Buried Truth: Intervista con Sarah Spale e Pierre Monnard

Buried Truth: Intervista con Sarah Spale e Pierre Monnard
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In occasione dell’uscita delle prime due stagione della serie “Buried Truth” sulla piattaforma streaming Serially, abbiamo avuto il piacere di fare due chiacchiere con l’attrice protagonista Sarah Spale (Rosa) e il regista Pierre Monnard.

Dal 26 gennaio sono disponibili sulla piattaforma gratuita Serially le prime due stagioni, composte da 6 episodi ciascuna, della serie crime svizzera Buried Truth. Tra i protagonisti, oltre alla già citata Sarah Spale, troviamo anche Marcus Signer (Mary & JohnnyDer Goalie bin ig), László I. Kish (Il settimo papiroFreunde wie wir) e Sabina Schneebeli (HeidiDas Geheimnis von Murk). 

Nell’anniversario della scomparsa del fratello, l’investigatrice Rosa Wilder fa ritorno a Oberwies, una remota cittadina svizzera che cela un oscuro segreto
Proprio qui Karim Al-Baroudi, investitore milionario, ha deciso di aprire un enorme resort di lusso, nonostante le proteste di molti.

A Oberwies, però, niente è come sembra, e, con la scomparsa della figlia di Al-Baroudi, la detective Wilder inizierà ad indagare al nuovo caso, aiutata dall’agente federale Manfred Kägi. Tra intrighi e colpi di scena, un mistero del passato tornerà alla luce, rivelando un segreto nascosto che riguarda Rosa da molto vicino!

Per pubblicizzare la serie, Serially ha organizzato un’intervista con Sarah Spale e Pierre Monnard alla quale abbiamo avuto il piacere di partecipare facendo alcune domande.

Com’è nato il progetto Buried Truth e quanto è stato difficile realizzarlo, specialmente durante il periodo Covid?

Pierre: Il progetto è nato dalla mente di Belá Batthyany, se non sbaglio intorno al 2016. Ci è voluto molto tempo per scriverlo e per essere finanziato, così come per convincere la tv Svizzera a fare la serie. Ma una volta che tutti erano convinti le cose sono andate molto velocemente. Riguardo al covid io non ero presente perché era durante la terza stagione, giusto Sarah? Avete dovuto interrompere.

Sarah: Sì ci siamo dovuti fermare, ma ci saremmo dovuti fermare comunque perché mi ero rotta il ginocchio. È successo due settimane prima del covid. Abbiamo ricominciato a girare in estate, facendo finta che fosse inverno, fuori c’erano 40 gradi e noi indossavamo i cappotti. Anche la quarta stagione è stata girata durante quel periodo e siamo stati fortunati che nessuno abbia preso il covid.

(Per Sarah) Come hai lavorato sul tuo personaggio e senti di avere qualcosa in comune con lei?

Ho fatto un po’ di fatica all’inizio perché Rosa parla un dialetto diverso dal mio, quindi ho dovuto lavorare molto sul suo modo di parlare. Ho sviluppato molto di lei, è molto forte e vulnerabile allo stesso tempo, come lo siamo tutti. Fa un po’ fatica a esprimere quello che sente, mentre io no, in questo siamo un po’ diverse.

(Per Pierre) Che cosa ti ha spinto a scegliere Sarah per il ruolo di Rosa?

Quando è venuta ai casting per qualche motivo era convinta che non avrebbe avuto il ruolo, e questo le ha dato una forza speciale, è venuta senza compromessi, senza cercare di convincerci in nessun modo. Non è venuta come attrice è venuta come il personaggio. A quel punto abbiamo capito di avere davanti Rosa. Interpretava il personaggio in modo naturale.

Wilder Staffel 2 Pressebild

Copyright: SRF/Pascal Mora

C’è un forte legame tra il personaggio di Rosa e la sua città natale, voi che tipo di rapporto avete con la vostra città?

Sarah: Questa è un’altra cosa che non ho in comune con Rosa, perché lei ha un forte legame con la sua città ma vorrebbe andare via, mentre per me la mia città è casa mia.

Pierre: sono molto legato alla città da cui vengo, e credo che tutti lo sappiano perché non faccio altro che parlarne. Però è interessante nel caso di Rosa perché nella prima stagione lei prova a scoprire chi è davvero, perché ha un’identità travagliata, ha molti segreti che non conosce.

Parlando di segreti, ne avete qualcuno riguardo al dietro le quinte, qualche aneddoto interessante da raccontare?

Pierre: una cosa che possiamo dire è che, avendo girato per lo più d’inverno, molti si sono sentiti male, anche in modo grave, me compreso. Per tutti noi era la prima volta che dovevamo fare riprese così lunghe e ci siamo dovuti abituare.

Sarah: Per quanto mi riguarda posso dire che ho dovuto allenarmi molto per interpretare il personaggio, ho messo su 2 kg di muscoli.

3 motivi per cui i nostri lettori dovrebbero guardare Buried Truth.

Pierre: Sicuramente il primo motivo è Sarah. Poi i segreti da scoprire e i colpi di scena alla fine di ogni stagione, che rendono più difficile resistere alla tentazione di proseguire con la visione. Poi c’è un bel rapporto tra Rosa e Kägi, creano un duo originale e iconico. E non dimentichiamoci i bellissimi paesaggi. Un’altra cosa interessante è che molti dei casi che vengono raccontati nella serie sono ispirati ad eventi realmente accaduti in Svizzera.

a cura di
Edoardo Iannantuoni

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