“American Fiction” la recensione

“American Fiction” la recensione
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Sbarcato da pochi giorni su Amazon Prime Video, American Fiction è uno dei film candidati agli Oscar 2024. L’esordio alla regia di Chord Jefferson (sceneggiatore di serie televisive come Succession) ha ottenuto 5 candidature a Premi Oscar, 2 candidature a Golden Globes ed un premio ai BAFTA.

Il film inizia col protagonista Jeffrey Wright che impersona Thelonious “Monk” Ellison un professore di un liceo californiano. Sta facendo lezione in aula e sulla lavagna, in una frase scritta, campeggia il termine dispregiativo nigger. Un’alunna (bianca) protesta per la scelta di quella parola. Monk gli risponde: “Se l’ho superata io, puoi farcela anche tu“.

La scena successiva vede la ragazza uscire dall’aula in lacrime. Un inizio che detta già la personalità del professore frustrato perché i suoi romanzi sono ignorati dal pubblico. Non accetta la visione preferita dai bianchi di storie di criminalità e sopravvivenza nella comunità afroamericana. O addirittura adora racconti vissuti di strada raccontati da ricercati dell’FBI.

Questo atteggiamento dispotico lo porterà all’allontanamento dalla scuola e al ritorno in famiglia a Boston. Qui troverà suo fratello e sorella, entrambi medici, ma anche sua madre che comincia ad avere seri problemi di salute. In difficoltà economiche a causa delle cure della madre, Monk scrive per gioco una storia che ritrae proprio quel mondo che tanto odia. Un libro con storie di droga e omicidi pieno dei cliché che i bianchi si aspettano. D’accordo col suo editore lo pubblicano ma l’autore rimarrà un anonimo criminale ricercato proprio dall’FBI. Il romanzo diventa un best seller incensato perfino dai critici.

Senso di colpa

In mezzo a tutto questo si sviluppano i difficili rapporti famigliari, l’incontro e l’amore con una donna e il carattere rancoroso di Monk, incapace di lasciarsi andare. Viviamo insieme a Monk il suo rapporto tumultuoso con la malattia della madre, un successo inaspettato nei panni di un personaggio che odia. Il mancato supporto del fratello e della sorella inoltre lo porta a mettersi sulle spalle il fardello della madre, mentre cerca un equilibrio fra l’ego, l’anonimato e il senso di colpa per essere stato lui stesso ad alimentare l’involuzione della narrativa afroamericana contemporanea.

American Fiction è l’adattamento del romanzo Erasure dove già nel 2001 Percival Everett descriveva l’ottusità e l’ipocrisia di chi, dietro la tutela delle minoranze, crea una ghettizzazione al contrario mortificando la qualità dell’arte, oltre che la dignità di chi la realizza e di chi viene rappresentato.

Dietro questa commedia americana satirica c’è una richiesta di libertà di espressione che sia paritaria. Etichettarla nei cliché vuol dire circoscriverla in un mondo inferiore e il successo di questa formula è un modo per i bianchi per lavarsi la coscienza.

Commedia satirica

In questa commedia che ritrae una famiglia media americana con una storia che non differisce da una qualsiasi realtà bianca o di un’altra minoranza. In definitiva, American Fiction è anche un film denso di una satira che non risparmia nessuno: il mondo intellettuale dei bianchi-liberal che assegnano al libro finto un premio letterario. Il mondo del cinema che vede in un best seller stereotipato un’opprtunità di guadagno. Perfino la comunità nera che cavalca con orgoglio quegli stessi stereotipi nella musica e nella stessa letteratura.

Si tratta di un film coraggioso perché demolisce la correttezza politica americana degli ultimi anni, che ha rinchiuso la libertà intellettuale afroamericana nel dogmatismo e un’ideologia forzata. Un film che rivendica un diritto di libertà culturale lontano da semplificazioni patetiche nello sfondo che vi farà divertire e commuovere.

a cura di
Beppe Ardito

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Beppe Ardito

Da sempre la musica è stata la mia "way of life". Cantata, suonata, scritta, elemento vitale per ridare lustro a una vita mediocre. Non solo. Anche il cinema accompagna la mia vita da quando, già da bambino, mi avventuravo nelle sale cinematografiche. Cerco di scrivere, con passione e trasporto, spinto dall'eternità illusione che un mondo di bellezza è possibile.

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