“L’anima in pace” – la recensione in anteprima

“L’anima in pace” – la recensione in anteprima
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“L’anima in pace” è il secondo film di Ciro Formisano. La pellicola, ambientata a Roma nel quartiere “Quarticciolo”, ci mostra la travagliata storia di Dora, una giovane rider che tenta di emanciparsi tra consegne e spaccio, al tempo della pandemia! Il film arriverà sui grandi schermi domani 18 gennaio, ma sarà presentato in anteprima già da stasera, al cinema Farnese di Roma. Noi di “The Soundcheck” abbiamo visto il film e abbiamo intervistato il regista. Buona lettura!

Il 2020 è stato un anno difficile per tutti, specie per quelli come Dora (Livia Antonelli), un’umile ragazza di periferia. Astuta, poco femminile e decisamente più sveglia della sua età, la venticinquenne affronta con coraggio diverse problematiche ed è intenzionata a non fermarsi davanti a niente e nessuno, pur di “sbarcare il lunario”.

Senza lasciarsi intimorire né dalle casse d’acqua né dai doppi turni, Dora consegna qualsiasi tipo di prodotto alimentare a bordo del suo furgoncino aziendale, diretto verso le case degli abitanti dei quartieri della Capitale. La ragazza fa tutto questo solo per aiutare la sua famiglia, in particolar modo sua madre Lia (Donatella Finocchiaro).

Ospiti entrambe nell’appartamentino della zia Rosi (Cinzia Susino), Dora e Lia attendono con ansia una risposta. Gli altri due figli minori (fratelli gemelli di Dora) vivono, infatti, a casa di un assistente sociale, a causa della precedente incarcerazione della madre, che aveva deciso di farsi giustizia da sola sparando contro il marito violento. Il Tribunale accetterà di affidare nuovamente a Lia i teneri gemelli Massimo e Nunzio?

Genitori e figli… un’inversione di ruoli

Nel frattempo, Lia e Dora vivono il “Quarticciolo” in modo molto diverso.
Indolente e volubile, la signora Lia sperpera i pochi soldi accumulati dalla figlia, acquistando regali per i diversi amanti residenti nel periferico quartiere romano, ed incattivendo sempre più Dora. Lia sembra prender tutto alla leggera, forse perché ciò che porta dentro è troppo pesante.

Pur di guadagnare un extra, Dora si fa invece corrompere dal suo amico “tutto muscoli” Yuri (Antonio Digirolamo), pusher di zona, nonché suo amante. Sfruttando l’onesto lavoro da rider della ragazza, l’uomo continua a spacciare, anche durante il lockdown. Dora si sente invischiata in un’insana relazione, dalla quale sembra non saper più uscire.

Nonostante questo, deciderà però di smettere con la droga e lo spaccio, poiché… anche lei ha un sogno: quello di fare l’onicotecnica presso un centro estetico vicino casa, dove ha già lavorato in nero. Per Dora potrebbe essere infatti questa la soluzione per dedicarsi finalmente a ciò che le piace davvero, garantendo ai suoi amati fratellini un tetto sopra la testa ed un pasto a tavola!
Ma ci riuscirà davvero?

Andrea e Dora in L’anima in pace
Andrea

Ed è proprio durante una delle sue consegne che Dora si imbatte in Andrea (Lorenzo Adorni), un ragazzo gentile che non ci pensa due volte ad aiutarla, non appena i due si incontrano sulle scale di un palazzo. Il nuovo arrivato comincerà così a seguire la ragazza, desideroso di conoscerla meglio.

Specializzando in medicina, Andrea vuole proseguire le orme dell’amato padre, un dottore dall’animo buono deceduto da poco.

Riuscirà il giovane a far capire alla ragazza che lui l’apprezza per com’è non per come dovrebbe essere? E soprattutto, riuscirà a convincere la madre (Daniela Poggi) che Dora potrebbe essere davvero la ragazza giusta per lui?

Non faremo altri spoiler…

Alternativa, ribelle, sfacciata, Dora affronta con coraggio tutte le sfide che le si prospettano davanti. Col ritorno di Yuri dal carcere, però, il futuro della ragazza sembra essere nuovamente a rischio.
Riuscirà la nostra protagonista a cambiare il corso degli eventi, dando una vera svolta al suo avvenire?

Correte al cinema e lo scoprirete!

A nostro parere

Per quanto mi riguarda, L’anima in pace si è rivelato davvero un’incredibile sorpresa.

È stato davvero interessante vedere come diversi attori emergenti siano stati in grado di collaborare con altri più noti in maniera così professionale.

Livia Antonelli ha svolto per la prima volta il ruolo di protagonista, interpretando in maniera impeccabile una tosta ragazza di periferia. Tanto che il pubblico potrebbe arrivare ad identificarsi nella rider, immedesimandosi con lei per varie ragioni: io stesso ho compreso a pieno lo sforzo di Dora, che si trova costretta a dover sempre sorridere a chiunque.

Nel film è mostrato chiaramente, inoltre, come alcune clienti molto acide sembrino non apprezzare il duro lavoro svolto dai riders, trattandoli con sufficienza e strafottenza. Situazione realmente avvenuta durante la Pandemia, quando le persone non tenevano minimamente in considerazione il rischio di contagio a cui questi ultimi si esponevano, pur di darsi da fare e lavorare.

Durante le consegne, Dora non ama portare la mascherina di continuo (e chiunque l’abbia indossata per più di 10 minuti durante l’orario di lavoro può capirla molto bene!), ma, nonostante la maleducazione di alcuni clienti, ciò non basta a fermarla!

Fortunatamente nel corso del film assistiamo anche a scene più felici! Ad esempio quando una signora gentile, ammettendo di non avere spicci per lasciarle una mancia, decide di ringraziare Dora a modo suo, regalandole un pacco di patatine ed altri snack. Ciò per permettere alla ragazza di rifocillarsi duranti i lunghi tragitti e le fatiche delle pesanti consegne.

Il “dietro le quinte ” fornito dal regista e dagli attori!

Poco prima dell’inizio della proiezione, siamo stati accolti nella sala grande dell’Anica (Associazione Nazionale Industrie Audiovisive) di Roma per uno speciale cocktail di benvenuto offertoci dalla Fattoria Latte sano, con il supporto dei ragazzi de La Locanda dei Girasoli, un ristorante nato con l’obiettivo di favorire l’inserimento lavorativo di persone con sindrome di Down!

Dopo un servizio impeccabile ed un catering delizioso, il regista Ciro Formisano ha presentato il film introducendone il contesto ed i tempi delle riprese. A fine proiezione, lo stesso Ciro ed alcuni attori del cast hanno risposto alle nostre domande.

La location

Ciro Formisano: “La location principale dove abbiamo girato il film è in periferia, nel quartiere Quarticciolo di Roma. Abbiamo vissuto davvero grossi momenti di disagio, durante i quali dovevamo fermare le riprese perché avvenivano delle baruffe terribili tra spacciatori e persone locali. Inizialmente non ci accettavano perché, anche se eravamo solo una piccolissima troupe, eravamo di fatto una troupe con tutte le problematiche che ne conseguono.”

Con questa frase il regista ha lasciato intendere di essere stati considerati, almeno in un primo momento, alla pari di un gruppo di invasori.

Formisano: “Poi ci hanno come adottato. C’era chi ci aiutava con le riprese e chi ci ha addirittura offerto la possibilità di usare la propria casa per girare il film. Quella che si vede nel film, ad esempio, è di proprietà di una persona che vive lì da sempre. Noi eravamo soltanto degli artisti emergenti ed in quanto tali disponevamo di un budget alquanto esiguo.”

Il periodo delle riprese

Formisano: “Non abbiamo girato durante il periodo del lockdown, ma l’anno successivo, allo scadere del termine dell’obbligo dei tamponi sul set. Dopo di che abbiamo avuto diversi focolai sul set e, nonostante fossimo quasi tutti positivi, abbiamo continuato a girare e abbiamo proseguito fino alla fine delle riprese.”

“Fu facile integrarsi?”

Formisano: “No, ci sono stati molti problemi. Parliamo, ad esempio, del ragazzo sulla panchina in una delle prime scene, quando Dora torna a casa. Si trattava di un ragazzo che abbiamo preso lì per girare qualche battuta, perché eravamo a corto di attori sul set. Inoltre, ci piaceva l’idea di avere nel film la popolazione locale.

Il padre di questo ragazzo, però, si è cosi ingelosito che durante le riprese ha iniziato a fare a botte con il figlio, impedendoci di continuare. Dopo un primo momento di preoccupazione, abbiamo deciso di far partecipare come comparsa anche lui. Si tratta del signore che batte le mani!”

“Perché hai scelto proprio Livia come attrice protagonista?”

Formisano: Livia è la perla di questo film. È il suo primo esordio cinematografico e per me è stata una grandissima scoperta. Mi fu consigliata dalla Scuola d’Arte Cinematografica “Gian Maria Volontè”, perché cercavo un’attrice con fattezze poco consuete per il Cinema. Ma vorrei che lo raccontasse lei stessa.”

Interviene Livia Antonelli

Livia Antonelli: “Abbiamo fatto tanti provini durati quasi un anno, quindi è stata un’esperienza lunga e dura. Questo è il mio primo film da protagonista ed è stata una bellissima occasione. Ero sul set tutti i giorni, ancor prima di ricominciare le riprese. C’è stata una grande preparazione.”

Formisano: Con Livia ho dovuto insistere a sporcarsi, perché lei è una ragazza davvero molto pulita ed è completamente diversa da come si vede nel film. Penso che gli attori di questo film meritino tutti una lode per la loro bravura!”

Riguardo al personaggio di Yuri, come si prepara un personaggio del genere? Credo sia difficile, anche se si tratta solo di finzione scenica, girare scene di violenza e di abuso verso una collega.

Antonio Digirolamo: “Questa è un’ottima domanda. È da poco nata una nuova figura nel Cinema, il coordinatore delle scene intime. Noi ovviamente, avendo lavorato in un film a basso budget, non lo avevamo. La mia strategia è stata quella di creare una sorta di relazione profonda con Livia già dai primi giorni, per farla sentire a suo agio. Ho cercato, nel poco tempo disponibile, di sviluppare affinità con lei. Quindi si è fatto un grande lavoro, iniziato precedentemente al film.”

Formisano: “Abbiamo passato una giornata a migliorare la tecnica di sputi! Vi voglio ringraziare per tutto il sostegno che ci avete dato!”

Anche noi di The Soundcheck vi ringraziamo per la lettura, e vi aspettiamo al cinema dal 18 gennaio!

a cura di
Tommy Ippolito

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