Sanremo 2024: pagelle della finale

Sanremo 2024: pagelle della finale
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Finale rocambolesca, con Angelina e Geolier che se la sono giocata fino all’ultimo secondo di questo Sanremo 2024. La spunta Angelina Mango, che conquista Premio della Sala Stampa “Lucio Dalla” e il premio “Giancarlo Bigazzi”

Per quello che è stato l’andamento delle votazioni di questo Sanremo 2024, il risultato finale non era per nulla scontato. Fino all’ultimo momento sono stati in bilico Angelina Mango e Geolier. Nonostante il 60% dei voti da casa (un quantitativo incredibile), Geolier vede sfumare il palmizio dorato del primo premio. Prima Angelina Mango, che fatica a credere di essere riuscita a conquistare la vittoria della gara, ma anche del premio della Sala Stampa e del premio “Giancarlo Bigazzi” per la migliore composizione finale. “Me cojoni”, come direbbe D’Annunzio.

Terzo posto per Annalisa (probabilmente un po’ seccata per aver collezionato l’ennesima chace sfumata per un soffio), quarto Ghali e quinto Irama, con gran sorpresa del sottoscritto.

Gli altri premi

Il premio della critica “Mia Martini” va a Loredana Berté per la sua “Pazza”, mentre il Premio “Sergio Bardotti” per il miglior testo se lo aggiudica Fiorella Mannoia con “Mariposa”.

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Le pagelle finali della finale

Senza ulteriori indugi, partiamo con le pagelle finali della finale di Sanremo 2024, dall’ultimo al primo. Alcuni voti hanno subito delle modifiche rispetto alle pagelle della prima serata perché un conto è la sensazione iniziale della prima volta, un altro conto è l’avere maggiore consapevolezza di ciò che è stato ascoltato. Dai che il massacro è finito (per ora).

Fred De Palma
“Il cielo non ci vuole”

Della sua esibizione alla finale di Sanremo 2024 la cosa che ricordo di più è il beatbox fatto da Fiorello per fargli fare un freestyle di livello infimo. Il Tre, in confronto, lo asfalta. La canzone? Ah, già. Beh, se la cosa che mi è rimasta più impressa è il beatbox…
In sintesi: Ana torna da lui.
VOTO: 5

Sangiovanni
“Finiscimi”

“Where’s Waldo?”. Probabilmente ha fatto male la conta dei giorni di permanenza a Sanremo e si è presentato sul palco con i vestiti comodi per tornare a casa. Il brano si conferma discretamente inconsistente. Non brutto, non bello. Balto, insomma.
In sintesi: Dov’è Waldo?
VOTO: 5-

BNKR44
“Governo punk”

I Backstreet Boys di Temu fanno rimpiangere i tempi di “Operazione Trionfo” e “Popstar” su Italia1. Non capisco nemmeno perché due a caso hanno finito la canzone a torso nudo. A parte questo, non si può biasimarli: ci provi, vinci Sanremo Giovani, mica ci sputi sopra.
In sintesi: Ordini una boyband su Temu, arrivano a casa loro.
VOTO: 4,5

La Sad
“Autodistruttivo”

Esaurito l’effetto sorpresa, al termine di questo Sanremo 2024 posso dirvi: loro mi stanno simpatici, pur infastidito dalla pantomima fintopunk. Il brano sarebbe una bomba se dato in mano ai Finley di 12 anni fa.
In sintesi: Rivalutati personalmente, non musicalmente.
VOTO: 5+

Maninni
“Spettacolare”

La canzone più classicamente sanremese. Stracciapalle e melensa. Precisa per chi soffre l’assenza di brani “di una volta”.
In sintesi: Perfetta per la generazione che ha possibilità di godersi la pensione da 1250 euro al mese.
VOTO: 5

Renga e Nek
“Pazzo di Te”

Da ultimi a primi… per ordine di esibizione. A loro non frega nulla, lo dicono quasi chiaramente e va bene così. Canzone utile quanto una pianta di avocado in Antartide, ma alle loro fan ciò non importa e amen.
In sintesi: missione compiuta: spot per il prossimo tour e via così.
VOTO: 5

Clara
“Diamanti grezzi”

La canzone continua a parermi discreta, lei con una gran bella voce e mi pare proprio che non abbia mai usato autotune, a dimostrazione di un gran controllo. Posizione in classifica finale esageratamente penalizzante. Clara, ti prego: continua a cantare e fai performance recitative. With love.
In sintesi: Meglio cantare che attrice.
VOTO: 7

Rose Villain
“Click Boom!”

Nelle ultime ore di Sanremo 2024 ritrova la voce. Evidentemente nelle serate precedenti l’emozione e la tensione hanno giocato un ruolo cruciale. Lo scollamento tra strofa e ritornello continua a mettermi in difficoltà.
In sintesi: ha messo il turbo nel finale, ma è troppo tardi
VOTO: 5,5

Big Mama
“La rabbia non ti basta”

Dopo la piacevole sorpresa iniziale, a mente fredda il brano non è brutto, continuo a credere nella bontà della proposta musicale, ma la magia tende a sfumare. Niente di grave, tutto naturale. Sanremo 2024 è stata un’ottima opportunità ottimamente vissuta e sfruttata. A presto, Big.
In sintesi: La festa è finita, ma va bene così.
VOTO: 6+

Ricchi e Poveri
“Non tutta la vita”

Operazione ringiovanimento stile Orietta Berti, ma con una tonnellata in più di cringe e una badilata in faccia di meme. Funziona. Oggettivamente è imbarazzante, ma anche al quattordicesimo ascolto l’imbarazzo fa il giro e muovi il culo a ritmo e cerchi di replicare le movenze di Angela, sperando Iddio che non ti esca la scapola e che il femore regga.
In sintesi: The King of reverse cringe
VOTO: 7,5

Dargen d’Amico
“Onda alta”

Musica da tagadà di Piazza Madonna delle Grazie di Teramo e testo socialmente impegnato. Bel connubio, ribadisco che funziona, ma il guaio, confermo anche questo, è che ricalca fin troppo la formula del successo precedente (che è diverso dal solo rimanere in un determinato stile).
In sintesi: Inserire gettone, rimanete sui sedili e pensiamo alla fame del mondo.
VOTO: 6,5

Negramaro
“Ricominciamo tutto”

Signori miei, cosa debbo dirvi. Sono i Negramaro. Punto. A questo punto alcuni diranno “Per fortuna!”, altri esclameranno “Che due coglioni”.
In sintesi: tante moine, evviva l’amore, la gentilezza e i trapianti in Turchia.
VOTO: 5+

Santi Francesi
“L’amore in bocca”

Qualcuno li ha definiti i nuovi Zero Assoluto. Come dicono in Inghilterra: but also no… Ultra plastici, edonistici, ma la voce non si discute. La canzone… Beh…
In sintesi: Ormone a diecimila, ma dopo la sigaretta niente di che.
VOTO: 5,5

Mr. Rain
“Due altalene”

La paraculata delle altalene replica né più né meno “Supereroi”. Poi vabbé, magari lui ci crede davvero, ma è come zucchero filato su una montagna di miele.
In sintesi: melenso fino al midollo.
VOTO: 5+

The Kolors
“Un ragazzo una ragazza”

A furia di ascoltarla, pensavo potessero piazzarsi in una posizione più alta in questo Sanremo 2024. Comincio a odiarla per due motivi: 1) l’ho ascoltata tantissime volte non per voglia ma per necessità; 2) è maledettamente orecchiabile. La formula di “Italodisco” rimaneggiata quanto basta per diventare un tormentone, stavolta più solido di quello di Annalisa.
In sintesi: Un ragazzo incontra una ragazza che ascolta italodisco e io non resisto, mannagg…
VOTO: 6+

Fiorella Mannoia
“Mariposa”

Imperiosa, maestosa, elegante. Canzone nei suoi standard. Posizione non alta, tutto prevedibile. Voto confermato.
In sintesi: tutto è andato secondo i piani.
VOTO: 7-

Emma
“Apnea”

Ora ricordo. La parte prima del ritornello è 100% Ricchi e Poveri style. La parte centrale ripetiamo essere un tentativo di sembrare una Annalisa più soft. Nonostante questo, il pezzo continua a piacermi discretamente. Poteva meritare un po’ di più a livello di classifica.
In sintesi: trattiene il respiro fino alla fine. Manca la top 10. Eh, dai, capita.
VOTO: 6+

Diodato
“Ti muovi”

Che palle. Nel suo essere una rottura di maroni, però, è sempre ineccepibile. In un certo senso, per questo è meritevole quasi di rispetto.
In sintesi: votato dal vecchio fan di Sanremo.
VOTO: 6

Il Tre
“Fragili”

Il tre, cuore di panna e, possiamo dirlo, voce interessante. Poi la canzone, ok, ottima per sedicenni che scrivono su Threads e Instagram “La mia vita senza di te è difficile” dopo due settimane di sguardi rubati, e basta. Si è tuttavia dimostrato un puro di cuore, contento già per il solo essere sul palco dell’Ariston.
In sintesi: Sei il fratello minore che molti vorrebbero (convertire all’Heavy Metal).
VOTO: 5+

Gazzelle
“Tutto qui”

Il Liam Gallagher della Nomentana non si smentisce e si presenta in questa finale di Sanremo 2024 con un outfit da post finta palestra e occhialone. Fa quel che deve fare, stop. Alla fine della fiera, è né più né meno un brano di Gazzelle.
In sintesi: Don’t look back in anger.
VOTO: 5,5

Alfa
“Vai!”

Ho imparato a conoscerlo, si è guadagnato la mia simpatia. Non è una canzone da vomito, ha 23 anni e se l’è goduta fino alla fine. La classifica di Sanremo 2024 lo premia con un ottimo decimo posto. Voto sempre sul 5, ma ai ccciovani non interessano i numeri, a meno che non sia la classifica online di EA Sports FC 2024.
In sintesi: Eucazione e Starfield.
VOTO: 5+

Alessandra Amoroso
“Fino a qui”

Sto cercando disperatamente il numero del suo parrucchiere per farmi dire il nome della lozione magica che ha permesso ad Alessandra di presentarsi alla finale di Sanremo 2024 con i capelli lunghissimi. Poi la mia compagna mi dice che quelle sono extention. Un sogno infranto, una speranza decaduta. A parte questo, il suo cantare come se fosse un continuo lamento ha sbancato, tanto da arrivare a un incredibile nono posto.
In sintesi: Mistero della fede delle principali religioni dell’Universo.
VOTO: 5,5

Il Volo
“Capolavoro”

Posizione alta. Direi fin troppo alta, ma risulterei altezzoso e cattivo (cosa che non nego del tutto). Penso che siano sopravvalutati. Ottime voci, ma profonde quanto la carta velina che compravo alle elementari per cercare di emulare le creazioni dell’Albero Azzurro.
In sintesi: Breakin’news: i capolavori non cadono dal cielo.
VOTO: 5+

Loredana Berté
“Pazza”

Confermo due cose: la canzone, in sede live, è buona e ha fatto di tutto per far guadagnare punti al Fantasanremo. Grazie di esistere, Loredana.
In sintesi: Queen of the queens.
VOTO: 7,5

Mahmood
“Tuta gold”

Agghiacciante non sia in Top 5. Assieme a Ghali e pochissimi altri, Mahmood ha portato a Sanremo 2024 una delle canzoni più solide (lo dico da non fan del genere).
In sintesi: Spalle larghe e avanti tutta per la propria strada.
VOTO: 7

Irama
“Tu No”

Patata in bocca, poi quando alza ha un termosifone in gola grazie all’autotune. La riserva dei BackstreetBoys ha di base una canzone con un buon climax finale. Le vene gonfie sul collo ricordano i famigerati scontri tra Raoul e Kenshiro.
In sintesi: La patata è un tubero commestibile ottenuto dalle piante della specie Solanum tuberosum, molto utilizzato a scopo alimentare previa cottura.
VOTO: 5+

Ghali
“Casa mia”

Stasera l’ippopotamo della Pampers è arrivato sino al palco dell’Ariston di Sanremo. Ghali elegante e sbrilluccicante, alla fine la tocca piano: “Stop al genocidio”. Meglio di tanti altri che fanno penegirici di parole a caso.
In sintesi: Amico d’infanzia.
VOTO: 7,5

Annalisa
“Sinceramente”

Lei ci prova fino alla fine a imporsi. Spara acuti con un controllo vocale tale che la Madonna è andata di persona all’Ariston per stringerle la mano. Non è bastato per conquistare Sanremo 2024.
In sintesi: Ugola di titanio, nonostante la parabola discendente
VOTO: 6,5

Geolier
“I p’ me, tu p’ te”

Alla fine, a furia di ascoltarla, quantomeno il ritornello ha una buona musicalità. Ripudiamo la cafonata di parte del pubblico che la sera precedente si è alzata e se ne è andata. Le votazioni hanno parlato chiaro. Fin troppo, per quanto mi riguarda. Ma, ehi, è il gioco delle parti. Lamentiamoci al massimo del risultato, ma non di lui (è diverso, moooolto diverso). Guagliò, spalle larghe e vai avanti.
In sintesi: Calimero.
VOTO: 5

Angelina Mango
“La noia”

All’improvviso, l’imprevisto: Angelina sul finale rischia di cadere, anzi cade ma poi si rialza. È successo sul palco, è accaduto nella classifica finale. Il brano, ammetto, è cresciuto un po’ nel corso delle serate. Sempre più convinto tuttavia che stilisticamente debba trovare ancora una strada ben definita.
In sintesi: Cade e rimbalza.
VOTO: 5,5

Arrivederci e grazie di tutto

Si conclude così questa 74esima edizione del festival di Sanremo, la quinta consecutiva per Amadeus che ha avuto il demerito di canonizzare le 2:00 di notte come orario di chiusura della kermesse, ma al quale si deve un effettivo ritorno dell’interesse del pubblico più giovane, che è passato dallo schifare il “festival dei vecchi” al seguirlo fino a notte fonda “perché devo votare Artista X”.

È stato bello, nonostante tutto (sono le 4:00)

Ha saputo dosare vecchie glorie con nuovi idoli, creare un ritmo e un modo di condurre più dinamico, raccogliendo e perfezionando gli spunti di quel già tentativo primordiale di svecchiamento condotto dalla mini era Baglioni. Ci sono stati gli inevitabili scivoloni, per carità divina, ma sono i rischi del mestiere.

Il passaggio di testimone sarà arduo, ma un desiderio arde già in noi: meno cantanti e un orario di chiusura più umano.

All’anno prossimo. Vado a rintanarmi nel freezer, che sto iniziando a decompormi.

a cura di
Andrea Mariano

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Andrea Mariano

Andrea nasce in un non meglio precisato giorno di febbraio, in una non meglio precisata seconda metà degli Anni ’80. È stata l’unica volta che è arrivato con estremo anticipo a un appuntamento. Sin da piccolo ha avuto il pallino per la scrittura e la musica. Pallino che nel corso degli anni è diventato un pallone aerostatico di dimensioni ragguardevoli. Da qualche tempo ha creato e cura (almeno, cerca) Perle ai Porci, un podcast dove parla a vanvera di dischi e artisti da riscoprire. La musica non è tuttavia il suo unico interesse: si definisce nerd voyeur, nel senso che è appassionato di tecnologia e videogiochi, rimane aggiornato su tutto, ma le ultime console che ha avuto sono il Super Nintendo nel 1995 e il GameBoy pocket nel 1996. Ogni tanto si ricorda di essere serio. Ma tranquilli, capita di rado. Note particolari: crede di vivere ancora negli Anni ’90.

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