Quante volte abbiamo pensato di andare al cinema cercando di scovare quel film che ci avrebbe lasciato a bocca aperta? Quella pellicola diversa dal solito che magari dopo la visione ci avrebbe lasciato spaesati e straniti? Forse ho trovato la risposta a queste domande. In uscita domani, giovedì 24 aprile, “Arsa”, che è proprio quello che stavate aspettando!
Ammetto che, spesso e volentieri, si vada al cinema per sentirsi in un posto sicuro, con una serie di messaggi chiari e intuitivi racchiusi in un film semplice e divertente. Ma ci sono anche quelle volte in cui si cerca la scoperta e Arsa è questo: una piacevole scoperta all’interno di un settore troppo spesso scontato.
Quando vidi il primo trailer del film, presentato alla Festa del Cinema di Roma del 2024, rimasi decisamente incuriosito. Da tanto tempo, infatti, non mi capitava di cercare di capire cosa avrebbe offerto la pellicola presa in considerazione, poiché siamo ormai abituati al fatto che quei pochi minuti ci dicano già tutto della trama, perdendo così il piacere della scoperta cinematografica.
Trascorsi alcuni mesi, quasi mi dimenticai di quel film che tanto mi aveva solleticato il cervello. Perché, in fondo, spesso siamo così: troviamo qualcosa che ci stimola, ma, a causa del ritmo frenetico della nostra vita, diventa molto velocemente solo un ricordo sbiadito.
YouTube in questo mi è venuto in aiuto, facendo passare nuovamente il trailer e riportando alla memoria tutte quelle domande che ero posto alla prima visione. E riesumando in me una sola certezza: dovevo vedere quel film!
Domani, giovedì 24 aprile, esce in tutte le sale Arsa e se anche voi siete curiosi e volete uscire dalla sala con il cervello che lavora incessantemente in cerca di una risposta, è sicuramente la pellicola giusta per voi.

Paesaggio ostile, paesaggio splendido
Arsa (Gala Martinucci) ha diciotto anni ed è una ragazza bellissima, ma solitaria. Vive in un rudere che si affaccia sul mare, sospesa in un limbo, un po’ come la sua vita.
Tra lei e il mondo c’è un canneto che la tiene al riparo: da lì può osservare i turisti da lontano, senza mai doversi mescolare a loro.
Arsa ama il silenzio e la solitudine, ma anche lei ha un passato che ogni tanto riemerge. Al centro di quei ricordi c’è suo padre (Lino Musella), un artigiano e scultore che aveva una creatività incredibile, ma che con il tempo si è spento, deluso dalla vita.
Un giorno, però, qualcosa cambia: sull’isola arrivano tre ragazzi in vacanza, che affittano una casa proprio vicino a quella della ragazza, il cui piccolo mondo tranquillo viene improvvisamente invaso.
Uno di loro, Andrea (Jacopo Olmo Antinori), resta subito colpito da lei. La ragazza è misteriosa, affascinante, diversa da tutte quelle che ha conosciuto. Andrea cerca in tutti i modi di avvicinarsi, di capire chi sia davvero quella giovane così distante e profonda.
La quale, se fino a quel momento aveva sempre tenuto il mondo fuori, comincia a sentire qualcosa cambiare dentro di sé. La presenza del giovane la turba, la mette in crisi, ma allo stesso tempo risveglia un desiderio nuovo, forte, che non aveva mai conosciuto. È l’inizio di qualcosa che non sa nemmeno nominare, ma che la travolge completamente.

Dolce poesia onirica
Alla prima prova su un lungometraggio, il duo Masbedo da dimostrazione di quanto 25 anni di collaborazione artistica possano sfociare in un piccolo capolavoro. La loro intenzione è infatti quella di scomodare lo spettatore, di portarlo a ragionare e a costruirsi una propria sceneggiatura grazie anche al vissuto personale.
Le immagini risultano quasi opere d’arte in successione che ammaliano, ma al tempo stesso straniano. Con quel rapporto che si viene a creare tra la persona seduta in sala e i protagonisti dietro la pellicola.
Un enorme plauso anche al film editor Jacopo Quadri che, assieme ai Masbedo, ha trasportato lo spettatore in un viaggio di continue scoperte tra messaggi più o meno diretti, instillando nel pubblico quel seme di curiosità che incolla alla poltrona, portandolo a scoprire la scena successiva.
Unico mio dubbio rimane la color, che crea troppa distrazione e forse rimane distante per un film del genere, riportando alla mia memoria il primo Smetto Quando Voglio. Poiché – e questa è un’opinione puramente di gusto personale – visti temi trattati avrei preferito delle immagini più fredde.
La prova attoriale dei giovani interpreti, invece, è solida e fa trasparire quanto fossero coesi sul set. Quanto il legame stretto su quell’isola lontana dal mondo fosse forte e abbia portato in primo piano la naturalezza della recitazione.
La ciliegina sulla torta è senza dubbio la colonna sonora, che ritma perfettamente i vari momenti e i vari temi trattati mettendo a proprio agio e a disagio il pubblico come solo un’opera di questo tipo sa fare.

Una piacevole scoperta
Ammetto che, quando sono uscito dalla sala, l’unica cosa a cui riuscivo a pensare era quanto fossi confuso dalla pellicola. Ma, come spesso mi accade, ho deciso di far decantare Arsa un buon vino rosso e tutto è esploso nella mia testa.
La pellicola tratta temi scomodi e difficili: si parla di ecologia, morte e violenze, ma il tutto viene trattato lasciando che sia lo spettatore a venirne colpito in maniera più o meno profonda in base a quello che lui stesso elabora.
Arsa non offre un messaggio netto, ma vuole riportare il pubblico al centro, obbligandolo a ragionare su questioni che spesso la gente rifugge.
Una piccola perla in un mare di ostriche vuote, dove gli assoluti protagonisti sono giovani attori che hanno dimostrato quanto la nuova generazione italiana non abbia nulla da invidiare a quella americana. E come, in fondo, i cinepanettoni siano solo un ricordo.
Per la prima volta mi sento di affermare di esser stato felice di uscire dal cinema completamente interdetto, ma con tanti pensieri in testa. Pensieri, questi, che mi hanno aiutato ad elaborare eventi personali e mi hanno fatto pensare a quanto il cinema odierno abbia ancora da offrire.
Arsa arriverà al cinema da domani, giovedì 24 aprile.
Buona visione!
a cura di
Andrea Munaretto
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