4Grigio emoziona con “E guardo il cielo (Future Funk Version)”

4Grigio emoziona con “E guardo il cielo (Future Funk Version)”
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Il 4 ottobre segna il ritorno di 4Grigio con il singolo “E Guardo il Cielo (Future Funk Version)”, una rivisitazione del brano già presente nel suo ultimo disco Mondo. In questa nuova veste, il cantautore infonde energia fresca a un pezzo profondo, mescolando il suo tradizionale synth pop con influenze future funk, creando una fusione affascinante di suoni retrò e moderni.

In questo brano Le sonorità di 4Grigio vaporwave e funky aggiungono un ritmo incalzante e “catchy”, rendendo la traccia capace di attrarre un pubblico più ampio senza perdere la sua intensità emotiva. Le nuove melodie riescono infatti a dare una dimensione inedita al brano, esaltando la potenza del messaggio che tratta, con profondità, la perdita di una persona cara e il senso di vuoto che ne consegue.

Il tema centrale del brano è particolarmente suggestivo: una riflessione sulle conseguenze devastanti di una guerra nucleare. Attraverso gli occhi del protagonista, sopravvissuto a un attacco, 4Grigio esplora il contrasto tra il mondo passato, pieno di gioia e abbondanza, e una realtà presente dominata dalla desolazione e dalla perdita. I versi evocativi come “Ricorderò grandi tavole imbandite […] spiagge di felicità” si contrappongono al vuoto di un mondo distrutto, con immagini potenti come “E guardo il cielo da qua giù, e poi non vedo più”, che trasmettono il senso di smarrimento e malinconia.

L’influenza del future funk non è solo un’aggiunta stilistica, ma diventa un elemento fondamentale che amplifica il senso di contrasto tra il passato luminoso e un presente oscuro, dando alla traccia una modernità vibrante che si sposa con l’attualità del messaggio.

Dopo il successo di Altrodove, 4Grigio dimostra ancora una volta di saper fondere melodia e contenuto, creando un’esperienza musicale che è non solo coinvolgente ma anche emotivamente intensa. “E Guardo il Cielo (Future Funk Version)” è un brano che, con la sua miscela di nostalgia e sperimentazione sonora, lascia un segno profondo, offrendo una riflessione delicata ma potente sulla fragilità della vita e le conseguenze irreparabili della guerra.

a cura di
Staff

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Cristina Cerioni

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