La storia della Principessa Splendente: la recensione

La storia della Principessa Splendente: la recensione
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La storia della Principessa Splendente è l’ultima opera del maestro Isao Takahata, risalente al 2013, e portata sul grande schermo in occasione dell’evento “Un mondo di sogni animati”. È un film che parla di sogni, di felicità, di purezza, di natura, e di quanto tutto ciò venga contrastato inesorabilmente dalla potente e crudele società moderna.

L’ultimo film della rassegna di “Un mondo di sogni animati” del 2024, evento che ormai è diventato tradizione nei cinema italiani, e che permette di vedere i capolavori dello Studio Ghibli sul grande schermo, chiude perfettamente il ciclo di quest’anno. La storia della Principessa Splendente è difatti l’ultima creazione del maestro Isao Takahata, e racchiude all’interno della sua narrazione diverse complessità, raccontate però con incredibile semplicità.

Uno sguardo alla trama

Tutto ha inizio sul fianco di una montagna sulla quale vivono alcuni contadini. Durante un giorno lavorativo qualunque, un semplice tagliatore di bambù trova qualcosa di straordinario. Una minuscola creatura lunare, simile ad una principessa versione bambola, che brilla all’interno di un germoglio, in mezzo a quel labirinto di piante di bambù.

L’anziano la porta immediatamente a casa dalla moglie, e subito dopo la principessa si trasforma in una neonata bellissima. I due signori decidono di accudirla come se fosse loro figlia, promettendo di non farle mai mancare nulla, essendo un dono venuto dal cielo. La bimba dunque, cresce felice e spensierata, circondata da persone che la amano e che si prendono cura di lei.

Tuttavia, il destino ha in serbo un futuro che, purtroppo, si trova ben lontano dalla montagna che la piccola Gemma di Bambù (nome affibbiatole dai suoi amici) ama tanto. Tornando nei boschi infatti, il padre trova oro e tessuti pregiati a volontà, e comprende dunque che il cielo gli sta ordinando di crescere la bambina come se fosse una vera e propria principessa.

Da allora, ogni giorno si reca in città per sfruttare la fortuna trovata, fa costruire un’enorme mansione nella capitale, che diventerà successivamente la loro nuova casa. In questo modo, Principessa ha l’opportunità per diventare una vera e propria dama, ricevendo l’educazione adeguata, per fare il suo debutto in società, venendo rispettata quanto una nobile.

Una vita in gabbia

Purtroppo però, sebbene il padre pensi di fare tutto per la felicità della figlia, Principessa, diventata una splendida adolescente, inizia a spegnersi. Privata della sua spensieratezza, è costretta ad usi e costumi che non le appartengono, e che le vengono imposti dalla tutrice per imparare a vivere nella società nobile.

Nel giro di poco tempo, la voce che vi sia una ragazza bellissima, in grado di ammaliare qualsiasi essere umano, è sulla bocca di tutti. Uomini da tutto il paese, principi, e persino l’imperatore cercano di prenderla in moglie. Ma Principessa è venuta al mondo per vivere, e non per essere rinchiusa in una gabbia, da coloro che non hanno a cuore per davvero la sua felicità.

Alla fine, soffocata da tutto ciò che la circonda, invoca inconsapevolmente l’aiuto della Luna, dalla quale era stata mandata sulla Terra. Ed è allora che è troppo tardi. Il padre, convinto fino alla fine di aver fatto di tutto per la felicità della figlia, non aveva capito che in realtà la stava solo allontanando dal suo vero essere, stremandola al punto tale da farle desiderare di non stare più con loro. La madre era l’unica che la capiva davvero, all’interno di quelle alte mura che la circondavano.

La amavano certo, ma ormai quel che è fatto è fatto. Una notte di luna piena, la giovane Gemma di Bambù viene raccolta dagli spiriti della Luna, e viene ricondotta nel luogo in cui appartiene, lontana dal luogo in cui vorrebbe vivere.

Gli opposti si attraggono

Chi è abituato a vedere i film dello Studio Ghibli di Miyazaki, potrebbe credere che siano due stili completamente diversi. Certo, i disegni e gli stessi colori sono alquanto differenti, ma non bisogna pensare solo utilizzando gli occhi. Il fattore più importante, probabilmente, è ciò che Isao Takahata vuole raccontare e come intende farlo. L’eleganza, la purezza e la semplicità che caratterizzano la storia infatti, unite alle colonne sonore, accompagnano lo spettatore per tutta la durata della proiezione.

Gli ologrammi definiti, che evidenziano ogni movimento, si uniscono magnificamente con i delicati colori degli acquerelli, quasi per simboleggiare un costante equilibrio che, sebbene magari all’inizio può sembrare strano, dopo un poco fa si che gli occhi e la mente dello spettatore vengano avvolti e travolti dalla favola.

Le tematiche – una felicità fasulla

È a dir poco palese la critica alla società di Isao Takahata all’interno de La Storia della Principessa Splendente. Difatti, sebbene a Principessa e alla madre andasse più che bene la loro vita tra i monti, il padre ha sempre cercato quel qualcosa in più, senza mai accontentarsi. Pensando di fare gli interessi della figlia infatti, non capisce che in realtà le sta spegnendo l’animo. La bimba felice e spensierata che correva tra i boschi con i suoi amici, non esiste più.

E questo perché, da una parte, vi è un padre che è alla costante ricerca dell’accettazione nell’alta società, mentre dall’altra, vi è una figlia che per quanto vorrebbe ribellarsi e scappare, alla fine, per via dell’amore che prova per i suoi genitori, non riesce ad andarsene.

Una società soffocante

”Rendiamo grazie, rendiamo grazie”.

Tagliatore di Bambù

Il padre, per tutta la durata del film, non fa altro che ripetere questa frase, quasi come se fosse una cantilena. Rendiamo grazie alla Luna, che ha benedetto la famiglia donando una figlia tanto incredibile. Alla fine della storia però, queste parole risultano prive del loro significato, perché il vecchio non tende più di rendere la bambina davvero felice, ma la costringe ad essere ciò che non è, per ricercare una felicità fasulla, legata allo status sociale e ai soldi.

Lei sa che gran parte delle persone della società in cui sta entrando sono vuote d’animo, interessate ad avere solo ciò che non possono ottenere facilmente, perché è bramato da molti, quasi come se fosse un gioco, o una sfida.

Tuttavia, non può resistere a lungo, ed arriverà ad un certo punto in cui, senza volerlo, chiederà aiuto con un urlo silenzioso, per poter fuggire da tutta la falsità e la tristezza che la circondano.

“Quella felicità che voi desideravate darmi, padre mio, mi è stata dura”.

Principessa splendente

Il rapporto con la natura

Ne La Storia della Principessa Splendente vi è dunque un elogio alla vita di campagna, alla spensieratezza che si può provare solo stando tra i monti, a stretto contatto con la natura, in contrasto con la monotona, fredda, impostata e falsa vita di città.

Isao Takahata vuole mostrare ai suoi spettatori la magnificenza di una vita connessa con la natura, denunciando invece le crudeltà dell’epoca moderna. Non è un caso dunque che la sua ultima opera abbia come protagonista una fanciulla proveniente dalla Luna, che ha uno stretto rapporto con la vita.

La natura rappresenta la purezza d’animo, nella quale si è davvero se stessi, e si può essere felici. Ed è per questo che, sebbene Principessa sia rinchiusa nelle mura di casa sua, cerca sempre di rimanere connessa con ciò che la fa sentire se stessa. L’orto, la casetta dove si rifugia con la madre per svolgere mansioni manuali, le creano l’illusione di trovarsi ancora tra i monti.

La falsità

Ma la verità purtroppo le viene sbattuta in faccia ogni volta che suo padre mette piede in quel piccolo luogo sicuro. Per quanto la piccola Gemma di Bambù provi a nascondersi nel suo rifugio per vivere tranquilla, alla fine comprende che tutto ciò è inutile. Ciò che lei ama davvero è lontano, oltre quelle mura, e tutto ciò che la circonda non è altro che un falso.

Falso, come l’orto che, visto da un’altra prospettiva, le ricorda la sua amata montagna, ma che ne è solo una piccola rappresentazione; o come le sopracciglia che è costretta a togliersi per poi ridipingerle. Oppure falso come l’amore che dicono di provare i nobili pur non avendola mai nemmeno vista. Falso, come falsi sono stati gli oggetti preziosi portati come dono da quest’ultimi, per avere la mano di Principessa.

Queste ovviamente, sono solo alcune delle tematiche trattate dal maestro ne La Storia della Principessa Splendente. Chissà quali altri messaggi ha voluto nascondere all’interno della sua opera, più profondi, complessi.

Una cosa è certa però: La storia della principessa splendente è sicuramente unica nel suo genere. Isao Takahata, grazie alla sua opera, fa un elogio alla natura e alla felicità che colpisce i cuori di tutto il pubblico, che viene trasportato in un’altra dimensione, e che ha l’occasione, anche se per poco, di vivere un’avventura all’interno di una splendida favola.

a cura di
Marianna Conforti

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