale, acclamata in tutta l’America Latina. Con Rauw canta “Se fue”, in una versione che mescola malinconia e rinascita.
È un momento magico, un ponte tra mondi, una dichiarazione d’amore alla musica senza frontiere.

Act IV: il gran finale tra radici e rivoluzione

L’ultimo atto è puro omaggio alle origini. Si parte con “Cosa Nuestra / Aguanilé / Tú con él”, un medley che sembra uscito da un film di Scorsese: drammatico, elegante, latino fino al midollo.
Le congas fanno tremare il pavimento, le luci danzano come fuochi d’artificio mentre Rauw grida al pubblico: “¡Esto es Puerto Rico, cabrones!
Poi arrivano le ultime bombe: “LOKERA”, “Baja Pa’ Acá”, “Qué Pasaría…”, e il Forum esplode in un’onda finale di sudore, voce e ritmo.
Si chiude con “Desenfocao’”, come se volesse dirci: questa storia non è finita, tornerà nei sogni di chi c’era.

Conclusione: i latini? Performer totales. E questo show lo dimostra.

Una semplice performance? No. Un viaggio. Una visione. Un rito collettivo.
I performer latini si confermano i migliori sulla scena globale: voce, corpo, anima, teatro.
Rauw Alejandro ha portato a Milano una storia a lieto fine che non smette di bruciare.
Un’esperienza che ti entra nella pelle, nel cuore, y se queda ahí… pa’ siempre.

a cura di
Maria Giulia Lapenna

foto di
Mirko Fava

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