Fountaines DC: innamorarsi alla fine del mondo. La recensione di “Romance”

Fountaines DC: innamorarsi alla fine del mondo. La recensione di “Romance”
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I Fountaines DC sono usciti il 23 agosto con l’ultimo album “Romance“. Il quarto album è un capitolo fondamentale nella loro carriera artistica e nella loro maturazione personale. Potremmo definirlo anche un passo necessario

Diciamo anche che l’hype per l’ultimo album “Romance” era cresciuta molto. Soprattutto dopo il recente tour estivo dei Fountaines DC che ha visto anche l’Italia fra le tappe previste (Lido di Camaiore-La Prima Estate e Rock in Roma entrambe a giugno 2024). I singoli usciti questi mesi ne testimoniavano già la direzione. Un percorso di rinnovamento per la band – Grian Chatten (voce), Carlos O’Connell (chitarra), Conor Curley (chitarra), Conor Deegan (basso) e Tom Coll (batteria) – iniziato durante il tour negli Usa e in Messico nel 2023 di supporto agli Arctic Monkeys. Un sorta di “fratelli maggiori” per la band che ha dichiarato di apprezzarne la continuità e il fatto di essere credibili dopo due decenni di carriera alle spalle.

Nel loro percorso di crescita stilistica la band, album dopo album, ha preso coscienza della loro provenienza irlandese fino alla diaspora che accompagna l’ultimo album “Romance”. Il loro incontro al British and Irish Modern Music Institute di Dublino e la loro passione comune per la poesia.

Due raccolte di liriche pubblicate dedicate ai poeti irlandesi e Beat Generation. Il titolo emblematico del loro primo disco nel 2018, Dogrel, un omaggio alla poesia del popolo: quel primo album non passa inosservato. Fra gli altri la rivista musicale britannica NME li descrive come “la prossima grande speranza del punk” e “molto di più della tipica ribellione giovanile”.

“Riguarda il nostro amore e la nostra riconoscenza reciproca, per le nostre famiglie, i nostri amici, per la nostra troupe a cui teniamo così tanto, per il nostro management, l’etichetta, tutti coloro con cui lavoriamo, per i nostri fan che ci ispirano e, soprattutto, per Trevor Dietz.”

Questo post pubblicato su X il 23 agosto è il comunicato fatto dalla band a seguito dell’uscita di “Romance”. Ma chi è Trevor Dietz? In pratica è il loro manager ma non solo. Dietz è il promoter del Workman’s Club, a Dublino. Ha fatto conoscere loro alla band la sua amata musica di Manchester: Smiths, Joy Division, Stone Roses e Happy Mondays.

Una figura fondamentale non solo per la diffusione musicale. Gestisce sale prove, organizza concerti nei vari club di Dublino. Ma anche un prezioso supporto che offre a band sconosciute. E i Fountaines DC sono proprio figli della passione di quest’uomo e la sua caparbietà. Una sera, dopo aver visto Chatten cantare per tutto il concerto senza levare le mani dalle tasche, Dietz è diventato manager dei Fontaines D.C.

Da qualche anno la band si è stabilita a Londra, punto nevralgico dove sviluppare e ampliare progetti e ambizioni. È proprio Londra, più precisamente la stazione di St Pancres, dove Chatten subisce un attacco di panico, tema principale della canzone “Starbuster”. Quei respiri a fine ritornello poi ne testimoniano il momento.

I tour e le trasferte hanno contibuito a rendere universale il respiro dei ragazzi. O’Connel si è trasferito a La Mancia ini Spagna dove è diventato padre di una bambina. Grian Chatten ha trascorso del tempo a Los Angeles e Deegan a Parigi. Stilisticamente gli orizzonti musicali si sono allargati con l’ascolto di artisi lontani dalla loro comfort zone. Da Shygirl a Mos Def, dagli OutKast fino a Ferg per arrivare ai Korn. E sempre Starbuster forse il brano più emblematico di questo cambiamento. Il modo di cantare di Chatten taglia le sillabe e il testo. Ha un modo di svolgersi meno razionale, preso in prestito dalle metriche hip hop.

Ma non c’è solo l’hip hop come influenza per i Fountaines DC. Lo shoegaze di Desire ma sopratutto Sundowner (quest’ultima cantata proprio da lui) sono figlie di Conor Curley. Ma in generale il sound atttinge molto dall’alternative anni 90, Pixies, Rem, l’eleganza dei Broadcast. Here’s the Thing invece sarebbe stata perfetta nella colonna sonora di “Stranger Things” con quel sound che rimanda ai Cheap Trick.

Ma, come dichiarato da Chatten, qualsiasi estetica retrò che riscontrerete nel disco viene lasciata indietro da un sound che diventa coeso. Una collaborazione che crea menti pensanti e un entusiasmo che coinvolge l’ascoltatore.

Parlando del tema dell’album, Chatten ricorda l’anime Akira di Katsuhiro Ôtomo. Le scintille dell’amore si sviluppano nonostante il vortice di degrado tecnologico e corruzione politica che circonda i personaggi.

Sono affascinato da questo tema: innamorarsi alla fine del mondo“, dice. “L’album parla del proteggere quella piccola fiamma. Più si avvicina la catastrofe, più diventa preziosa“. O’Connell aggiunge: “Questo disco parla di decidere cosa sia la fantasia: il mondo tangibile o quello che si vive nella propria mente. Cosa rappresenta di più la realtà? Per noi è una questione quasi spirituale“.

I Fontaines D.C. hanno passato un mese a scrivere di nuovo insieme, tre settimane di pre-produzione in uno studio a nord di Londra. Un altro mese in un castello vicino a Parigi, dormendo tra le attrezzature da studio, completamente immersi nel flusso creativo. Hanno realizzato un album ambizioso con una sperimetazione sonora inedita per la band. L’uso di tastiere, chitarre shoegaze sognanti e riff quasi grunge. Una partcipazione più attiva di tutta la band ai cori testimoniano un album dove la band prende consapevolezza dei propri mezzi.

D’altronde c’è stato un cambio importante anche nella produzione. Hanno staccato il cordone ombelicale che li univa a Dan Carey che li ha seguiti da sempre per affidarsi alle mani esperte di James Ford (Arctic Monkeys, Blur, Gorillaz).

Un album, infine che suona fresco e coinvolgente dove le composizioni hanno un’importanza maggiore, pop rivisitato e rivoltato come un calzino senza risultare mai banale. A definitivo compimento dell’album si piazza Favourite forse il brano che testimonia il nuovo corso della band, una rinascita e un modo di guardare avanti. A proposito del brano è il bassista Conor Degan a spiegarne le ragioni:

“Penso che sia molto facile abbattersi e soffermarsi sulla negatività. È più complesso trovare la radice di essa e cercare un’alternativa, un pensiero migliore verso cui portare la propria vita. Credo che sia per questo che il disco finisce proprio con Favourite. E speriamo di poter diffondere questo concetto alle persone”.

Romance è un sentimento che ci appartiene e che può confondere ma è necessario. E, come canta Chatten è un luogo, un rifugio nella notte qualcosa che sopravvive alla fine del mondo.

a cura di
Beppe Ardito

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Beppe Ardito

Da sempre la musica è stata la mia "way of life". Cantata, suonata, scritta, elemento vitale per ridare lustro a una vita mediocre. Non solo. Anche il cinema accompagna la mia vita da quando, già da bambino, mi avventuravo nelle sale cinematografiche. Cerco di scrivere, con passione e trasporto, spinto dall'eternità illusione che un mondo di bellezza è possibile.

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