“Squid Game 2” – la presentazione in conferenza stampa al Lucca Comics & Games 2024
In vista dell’uscita di “Squid Game 2”, prevista per il 26 dicembre, è stata organizzata la presetazione ufficiale al Lucca Comics & Games lo scorso 31 ottobre. Con il regista Hwang Dong-hyuk e gli attori Lee Jung-jae e Wi Ha-joon, si è parlato delle aspettative della seconda stagione, del messaggio che quest’ultima vuole portare avanti e di ciò che rappresenta al giorno d’oggi.
Mercoledì 31 ottobre al Lucca Comics & Games ho avuto il piacere di partecipare alla conferenza stampa di Squid Game 2, in cui non solo si è parlato della seconda stagione (che uscirà il prossimo 26 dicembre), ma anche di cosa ha significato per il mondo intero il fenomeno creato dal regista Hwang Dong-hyuk.
Squid Game, infatti, è stato fin dai primi giorni come un’onda che ha travolto ogni singolo spettatore. I giochi, i costumi, i setting delle scene più iconiche sono stati riprodotti innumerevoli volte, e non è dunque sorprendente assistere alla fibrillazione dei fans, tutti in trepidante attesa. Lo stesso Hwang Dong-hyuk afferma: “Penso che valga per tutti i creatori. Quando si crea qualcosa, si spera diventi un progetto di successo. Tuttavia, non mi sarei mai aspettato che il mondo intero rispondesse con così tanta passione e amore alla serie “Squid Game”. Non mi aspettavo che succedesse questo, e come creatore ogni tanto mi do dei pizzicotti e mi chiedo: “È un sogno? È la realtà?”. È stata davvero un’esperienza surreale”.
Si è poi subito parlato di Squid Game 2 e delle differenze che avrà rispetto alla prima stagione.
“La più grande diversità tra le due stagioni riguarda il fatto che, se la prima parlava del giocatore Gi-hun – ossia il giocatore 456 che è entrato in Squid Game per la prima volta – e di come è sopravvissuto ed è riuscito a vincere, la seconda invece riguarderà lo stesso Gi-hun, che dovrà affrontare i ricordi e le esperienze vissute, riceverà una sorta di rivelazione, e deciderà dunque di ritornare per fermare questo gioco ingiusto”.
Il simbolo dei capelli rossi
I riflettori si sono concentrati poi sul protagonista e, soprattutto, sul motivo per il quale si è tinto i capelli di rosso alla fine della prima stagione. La verità è che il signor Lee Jung-jae non si è mai questionato su questa scelta del regista, per il semplice fatto che quella decisione per il personaggio era molto naturale. Dopo aver vissuto tutte quelle atrocità, per poter vivere una nuova vita, il fatto di tingersi i capelli di rosso simboleggia la nascita del suo nuovo coraggio.
Il regista si era infatti ispirato ad uno dei suoi manga preferiti, Slam Dunk, in cui il protagonista ha i capelli rossi, e ha voluto che il giocatore 456, tramite questi capelli rosso fuoco, facesse comprendere allo spettatore che non è più quello di prima. Durante Squid Game ha perso molti amici, ha visto morire una moltitudine di gente e, per quanto lui voglia tornare alla normalità, non ci riesce.
La missione di Jun-ho
Successivamente ci si interroga sul personaggio Jun-ho, interpretato da Wi Ha-joon. Dopo la prima stagione, il pubblico freme dalla voglia di comprendere quali saranno i suoi sviluppi e se riuscirà nei suoi obiettivi. Il poliziotto sotto copertura, partito alla ricerca del fratello scomparso dopo esser scampato alla morte, cercherà in tutti i modi di incastrare i creatori del gioco e di porre fine a Squid Game. È sicuramente un personaggio carismatico e determinato, e metterà tutto se stesso per compiere la sua missione.
Gli elementi italiani in “Squid Game 2”
All’interno della seconda stagione, il regista ha inoltre affermato che troveremo ben due famose canzoni italiane. La prima è niente di meno che un’opera lirica di Puccini molto famosa in Corea, la quale sarà presente nel primo episodio. La seconda canzone invece è Time to say goodbye di Andrea Bocelli.
I dilemmi sociali
In seguito si è discusso sulle tematiche principali della serie. Squid Game infatti, è un mezzo attraverso il quale il regista Hwang vuole mostrare come la società capitalistica di oggi e il suo sistema competitivo generino un gap esagerato nella società stessa. Creando un ingente numero di quelli che nel gioco chiamiamo “perdenti”, ossia gli emarginati, ed è dunque così che si è voluto mostrare questo lato della società.
”Non è mia intenzione dare una risposta tramite la serie, ma spero che possa offrire allo spettatore l’opportunità di riflettere sulla società odierna, di questionarsi su come sarà il mondo in futuro, e se c’è un modo per fermare questo sistema. Spero ci sarà spazio per una discussione significativa dopo la seconda stagione.
Se eliminiamo o trascuriamo i deboli, creati da questo sistema, quelli che al momento sfruttano e traggono benefici da questa situazione non saranno più in grado di vivere il loro tanto amato status quo. Spero che queste siano domande importanti che possiamo e dobbiamo porre a noi stessi”.
Hwang Dong-hyuk
Secondo Wi Ha-joon Squid Game rappresenta i dilemmi sociali che viviamo oggigiorno. Egli ritiene inoltre che sia questa la ragione per la quale è arrivato ai cuori di così tante persone. Ponendo determinate domande, dopo aver visto la serie, il pubblico ha davvero riflettuto sulla società odierna.
Come attore, per lui far parte di Squid Game non vuole dire solo rappresentare un personaggio, ma anche intraprendere un percorso di ricerca e di studio in cui è necessario chiedersi cosa significhi essere un uomo. Rappresentando le emozioni e la mentalità di questi personaggi, i quali sono sul lastrico, è n grado di comprendere il concetto di avidità, di egoismo e di dignità.
“Dato che viviamo tutti insieme nella società di oggi, credo sia necessario metterci molto impegno per vivere in un mondo migliore. E per farlo, le cose più importanti da tenere a mente sono il rispetto, il prendersi cura dei più deboli e la collaborazione reciproca. Queste tematiche sono estremamente importanti, e penetrano i temi principali di Squid Game, in cui in ogni episodio si avrà l’opportunità di incontrare personaggi con diversi backgrounds e pensare a come potremmo renderci utili per aiutarli e per vivere insieme come cittadini.
Ci troveremo a tifare e a supportare questi personaggi, e cercheremo di comprenderli per davvero. Spero dunque che dopo la seconda stagione, il pubblico voglia esplorare queste tematiche”.
Lee Jung-jae
Il setting della seconda stagione
Si è poi parlato di come sarà strutturato il setting della seconda stagione. Gli ospiti hanno confermato che ci sarà un ritorno a luoghi familiari già noti al pubblico, ma con molti più elementi. Saranno organizzati nuovi giochi più intricati. Le stanze saranno circa le stesse della prima stagione, ma verranno caratterizzate da molti più dettagli, che le renderanno in un certo senso nuove, fresche. Si possono già vedere alcuni di questi elementi nel trailer, che è stato presentato poco dopo la conferenza stampa.
L’adattamento americano di “Squid Game”
Al regista è stato successivamente richiesto di esprimere la sua opinione riguardo alla paossibile versione americana di Squid Game. Tuttavia, non essendo una notizia ufficiale, si può solo speculare. Nel caso in cui il regista fosse davvero Fincher, Hwang Dong-hyuk afferma di essere un suo grande fan e che sarebbe dunque molto curioso di vedere il suo universo espandersi a tal punto da includere la realizzazione di uno spin-off.
L’onda coreana che si espande
A seguire è stata fatta una riflessione sull’onda coreana che sta facendo breccia sempre di più nei cuori occidentali. Abbiamo visto la crescita inarrestabile della Corea del Sud, che dagli anni 50 è arrivata ai giorni nostri diventando una delle economie più forti del mondo grazie a numerosi sforzi e sacrifici. Qui sono riusciti a creare un sistema che è stato in grado di superare caos e conflitti, ma che purtroppo, rispetto all’Europa, rimane più vulnerabile. E quando c’è vulnerabilità, coloro che vengono abbandonati ed isolati rappresentano un problema.
Fortunatamente ci sono rappresentanti del paese che parlano di queste problematiche nei loro lavori. Un esempio può essere il premio Nobel Han Kang, che si è fatta carico del dolore e della contraddizione della società coreana. Grazie all’epoca in cui viviamo, è più facile mostrare al mondo la realtà espressa tramite un quadro, un libro, o un film attraverso i vari strumenti digitali. Tutto ciò ha sicuramente portato popolarità, ma ha dato soprattutto l’opportunità di mostrare al pianeta questi “problemi coreani”.
La Corea del Sud ha creato una serie di prodotti, come il K-drama, il K-pop e il K-food, che sono amati e sostenuti da tutto il mondo, e per questo i nostri ospiti hanno espresso profonda gratitudine. Tuttavia, questo per loro non è un punto di arrivo. Il loro obiettivo è quello di un costante miglioramento, per far conoscere sempre di più la Corea e tutto ciò che ne concerne.
Il paradosso del Reality Show
Infine, si è parlato del Reality Show che è stato creato in seguito alla prima stagione. All’inizio, lo stesso regista ha voluto riflettere sul fatto se con esso si andasse a ledere il messaggio di Squid Game. Era strano, per lui, vedere persone reali che riproducevano ciò che lui aveva rappresentato nella serie.
È giunto alla conclusione, però, che lo show non è uno strumento di propaganda e quindi non influenza la critica alla società capitalistica rappresentata in Squid Game. Il messaggio non viene reso vano, anzi, viene rinforzato dallo stesso Reality Show, poiché esso è la prova schiacciante che tutto viene creato per generare profitto.
Una conclusione amara
L’incontro è stato a dir poco illuminante. Il creatore e gli attori di Squid Game non hanno infatti voluto solo parlare della serie, ma anche indirizzare gli spettatori al significato che ci sta dietro. A quanto la nostra società capitalistica ci porti a mettersi gli uni contro gli altri, creando divari difficilmente colmabili. La dedizione nel loro lavoro ha ammaliato tutto il pubblico, il quale, uscito dalla sala, ha espresso come pensiero generale la curiosità e la volontà di conoscere sempre di più questi geni coreani e la loro cultura.
a cura di
Marianna Conforti
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