La storia dell’XM24, iniziata a giugno del 2000 e mai conclusa, viene ricordata da Nicola Donadio, Silvia Polmonari e Letizia Tonolini. Il film “Come una foresta in città – tratto da una storia infinita” è disponibile dal 3 luglio sulla piattaforma OpenDBB.
Quando si nomina l’XM24, nella mente di tutti non può che presentarsi un’unica scena: un gruppo di attivisti su un tetto, le ruspe, un urlo che avvisa la presenza di persone all’interno dell’edificio. Solo in alcuni si è voluta insinuare la riflessione su cosa possa spingere dei ragazzi e delle ragazze a stare su un edificio mentre sta per essere demolito. Ecco perché ricordare cos’è stato “il tumore di Bolognina” in un film come “Come una foresta in città” è indispensabile.
L’opera, infatti, grazie al materiale audiovisivo raccolto tra giugno e agosto 2019, mostra dall’interno la vita nello spazio pubblico occupato autogestito. Fa una breve parentesi sulla nascita del collettivo e sui tira e molla delle varie amministrazioni comunali che si sono susseguite nel corso degli anni per dare largo spazio ai portavoce delle organizzazioni che hanno animato l’XM24. Gli stessi attivisti che il 29 giugno 2019, insieme a un gran numero di bolognesi, sono scesi in piazza per dare vita al più grande atto di resistenza in difesa dell’area autogestita.
La foresta
L’ex gasometro di via Ranzani, prima, e l’ex mercato ortofrutticolo di Via Fioravanti 24, dal 2002, sono state le abitazioni di idee diverse accomunate dalla stessa condizione: l’essere emarginate dalle istituzioni, dalla “Bologna bene”, dal centro città. Tutto quello che è “inqualificabile”, tutto ciò che rimane fuori dalle logiche di mercato compone l’XM24. Il semplice aggettivo “pubblico”, il semplice fatto di non escludere nessuno, automaticamente ha evitato che soggetti appartenenti a movimenti xenofobi o che si battono per la difesa delle classi sociali medio-alte si potessero insinuare in questo luogo. Il vietato vietare si concretizza in un ambiente.
Gli abitanti della foresta
In poco tempo al Bologna Social Forum, figlio dei movimenti no global che dà vita all’XM24, si affiancano decine di associazioni. In barba a chi pensa che senza la struttura economica e sociale occidentale contemporanea non si possano soddisfare molti dei bisogni della popolazione, offrono una serie di servizi gratuiti agli abitanti di Bolognina. Centro linguistico e culturale, mercato, internet point, palestra, sala prove per artisti, festival, cucina, centro grafica e stampa, officina per biciclette: diverse sono state le attività nocive che hanno reso l’XM24 un posto indecoroso e da riqualificare.

Un tipo di riqualificazione nettamente diverso da quello operato dallo stesso XM24 con iniziative come “Speculazione tossica” tramite la quale si sono raccolte le siringhe disseminate attorno al ex mercato per poi portarle davanti al comune in segno di protesta. Oppure l’accoglienza e il finanziamento del Lab57: laboratorio antiproibizionista Bologna che, tramite l’aiuto di una serie di professionisti del settore, compie azioni di “riduzione del danno”, di primo soccorso e divulga informazioni sui pericoli delle droghe.
Una storia infinita
Sono passati solo quattro anni dallo sgombero dell’XM24, dopo diverse lotte e tentativi di dialogo con il comune è stato fisicamente sostituito dalle abitazioni private, ma la sua memoria non può essere sostituita. La retorica che condanna la solidarietà, la collettività e le iniziative dal basso crea continuamente outsider che si dovranno necessariamente riprendere lo spazio che non gli viene concesso. Ci saranno sempre persone come Nicola, Silvia e Letizia che terranno viva la memoria dell’XM24: è una storia infinita.
a cura di
Lucia Tamburello
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