“Inuyasha – the movie: l’Isola del Fuoco Scarlatto”, il passo in avanti

“Inuyasha – the movie: l’Isola del Fuoco Scarlatto”, il  passo in avanti
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Il fenomeno anime Inuyasha torna ancora una volta sul grande schermo con un nuovo titolo: Inuyasha e l’Isola del Fuoco Scarlatto

Introduzione

Inuyasha e l’Isola del Fuoco Scarlatto è stato prodotto da Sunrise, uno studio di animazione giapponese noto per la qualità delle sue opere. Il film è diretto da Toshiya Shinohara, che si è anche occupato di altri lungometraggi della serie. La sceneggiatura è scritta da Katsuyuki Sumisawa, uno degli scrittori principali dell’anime. È stato distribuito nei cinema giapponesi nel 2004 e successivamente è stato reso disponibile in home video e su piattaforme di streaming come Netflix. Il film ha ricevuto un’accoglienza critica positiva sia dai fan della serie che dai nuovi spettatori, consolidando ulteriormente il successo del franchise.

Trama

Inuyasha e l’Isola del Fuoco Scarlatto, ancora una volta, espande l’universo della serie Inuyasha, offrendo una trama autonoma ma coerente con la storia principale. Si tratta del quarto (e ad oggi ultimo) lungometraggio del franchise. Il film si apre con Inuyasha, Kagome e il cast principale che scoprono l’esistenza di un’isola misteriosa, che emerge dalle acque ogni cinquant’anni. La leggenda locale narra che l’isola sia abitata da quattro potenti demoni conosciuti come i Shitōshin: Ryūra, Jura, Gōra e Kyōra. Questi demoni custodiscono un frammento della Sfera dei Quattro Spiriti, oggetto ormai ben noto tra i fan, dal momento che è lo scopo della ricerca di letteralmente ogni personaggio nell’anime.

Mentre indagano sull’isola, il gruppo viene a sapere che molti anni prima i demoni avevano rapito dei bambini del villaggio per sfruttare la loro energia vitale. Tra i rapiti ci sono anche i figli di Higurashi, un alleato di Inuyasha. La comparsa dell’isola coincide con la riemersione di questi bambini, ora ragazzi, che sono tenuti prigionieri e utilizzati come fonte di energia dai Shitōshin per mantenere la loro giovinezza e potenza. Inuyasha e i suoi amici decidono di affrontare i Shitōshin per liberare i prigionieri e recuperare il frammento di Sfera.

Da sinistra a destra, alcuni dei bambini mezzidemoni con Shippo
(Fonte: Google Images)
Che bei ritorni!

Per la gioia di tutti, quest’opera è stata utilizzata per rilasciare anche un po’ di Kikyo e Inuyasha content. Gli spettatori dell’anime sono, infatti, abituati a poche scene romantiche tra i due, le quali con una precisione allarmante tendono a svolgersi davanti alla povera Kagome solo per farci simpatizzare con lei. Normalmente non lo si può considerare un difetto grave. Kikyo è stata palesemente creata allo scopo di essere un’odiosa doppiogiochista, malvagia e imprevedibile, cattiva ma in qualche modo sempre giustificata. Insomma, la perfetta antagonista in amore e in morale di Kagome.

Per questo motivo non si possono presentare troppe scene dolci, carine e coccolose della coppia Inuyasha-Kikyo, onde evitare che questa ship surclassi quella canonica. Tuttavia, questa assenza rende poco credibile l’intera storia d’amore che tra i due effettivamente è esistita (motivo per cui Inuyasha è più o meno giustamente indeciso se stare con Kagome o no). Questo film ci permette di credere un po’ di più alla forza del legame “che un tempo fu”, mostrandoci diversi flashback di Inuyasha e Kikyo insieme nel passato. Più che baci appassionati e discorsi teneri, si tratta di scene d’esplorazione e combattimento. Ci restituisce un po’ quella normalità di “coppia di innamorati all’avventura” a cui siamo stati abituati con Kagome.

Animazione e colonna sonora

L’animazione del film mantiene l’alta qualità tipica di Final Act, con un’attenzione particolare ai dettagli dei personaggi e delle ambientazioni. Le sequenze di combattimento sono fluide e dinamiche ed utilizzano una combinazione di tecniche tradizionali e digitali per creare gli effetti speciali. L’isola, con i suoi paesaggi esotici e i dettagli ben pensati, è resa con cura ed offre un ambiente visivamente affascinante. La colonna sonora del film è composta da Kaoru Wada, che utilizza temi orchestrali ed etnici per enfatizzare le scene emotive e d’azione.

I Shitōshin
(Fonte: Google Images)
Finalmente una svolta

I film precedenti del franchise sono stati tutti realizzati sulla stessa scia di questo: soliti protagonisti e trama indipendente ma coerente rispetto al momento di uscita. Un’altra linea comune di questi lungometraggi era l’essere stati terribilmente deludenti, molto spesso semplici sunti introduttori alla saga oppure scorpacciate di fan service. Quest’ultimo, però, no. Dall’attenzione ai dettagli, all’accattivante colonna sonora, alla trama ben pensata e originale, L’Isola del Fuoco Scarlatto si propone come innovativo.

È un processo a cui ci aveva già iniziato La Spada del Dominatore del Mondo, ma è stato ben affinato in questa nuova opera. Shinohara ha finalmente capito che per produrre qualcosa di qualità non basta soltanto appoggiarsi a dei protagonisti molto amati. E allora eccolo che fornisce ambientazione nuova, musiche orecchiabili e un intero apparato artistico che vede coinvolti tutti i personaggi del cast principale.

Conclusione 

Inuyasha e l’Isola del Fuoco Scarlatto si preannuncia come un’altra pietra miliare nell’universo di Inuyasha, capace di affascinare e intrattenere sia i vecchi fan che le nuove generazioni. Con la sua combinazione di azione, magia e profondità emotiva, questo diventa ufficialmente il modo (corretto!) di interagire con una saga enorme e straordinaria. Finalmente viene restituito al pubblico un qualcosa che è degno fino in fondo dell’anime che si propone di rappresentare. 

a cura di
Adelaide Gotti

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