Pablo Picasso, il padre del cubismo e della nuova modernità

Pablo Picasso, il padre del cubismo e della nuova modernità
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«Io tratto la pittura come tratto le cose. Dipingo una finestra come guardo da una finestra. Se questa finestra aperta non sta bene nel quadro, tiro una tenda e la chiudo, come farei nella mia stanza. Con la pittura si deve agire come nella vita: direttamente»

Pablo Picasso

Tale affermazione ci fornisce la principale chiave di lettura dell’intera opera di Pablo Picasso: la coscienza del reale si confermerà il punto fermo della sua ricca e multiforme poetica. Tuttavia scopriremo come la realtà, vista con gli occhi dell’artista, è tutt’altro che oggettiva e immobile, ma in continuo movimento.

Gli anni di formazione

Pablo Picasso nasce a Malaga il 25 ottobre del 1881. Il padre Josè Ruiz Blasco, professore alla scuola di Arti e Mestieri, lo educa all’arte sin da piccolissimo. Si racconta infatti che la prima parola pronunciata dall’artista fu proprio “piz”, da lapiz, che significa matita. Il piccolo Picasso cresce disegnando e il suo talento si manifesterà molto presto.

All’età di 14 anni grazie alle sue eccezionali doti artistiche entra all’accademia di belle arti di Barcellona. Da questo momento, grazie all’aiuto del padre, riesce a ottenere alcune commissioni e prende il via quello che sarà il suo periodo di formazione. La visita al Prado di Madrid, in quegli anni, lo metterà di fronte ad artisti come El Greco e Velazquez che saranno suoi inamovibili punti di riferimento.

Le prime opere di Pablo Picasso

Sono di questo periodo Autoritratto del 1896 e la sua prima grande opera ufficiale La prima comunione. Tuttavia, nonostante il colpo di fulmine per il Museo del Prado, l’artista non era felice, a causa dell’atmosfera intellettuale e creativa della metropoli, così lontana dal modernismo catalano, e così nel 1889 fece ritorno a Barcellona. 

Autoritratto, Pablo Picasso
Autoritratto, 1896 (Fonte: Pinterest)
La prima comunione, Picasso
La prima comunione, 1896 (Fonte: Pinterest

Qui inizia a frequentare la birreria Els Quatre Gats, emblema del pensiero bohémien e anarchico, e diventa amico del pittore e poeta Carlos Casagemas. É proprio in questo periodo che inizia ad adottare il cognome della madre come nome d’arte per firmare le sue opere. 
In questi anni lavora con impegno e produce una grande quantità di opere: tele, acquerelli, disegni a carboncino e matita che sorprendono per il loro eclettismo. E’ una fase importante di sperimentazione in cui attinge da ogni parte, con una curiosità insaziabile, assimila e rielabora. E’ attento in particolare al simbolismo e al decadentismo predominanti negli ambienti colti della sua città. 

Il richiamo parigino e il periodo blu

All’inizio del nuovo secolo però l’artista catalano subisce il richiamo di Parigi e si trasferisce a Montmartre, qui Picasso attraversa una brevissima, ma intensa parentesi espressionista, incentrata sui temi della vita notturna. Nelle opere di questo periodo si evidenziano forti contrasti di colori ed inoltre si nota un forte impulso all’essenziale e l’uso di contorni neri e grossi dalle linee serpeggianti.

É l’inizio di quello che viene considerato il suo periodo blu, che va dal 1901 al 1904. Colore associato alla tristezza e alla malinconia di quegli anni. Il suicidio dell’amico Casagemas, insieme alla morte della sorella di qualche anno prima segneranno in maniera indelebile le opere di questi anni. L’artista si interessa alla pittura di Toulouse-Lautrec e Cezanne e sviluppa un nuovo linguaggio, molto più schietto, sincero e infantile. Sceglie un contenuto patetico per i suoi quadri con i temi del maledetto, dell’emarginato, della solitudine, della disperazione senza scampo, della miseria, ma con un’interpretazione molto moderna.
Appartengono a questi anni pieni di dolore e malinconia alcuni capolavori, tra i tanti va sicuramente citato La vita, un dipinto dal forte impatto emotivo. Un dipinto pessimista in cui amore carnale, vita e condivisione sono visti come cause di problemi e dilemmi. Forse per questo nel dipinto appare il volto triste, quasi ultraterreno dell’amico Casagemas che è stato ucciso da un amore incompreso, irrealizzabile.

La vita, Pablo Picasso
La vita, 1903 (Fonte:Pinterest)
Il periodo rosa

Nel 1904 l’artista si trasferisce definitamente a Parigi dove conosce e si innamora della modella Fernande Olivier che lo aiuterà a superare quel periodo critico dando vita ad una nuova stagione artistica. É proprio in questi anni che abbandona la monocromia con l’introduzione dei colori rosa, rosso ed ocra, dando vita ad una nuova tavolozza di tinte. In questi anni si avvicina alla poesia grazie all’amicizia con Apollinaire ed il suo studio diventa luogo d’incontro di numerosi giovani poeti ed artisti.
Il passaggio dal periodo blu a quello rosa non è un cambiamento solo cromatico, le due fasi appartengono ad uno stesso filone, ma con valenze emotive diverse. Infatti nel periodo cosiddetto rosa si affermano prevalentemente scene di circo, della vita di saltimbanchi, o figure, per lo più femminili, dalla vaga suggestione allegorica. Attraverso i nuovi colori l’artista ci restituisce un mondo appartato, una dimensione che naviga tra realtà e fantasia. 
I giocolieri del 1905 è il dipinto che meglio esprime le caratteristiche emotive e cromatiche di questo periodo che ben presto virerà verso nuove scelte stilistiche.

I giocolieri, Picasso
I Giocolieri, 1905 (Fonte: Pinterest)
Verso il cubismo

La trasformazione che avviene nel corso del periodo rosa porta nelle sue opere uno stile di masse semplificate e contorni fortemente marcati, compatti e con un evidenziato sviluppo volumetrico, che porta le figure ad essere scultoree e statiche. 
Già nel ritratto di Gertrude Stein è possibile vedere il cambiamento stilistico e la sterzata verso un volume più plastico perseguito dall’artista.

Gertrude Stein, Pablo Picasso
Gertrude Stein, 1906 (Fonte: Pinterest)


É proprio in quello stesso anno che Pablo Picasso terminerà uno dei dipinti più rivoluzionari, considerato dai critici il manifesto del Cubismo, Les Demoiselles d’Avignon

Les demoiselles d’Avignon, 1907 (Fonte: Pinterest)

In questo dipinto l’artista catalano spacca la prospettiva e la frantuma in volumi incastrati l’uno nell’altro. Scompone i corpi delle donne raffigurate riducendoli ad una somma di figure geometriche.
L’opera destò numerose critiche e non fu compresa sul momento. Il quadro rimarrà infatti nello studio di Picasso fino al 1916, prima di essere acquistato da un collezionista e sarà esposto per la prima volta nel 1935 al Petit Palais di Parigi.

Il conflitto interiore

Con il cubismo ci si allontanò dalla rappresentazione grafica della realtà, per comporre opere a sé stanti, che rifiutavano la rappresentazione convenzionale della natura. Questi furono per l’artista anni felici, ma allo stesso tempo ricchi di conflitti interiori. Si susseguono numerose donne nella sua vita e nel decennio che va dal 1928 al 1938 si avvicina anche al surrealismo. I fantasmi del passato ritornano e la tensione con la moglie Olga si riflette anche nelle sue opere. Sono anni in cui l’artista si vede riflesso nella bestialità della bestia stessa e parla del conflitto morale che subisce a causa delle sue passioni.

Guernica il capolavoro di Pablo Picasso

A questi momenti non sereni della vita privata, nel 1937 si aggiunge la situazione politica della sua Spagna che si vede impegnata in una guerra civile tra i Repubblicani e i fascisti del generale Franco
Picasso esternerà il suo amore per la libertà e la sua ripugnanza nei confronti degli orrori della guerra prendendo parte all’Esposizione Universale di Parigi di quell’anno. Infatti l’artista accetta la commissione della Repubblica e da vita ad un’opera diventata uno dei suoi più grandi capolavori. 
La Guernica è stata realizzato utilizzando la tecnica cubista, lo spazio e la prospettiva non ci sono e al loro posto appare un’esplosione di frammenti che simboleggiano la forza distruttiva del bombardamento. Il dipinto ritrae e simboleggia l’efferatezza della guerra ed il bombardamento della città di Guernica.

Guernica, Picasso
Guernica, 1937 (Fonte: Pinterest)
Gli ultimi anni

Negli anni che seguiranno la seconda guerra mondiale, l’artista spagnolo iniziò una fase più spensierata della sua vita. Si dedica alla ceramica, alla scultura, mentre dal punto di vista pittorico da vita ad una serie di interpretazioni personali di celebri quadri. L’artista andaluso arrivò a dipingere 58 interpretazioni della celebre tela Las Meninas di Velazquez, con l’intenzione di dare vita ad una Las Meninas alla sua maniera.

Picasso muore l’8 aprile del 1973 in Francia dopo averci donato un numero incredibile di opere, dalle quali è possibile scorgere le emozioni. Per l’artista l’opera d’arte non si configura come un evento effimero o come qualcosa distinto dal mondo. L’arte è invece una verità raccontata che appartiene al mondo, una rappresentazione di qualcosa per qualcuno, una semplice trasmutazione in una figura.

a cura di
Cesario Cesaro

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