“Lilo & Stitch” – la recensione in anteprima del live-action dell’anno

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È finalmente arrivato quel momento dell’anno! L’uscita del film che tutti – o almeno io – stavamo aspettando, con quella bramosia tipica del grande kolossal che potrebbe rivelarsi un capolavoro, ma che al tempo stesso potrebbe deluderci, facendo urlare allo scandalo contro la casa di produzione di turno. Da domani sarà disponibile nelle sale “Lilo & Stitch”, che da cartone diventa finalmente film (e sappiamo quanto spesso questa transizione sia stata indigesta per casa Disney). Sarà top o un flop da torce e forconi? Scopriamolo assieme!

Sia chiaro, per me Lilo & Stitch è uno dei cartoni più iconici ed evocativi di Disney: sul sedile della mia macchina ho uno Stitch che mi accompagna in ogni mio viaggio e il mio cappellino “d’ordinanza” è quello di questo cartone animato. È quindi palese che io sia di parte quando si parla di quest’evento cinematografico, che sia in positivo o in negativo. Ma, come sempre, sarò il più imparziale possibile.

Correva l’anno 2002 ed io ero appena diventato maggiorenne. L’uscita di un cartone Disney era quasi una religione, un po’ come la messa di Natale, poiché anche questo arrivava puntuale ogni anno, portandomi al cinema per la grande visione (cosa che col tempo si è persa, forse per lo streaming, forse per l’età). Quell’anno uscì Lilo & Stitch e sin da subito le gag del piccolo alieno blu diventarono ben presto un’icona per la casa del topo dalle grandi orecchie.

Da quel giugno lontano sono passati 23 anni e, in questo lasso di tempo, Disney ha avuto una serie di alti e bassi sul grande schermo molto simili ad una corsa su Space Mountain, riportando in auge molti titoli in versione live-action con un risultato per lo più negativo (sto ancora cercando di dimenticare Mulan).

Con una gestazione di 7 anni, finalmente Lilo & Stitch esce nei cinema italiani e si prepara a diventare la punta di diamante dei live-action di Disney. Le aspettative dei fan son altissime e sin dai primi trailer l’interesse da parte del sottoscritto è andato alle stelle. Sarà finalmente il live-action che ogni appassionato si merita o si dimostrerà l’ennesima delusione?

Così vicini eppure così distanti

Lilo (Maia Kealoha) è una bambina esuberante che vive con la sorella Nani (Sydney Elizabeth Agudong), la quale, dopo la morte dei genitori, prova ad evitare in tutti i modi che i servizi sociali non le separino, diventando così sua mamma e tutrice. La piccola è un cosidetto uragano, tutti dicono che è cattiva e per questo lei ne soffre.

Un giorno, davanti ad una stella cometa (che stella cometa in realtà non è), Lilo esprime il desiderio di avere un vero amico e il giorno successivo incontra Stitch, un alieno scappato dalla Federazione che si sta nascondendo sulla Terra facendo finta di essere un cane.

Il rapporto tra i due si solidifica sempre più e quella burbera palla di pelo blu capisce il significato più profondo del termine Ohana, (famiglia), ritrovandosi a far di tutto per salvare quella famiglia sgangherata composta da lui e dalle due sorelle.

“Ohana significa famiglia e famiglia significa che nessuno viene abbandonato o dimenticato”

Così come il suo predecessore animato, questo, live-action dimostra che Lilo & Stitch rimane una delle migliori produzioni Disney degli ultimi 25 anni, riportando piccini e soprattutto i grandi in quel mondo magico delle Hawaii, dove una semplice parola (Ohana) è la summa di uno dei fondamenti più profondi della vita: la Famiglia.

Il miglior live-action di sempre

Dopo una produzione travagliata a causa del Covid e degli scioperi degli sceneggiatori, la paura che Lilo & Stitch fosse l’ennesimo live-action disastroso era tantissima, nonostante una campagna marketing incessante e martellante, grazie anche ad uno Stitch che si prestava alla perfezione in ogni crossover Disney.

La regia, affidata a Dean Fleischer Camp, era una scommessa vinta a pieni voti, pur riprendendo quasi alla lettera tutto il film d’animazione del 2002. Le poche differenze apportate riescono, tuttavia, a dare quel tocco in più al tutto, portando anche i più grandi a commuoversi rimanendo fissi davanti allo schermo, come da tanto tempo non mi succedeva.

Gli effetti speciali rendono alla perfezione, portando in scena un perfetto matrimonio tra realtà e finzione. Con la piccola Maia Kealoha (Lilo), protagonista assoluta e mai a disagio davanti ad una produzione cibernetica come Stitch. Ottime le interpretazioni per il resto del cast che, mixando volti noti (come Tia Carrere, Zach Galifianakis e Courtney B. Vance) a giovani in rampa di lancio, riesce a creare una pellicola realistica e veritiera.

La colonna sonora non si discosta dall’originale, anche se, con mio sommo rammarico, ci sono alcune modifiche che ai fan di lunga data potrebbero far storcere il naso. Rimane comunque un piccolo prezzo da pagare in quello che forse rimarrà il miglior live-action mai prodotto.

Occhi gonfi e amore sconfinato per Stitch

A volte passare dalla paura di un flop all’esaltazione per un capolavoro è un passo breve, brevissimo. Per questa pellicola mi espongo come mai fatto prima, affermando che in questo caso ci troviamo indubbiamente davanti al miglior live-action mai prodotto da Disney e non solo (ma mi riprometto di rimangiarmi la parola se Dragon Trainer si dimostrerà all’altezza).

L’ora e quarantotto del film scorre via veloce, in un crescendo di emozioni e commozione che mi ha fatto trattenere a stento le lacrime (e chi mi conosce sa quanto io sia “antipianto”), riportandomi indietro nel tempo e ricordandomi perché quel film di animazione fosse entrato così profondamente nel mio cuore.

Le poche modifiche alla pellicola originale conferiscono una profondità maggiore ad una storia che tutti, prima o poi, dobbiamo vedere per capire quanto la famiglia sia importante per tutti noi, tradizionale o meno.

Il mio consiglio è di correre a capofitto al cinema col vostro peluche di Stitch (so che lo avete, non dite di no) e tornare a quel 2002, versando fiumi di lacrime davanti ad un film che rimarrà nel vostro cuore e nel cuore dei vostri piccoli. Perché tutti noi siamo Stitch.

Buona Visione!

a cura di
Andrea Munaretto

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di Andrea Munaretto

Nato nell'84 e fin da quando avevo 4 anni la macchina fotografica è diventata un'estensione della mia mano destra. Appassionato di Viaggi, Musica e Fotografia; dopo aver visitato mezzo mondo adesso faccio foto a concerti ed eventi musicali (perché se cantassi non mi ascolterebbe nessuno) e recensisco le pellicole cinematografiche esprimendo il mio pensiero come il famoso filtro blu di Schopenhauer

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