“And the Oscar goes to…“ – Oscar 2023: il nostro resoconto! 

“And the Oscar goes to…“ – Oscar 2023: il nostro resoconto! 
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Nella notte tra domenica 12 e lunedì 13 marzo è andata in onda, dall’ 01:00 alle 04:30 (ora italiana), la 95ª edizione dei Premi Oscar.
La cerimonia, tenutasi come sempre al Dolby Theatre di Los Angeles, è stata trasmessa in diretta su Sky Uno, Now Tv e, in chiaro, su TV8. 

Dolby Theatre, Los Angeles, 12 marzo 2023
Bentornati e bentrovati, 
affezionati amici degli Oscar, per questo nostro appuntamento annuale dove analizzeremo e commenteremo insieme – ancora una volta – quella che risulta essere a tutti gli effetti la serata più importante per l’intera industria cinematografica! 

Su un red carpet color champagne (escamotage tecnico per riprodurre, in pieno pomeriggio californiano, un suggestivo effetto notte agli occhi delle telecamere) sfilano le stelle più splendenti del cinema: da Lady Gaga a Cate Blanchett, da Ana de Armas ad un’elegantissima Jennifer Connelly, passando poi per uno strepitoso Austin Butler in Saint Laurent, fino a Rihanna col pancione, pronta ad esibirsi sul palco col suo brano Lift Me Up, e all’immancabile coppia Kidman-Urban.

Insomma, una 95ª edizione che, tra nuovi protagonisti e vecchi ritorni, ha saputo regalarci non poche sorprese, senza però scadere in quel trash fuoriprogramma a cui gli Oscar ci hanno abituati in questi ultimi anni.
Niente pugni e scazzottate al presentatore sul palco, nessuna assegnazione la la landiana dei premi, per un ritorno ad uno show più composto e tradizionale. 

Una cerimonia più tradizionale

Dal reinserimento di tutte e 23 le categorie durante la premiazione, fino al ritorno di un presentatore sul palco del Dolby (che mancava dal 2018), la cerimonia di quest’anno si è infatti distinta per una ripresa delle più antiche tradizioni.

Nel tentativo riuscito di riaccendere nel pubblico un interesse maggiore di quello dimostrato in questi ultimi due anni, durante i quali il rating registrato era sceso ai minimi storici. Basti pensare al risultati del 2021, quando la cerimonia era stata vista da sole 10.4 milioni di persone, una delle annate peggiori in assoluto! O ai 15.4 milioni del 2022 che, confrontati con i 18 milioni di quest’anno, hanno subito un incremento pari al 12%. 

Insomma, sommando insieme l’emozionante ritorno in scena di Brendan Fraser, la presenza di numerosi ed interessanti candidati, e l’esilarante comicità di Jimmy Kimmel, il risultato cambia eccome! 

Una cerimonia più semplice e snella 

È indubbio, inoltre, che l’edizione di quest’anno, più semplice e breve nella formula, si sia distinta a tutti gli effetti come la migliore di questi ultimi anni. 

Essa si libera, infatti, di tutti quegli orpelli e quelle tematiche politico-sociali che, racchiuse nei discorsi ironici dei presentatori, eccedevano così prepotentemente per densità e ridondanza da risultare pesanti agli occhi degli spettatori.

Allo stesso tempo, la cerimonia risulta più snella e pulita: dopo anni passati a cercare di ridurne la durata con scelte discutibili (l’esclusione di alcune categorie, discorsi sempre più brevi), l’Academy sembra aver trovato la formula giusta! Accorpare a due a due le categorie meno seguite e più tecniche, evitando così di perdere un gran tempo tra l’annuncio di una e l’altra. Ed anche la presenza poco invadente di Kimmel ed il nuovo ordine di assegnazione dei premi contribuiscono enormemente a questo risultato! 

La differenza si nota senza alcun dubbio! Nelle edizioni precedenti, l’ultimo vincitore era stato annunciato verso le 06:00 della mattina, mentre lunedì notte gli ultimi saluti da parte di Kimmel sono arrivati per le 04:30. Complice, forse, anche il cambio dell’ora negli USA, che ha sicuramente contribuito alla riduzione della durata della cerimonia. 

Il monologo di apertura 

Seppur la presenza di Kimmel risulti limitata, il famoso presentatore riesce a condurre la serata senza intoppi – cosa rara di questi tempi -, regalandoci frecciatine e battute di spirito in vari momenti della serata. 

Come durante l’apertura, dove, dopo una serie di dietro le quinte e scene prese dai film candidati, atterra sul palco con un paracadute, in forma smagliante. 

Con il monologo di apertura, ricco di ironia e divertimento, presenta al pubblico alcuni dei protagonisti della serata: Jamie Lee Curtis, Ana de Armas, Colin Farrell, l’iper acclamata Michelle Yeoh, Brendan Fraser e il simpaticissimo Ke Huy Quan

Vincitori Oscar 2023

Kimmel gioca con gli invitati, prendendoli scherzosamente in giro.
Bersaglia Spielberg, che ha dichiarato di non aver mai fatto uso di sostanze stupefacenti nel corso della sua vita, domandandogli come sia riuscito allora a realizzare E.T

“Vuoi dirmi che non ti eri fatto niente quando hai fatto un film su un alieno che mangia caramelle tutto il giorno e si è dimenticato come chiamare a casa?”, gli chiede, presentandolo poi come il “primo regista ad essere candidato ad un Oscar per 60 decenni consecutivi”.

Omaggia anche John Williams, suo storico collaboratore, nonché il candidato più anziano ad aver ricevuto una nomination, e ironizza sulla durata della cerimonia, tirando in ballo perfino Cameron! “Comunque James Cameron non è qui stasera. Sai che uno spettacolo è troppo lungo quando manco James Cameron riesce a stare seduto per così tanto tempo”. 

Kimmel elogia anche film non candidati, come The Woman King con Viola Davis, e quel piccolo “capolavoro indipendente chiamato Top Gun Maverick”, il film che ha salvato il Cinema.

Sul gesto di Will Smith dello scorso anno

E sul gesto compiuto da Will Smith ai danni di Chris Rock lo scorso anno, afferma, tra le risate del pubblico: “Sappiamo che è una serata speciale per voi e vogliamo che vi divertiate, ma anche che vi sentiate al sicuro. E ancora più importante: vogliamo che io mi senta al sicuro!

Quindi abbiamo applicato un regolamento ferreo, se qualcuno dovesse commettere un atto di violenza in questo teatro, in un qualsiasi momento della serata riceverà l’Oscar come Miglior Attore… e gli verrà data la possibilità di fare un discorso di ben 19 minuti.

No seriamente, l’Academy ha messo in piedi una squadra per le emergenze. Se durante lo spettacolo accade qualcosa di imprevedibile o violento, fate pure quello che avete fatto l’anno scorso, ovvero un bel niente. Statevene là seduti e non fate assolutamente nulla. Magari potreste dare anche un bell’abbraccio all’aggressore”.

I vincitori, tra certezze incrollabili…

Come ogni edizione degli Oscar che si rispetti, anche domenica sono arrivata al momento della grande serata colma di una speranzosa eccitazione. Quella che mi accompagna ogni anno, per i film e gli attori per cui faccio il tifo, senza riserve. 

Tuttavia, nutrivo anche numerosi dubbi riguardo alcune nomination, ed una sola ed unica incrollabile certezza: la vittoria di Avatar 2 nella categoria per i “migliori effetti speciali”. 

In questo caso, devo ammettere che le mie aspettative non sono state disattese: rispetto a tutti gli altri candidati, infatti, il film non poteva che trionfare!

Avatar – La via dell’acqua fa sapientemente uso di varie tecniche all’avanguardia, come quello della performance capture, presente anche nelle scene subacquee. 
O l’impiego della Virtual Camera e di due computer, contenenti i dati da due volumi distinti (uno per le riprese sottomarine e uno per quelle terrestri), che Cameron ha utilizzato per studiare attentamente la qualità delle sue riprese. 

Altro premio meritatamente conferito dall’Academy è stato l’”Oscar al miglior trucco e acconciatura”, andato ad Adrien Morot, Judy Chin e Annemarie Bradley per il loro lavoro in The Whale

Il lavoro svolto da Morot è impressionante: le protesi e il make-up indossati da Brendan Fraser durante il film risultano assolutamente credibili, nonostante le complesse difficoltà realizzative. Le protesi, create con una stampante 3D e una scultura digitale, avevano un peso variabile a seconda delle scene da girare, compreso tra i 22 e i 136 kg. 

I pezzi che sono stati creati sono stati indossati come un guanto e io avevo un’imbracatura a cinque punti. Abbiamo imparato molto man mano che procedevamo con le gambe, che erano come stivali che arrivavano a metà coscia.

Sotto c’era un costume scolpito per dare forma al corpo che era modulabile, con diversi strati e una tuta di raffreddamento simile a quella che indossano i piloti di auto da corsa. Si tratta di tubi incrociati che fanno scorrere acqua fredda sul corpo. Riuscire a mantenere la giusta temperatura è stata una sfida… Il mio corpo avrebbe sciolto tutto!

Brendan Fraser 

…e qualche sorpresa!

Tra le sorprese (in negativo) non posso fare a meno di menzionare, invece, i Premi Oscar “alla miglior sceneggiatura non originale” e “ai migliori costumi”, assegnati rispettivamente a Women Talking e a Wakanda Forever.

Per quanto riguarda il primo, lo scandalo consiste nell’aver preferito questo a pellicole come Top Gun: Maverick o Niente di nuovo sul fronte occidentale. Nel caso di Wakanda, invece, un film tra tutti meritava l’Oscar al suo posto: l’Elvis di Baz Luhrmann. L’attenta cura ai costumi di scena non è data esclusivamente dalla fedele riproduzione degli abiti originali, ma anche dal loro numero. Solo 90, infatti, sono stati realizzati e indossati da Austin Butler! 

I discorsi più emozionanti 

La notte degli Oscar – si sa – è fatta di star in abiti scintillanti, tanto glamour, e della consueta suspance che precede la proclamazione dei vincitori. 

Ma la bellezza di questa cerimonia risiede inoltre nei discorsi importanti, con i quali gli attori non celebrano solo loro stessi, ma anche coloro che li hanno aiutati nel loro percorso e nel raggiungimento di questo traguardo.
Discorsi che spesso assumono contenuti politici, sociali e ambientali, e si caricano di un’emozione incontenibile, tale da farci venire gli occhi lucidi. 

È il caso di Ke Huy Quan, che, in preda ad un’incontenibile emozione, è salito sul palco e ci ha regalato un discorso estremamente commovente, ringraziando tutti coloro che l’hanno aiutato e sostenuto in questi ultimi anni difficili ed incitando il pubblico a credere nei propri sogni. 

L’attore ha iniziato a lavorare nel mondo del cinema fin da giovanissimo, con Indiana Jones e il tempio maledetto, ma si è poi perso per strada nel corso degli anni. 

“Mia mamma ha 84 anni e sta guardando da casa. Mamma, ho appena vinto un Oscar!” ha esclamato tra le lacrime l’attore. 

“Il mio viaggio è incominciato su un barcone. Ho passato un anno in un campo profughi. In un modo o nell’altro sono finito qui, sul palco più importante di Hollywood. Dicono che storie come questa succedono solo al cinema.

Non posso credere che stia succedendo proprio a me. È questo, è questo il Sogno Americano! Grazie, grazie davvero all’Academy per questo onore di una vita; grazie a mia mamma per i sacrifici che ha fatto per portarmi qui; al mio fratellino David, che mi chiama ogni giorno solo per ricordarmi di prendermi cura di me. 


[…] Io devo tutto all’amore della mia vita, mia moglie, che mese dopo mese, anno dopo anno, per 20 anni, mi ha detto che un giorno il mio momento sarebbe arrivato. Ai sogni bisogna crederci! Io ci avevo quasi rinunciato. E a tutti voi là fuori, per favore, tenete vivi i vostri sogni! 
Grazie, grazie davvero per avermi accolto nuovamente.” 

Ke Huy Quan

Ke Huy Quan Oscar 2023

Un altro discorso che sa di rivincita è sicuramente quello tenuto da Brendan Fraser che, dopo i numerosi successi, si era allontanato da Hollywood a causa di vari problemi fisici riscontrati sul set e la molestia subita da parte di Philip Berk.
L’attore è stato premiato come “Miglior attore protagonista” per The Whale, e ha finalmente riacquisito una posizione centrale nel panorama cinematografico. 

Brendan ha ringraziato Darren Aronofsky, Samuel D. Hunter, Hong Chau e tutto il cast, senza il quale non ce l’avrebbe fatta. 

Vederlo impugnare la tanto ambita statuetta era il momento della cerimonia che la maggior parte degli spettatori attendeva di più in assoluto! 

“Allora forse è così che è il Multiverso. Sono grato a Darren Aronofsky per avermi lanciato questo salvagente creativo e avermi trascinato a bordo della buona nave di The Whale. È stato scritto da Samuel D. Hunter, che è il nostro faro.

Signori, avete messo a nudo i vostri cuori grandi quanto quello delle balene perché potessimo vedere nelle vostre anime come nessun altro avrebbe potuto fare, ed è un onore essere nominato in questa categoria insieme a voi. Voglio anche dirvi che solo le balene possono nuotare alle profondità del talento di Hong Chau.

Ho cominciato a fare cinema 30 anni fa e le cose non sono sempre state semplici per me, ma c’erano delle possibilità che io non ho apprezzato al tempo, fino a quando poi sono scomparse. E vorrei solo ringraziarvi per questo riconoscimento, perché non sarebbe stato possibile senza il mio incredibile cast.” 

Brendan Fraser 

Brendan Fraser Oscar 2023
Le performance di Lady Gaga e Naatu Naatu

Sono una grande sostenitrice delle performance musicali delle canzoni candidate durante la notte degli Oscar. Oltre ad intrattenere i telespettatori, infatti, esse consentono loro di staccare per qualche minuto dal ritmo (spesso eccessivamente serrato) della premiazione. 

Quest’anno, a contendersi il podio sono sicuramente l’esibizione di Hold My Hand di Lady Gaga e quella di Naatu Naatu di M. M. Keeravani e Chandrabose

Natuu Natuu, la candidata del film RRR di casa Netflix, ha trionfato nell’edizione di quest’anno come “miglior canzone originale”. Scritta in lingua telugu, essa significa “balla balla”. Ed è proprio una vera danza bollywoodiana quella che ci viene riproposta sul palco del Dolby Theatre, durante l’esibizione. 

La performance, energica e frizzante, è accolta con un grande applauso. Una gioia per gli occhi, incapaci di staccarsi dai movimenti rapidi e precisi dei ballerini. 

Per quanto riguarda la complessa coreografia, il suo completamento ha richiesto un enorme lavoro: essa è stata realizzata in due settimane, con 12 ore di pratica giornaliera, da 150 ballerini

Un’ora più tardi tocca poi a Lady Gaga. Il suo arrivo sul palco sorprende tutti, in parte perché l’Academy aveva annunciato in precedenza che la cantante non si sarebbe esibita durante la cerimonia (perché impegnata sul set di “Joker 2”), in parte per il modo in cui la cantante interpreta il suo famoso brano. 

Gaga si presenta, infatti, completamente struccata, in jeans e maglietta, fornendoci l’immagine di una donna vulnerabile e semplice, capace di cantare con il cuore.
La sua voce potente si carica di una nuova ritrovata forza, che cresce e arriva dritta al petto, facendolo vibrare sulle note di Hold My Hand

“In Memoriam” 

La parte più commovente della serata, però, arriva a nottata inoltrata con il tributo “In Memoriam”, momento in cui l’Academy rende omaggio agli attori e alle persone dello star system decedute nel corso dell’anno. 

Presentato da un John Travolta visibilmente commosso e ancora profondamente provato dalla perdita di Olivia Newton-John, una lunga lista di nomi sfila sotto ai nostri occhi. Tra questi compaiono la già menzionata Olivia Newton, ma anche Gina Lollobrigida, Angela Lansbury, Kirstie Alley, Robbie Coltrane, Ray Liotta, Irene Cara, Louise Fletcher, Nichelle Nichols, James Caan e Raquel Welch, Angelo Badalamenti e Vangelis, Burt Bacharach, Jean-Luc Godard e Walter Mirisch, ex-presidente dell’Academy. 

Nel suo discorso sul palco, Travolta ha anche citato il brano Hopelessly devoted to you, facente parte della colonna sonora di Grease

“Ciascuno di loro ha lasciato un segno indelebile. Hanno toccato i nostri cuori, ci hanno fatto sorridere e sono diventati cari amici, a cui rimarremo per sempre irrimediabilmente devoti”. 

John Travolta

Sulle note di Calling All Angels, la voce di Lenny Kravitz si leva, altissima e commovente, nel silenzio più totale, regalandoci un momento di raccoglimento profondo ed intimo, capace di metterci i brividi. 

“Everything Everywhere All at Once” fa la storia 

Il vero vincitore della serata è, però, Everything Everywhere All at Once. Candidato in ben 11 differenti categorie, il film fa intercetta di statuette, portandone a casa sette in totale! 

Oscar 2023

La pellicola stabilisce così un nuovo record: essa risulta infatti essere la prima ad aver vinto sei Premi Oscar in tutte le categorie principali (miglior film, miglior regia, migliore attrice protagonista, migliori attori non protagonisti e miglior sceneggiatura originale)! 

Anche il trionfo di Michelle Yeoh come migliore attrice protagonista del film contribuisce alla scrittura di una nuova pagina della storia degli Oscar! La donna è, infatti, la prima donna asiatica a conquistare la statuetta come migliore attrice. 

“Per tutti i bambini e le bambine che mi assomigliano e che stanotte ci stanno guardando, questo è un faro di speranza e possibilità. È la prova che… sognate in grande, e i sogni di avverano. E signore, non permettete mai a nessuno di dirvi che avete superato il fiore degli anni. Mai arrendersi!” ha dichiarato la Yeoh sul palco del Dolby. 

Realizzato con un budget di soli 25 milioni di dollari, Everything Everywhere All at Once è sicuramente il film più innovativo ed interessante di quest’anno, capace di donare quel quid in più al mondo del Cinema, che tanto manca alle numerose pellicole che escono ogni anno nelle sale! 

Una commedia d’azione fantascientifica che, grazie a questo mix devastante di generi e ad una buona dose di romanticismo, riesce a divertire e a coinvolgere lo spettatore, senza trascurare temi cruciali come la gentilezza, il peso del fallimento ed il rapporto complicato tra genitori e figli. 

Una pellicola veramente sui generis, da rivedere e recuperare al più presto. 

E voi…?

…Siete d’accordo con l’assegnazione dei Premi di quest’anno, o vi hanno stupito e lasciato interdetti? 

C’è qualche vittoria che vi ha particolarmente infastidito, o, come noi, vi siete trovati piuttosto in linea con essi?
Dalla redazione è tutto, ci rivediamo l’anno prossimo! 


A cura di
Maria Chiara Conforti

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Maria Chiara Conforti

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