ACI Rally Monza – Danzando sotto la pioggia

ACI Rally Monza – Danzando sotto la pioggia
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Nei due primi giorni di dicembre si è svolto l’atto conclusivo dei campionati Rally CIAR e CIRT, l’autodromo di Monza è stata la cornice perfetta per un finale di campionato ormai senza nulla da dire, ma il clima ha reso la gara imprevedibile con moltissimi ritirati

Dopo due settimane dall’ultima volta che le auto da rally hanno calcato l’asfalto del tempio della velocità nei giorni 1 e 2 dicembre si è svolto l’ACI Rally Monza, atto conclusivo del Campionato Italiano Rally, in un misto asfalto-terra che sin dal primo passaggio ha dato dimostrazione di un percoso duro.

Monza accoglie un Rally titolato a due anni di distanza dall’ultimo WRC con un tracciato tutto nuovo: 80km, strade principalmente su sterrato in un parco che ancora si lecca le ferite a causa dei nubifragi di luglio, ma in completo spolvero per questa due giorni peni di pubblico, ma…

Il meteo è inclimente, già dallo shakedown si capisce che il tracciato è di quelli tosti, la pioggia ha reso il terreno, solitamente non battuto da auto, ostico e molto morbido, i solchi delle auto stradali usate per la prova sono evidenti a tutti, ma non è questo che fermerà i piloti.

Pioggia e tanto fango

Ore 9: la sveglia suona, non è il solito venerdì, ad aspettarmi c’è l’Autodromo di Monza col suo rally, apro la tenda e davanti a me la pioggia, già capisco cosa mi si prospetta in giornata, dopo un’ora di viaggio recupero l’accredito, parcheggio la macchina e, assieme ad altri fotografi, mi incammino alla ricerca dello spot adatto alle prime foto.

Il clima è freddo, la pioggia c’è, ma sembra dare una speranza a tutti i presenti, arrivati al primo spot controlliamo gli orologi segnano le 13:00, il rally ha inizio. In lontananza il rombo dei motori si fa sempre più insistente, di li a poco la prima auto apparirà tra le fronde.

Essendo la power stage l’ordine di partenza è invertito e le prima macchine a fare il loro passaggio sono le piccole Suzuki Swift, il punto dove siamo fa capire quanto sarà difficile per i piloti affrontare questa due giorni.

La pioggia aumenta e con lei anche le difficoltà, inziano le prime defezioni, ma i piloti rimanenti non pensano alle avversità e in testa inizia una sfida tra i due alfieri Skoda, da una parte il campionissimo Paolo Andreucci dall’altra il 23enne Andrea Mabellini.

Il tempo si fa buio in fretta, sulle auto appaiono i fari supplementari e le difficoltà son sempre maggiori, il terreno ormai pregno d’acqua non lascia spazio ad errori e i binari creati dalle vetture non fanno sconti a chi ha deciso di usare un assetto da asfalto.

La notte avvolge il circuito, la gente rimasta si accalca nei pochi punti aperti al pubblico, le macchine sfrecciano fino a quando il giorno si può considerare finito, è ora di tornare a casa, il freddo nemmeno con il clima acceso si leva dalle ossa e nella testa il pensiero è solo: come mi vestirò domani?

Il sole dopo la tempesta

La sveglia del sabato è all’alba, riecheggia nella mia stanza alle ore 6:00, la pioggia fuori dalla finestra è ancora presente, forse più forte del giorno precedente, ma l’animo è forte, arrivo in pista che manca poco all’inizio della prima prova speciale di giornata, il fango è ovunque e per un attimo mi son sentito anche io un pilota di rally.

La pioggia a Monza irride tutti i presenti, ogni volta che sembra diminuire dando a tutti un sospiro di sollievo lei aumenta d’intensità portando chi sugli spalti, chi in pista a lottare contro l’acqua; i piloti man mano che vanno avanti le prove speciali si riducono di numero perché il tracciato è ormai molto provante, a volte ricorda il Kenia degli anni ’90.

Il tempo scorre veloce, dopo aver trovato il punto fotograficamente migliore si cerca di trovare anche lo spot iconico, finite le due prove mattutine si attraversa il tracciato verso la vecchia sopraelevata studiando mentalmente lo scatto di giornata.

Arrivato sul posto, guardo l’ora e capisco che siamo in ritardo sulla tabella di marcia, ma meglio per me perchè così sono potuto arrivare prima degli apripista che di li a poco passeranno su quel tratto, ma da lontano una voce rompe gli entusiasmi: “Prova annullata”, inizialmente non lo si vuol credere, ma è così.

Le strade ormai sono troppo rovinate e i piloti di concerto con la direzione gara hanno optato per l’eliminazione delle prove a maggior rischio di rottura e a vedere le macchine ferme in parco assistenza si capisce questa motivazione.

Passate velocemente le ultime prove con un entusiasmante testa a testa, la gara si conclude con la vittoria di Andrea Mabellini che, per la prima volta in stagione, passa sul podio davanti a un nugulo di Skoda Fabia.

La classifica finale

1. Mabellini-Lenzi (Skoda Fabia) in 55’24.5

2. Andreucci-Briani (Skoda Fabia) a 5.5

3. Ciuffi-Cigni (Skoda Fabia) a 11.2

4. Andolfi-Gonella (Skoda Fabia) a 1’21.1

5. Oldrati-Ciucci (Skoda Fabia) a 1’23.5

6. Re-Menchini (Skoda Fabia) a 2’05.8

7. Gianesini-Bergonzi (Skoda Fabia) a 2’31.3

8. Aragno-Guzzi (Skoda Fabia) a 2’33.0

9. Gilardoni-Bonato (Skoda Fabia) a 2’33.6

10. Chentre-Bay (Skoda Fabia) a 2’47.9

A cura e foto di

Andrea Munaretto

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Andrea Munaretto

Nato nell'84 e fin da quando avevo 4 anni la macchina fotografica è diventata un'estensione della mia mano destra. Appassionato di Viaggi, Musica e Fotografia; dopo aver visitato mezzo mondo adesso faccio foto a concerti ed eventi musicali (perché se cantassi non mi ascolterebbe nessuno) e recensisco le pellicole cinematografiche esprimendo il mio pensiero come il famoso filtro blu di Schopenhauer

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