La riqualifica di una città può avvenire tramite un carcere?

La riqualifica di una città può avvenire tramite un carcere?
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Nel cuore di Vilnius il carcere Lukiškės viene riprogettato in chiave moderna e reso un polo di cultura e intrattenimento

Nell’immaginario comune, ogni evento ha il proprio spazio predefinito: i vestiti si comprano nei negozi, il film appena uscito si vede al cinema, l’arte si ammira nei musei. Ad oggi possiamo dire che tutti questi binomi sono stati totalmente invertiti perché i vestiti non si comprano più solo in un posto fisico, ma anche online, il film uscito la sera prima sui grandi schermi è altrettanto reperibile in rete e l’arte non la si vede più nei musei tradizionali. Ne è la dimostrazione il progetto Lukiškės Prison 2.0 che vuole valorizzare il vasto complesso architettonico dell’ex penitenziario di Vilnius, capitale della Lituania. Il programma prevede laboratori, esposizioni e spettacoli teatrali, che insieme danno vita ad un perfetto ecosistema culturale.

Un po’ di storia

La prigione Lukiškės è costruita nel 1904 nel cuore della capitale, con una capienza massima di settecento detenuti. L’ampia costruzione prevedeva al suo interno sei edifici: un ospedale, i vari edifici amministrativi e la chiesa ortodossa di San Nicola; ammontando a due ettari di area occupata. Ma quando nel 2019 viene chiusa la prigione, si inizia sin da subito a pensare diversi usi della zona d’interesse dentro Vilnius. Perché uno spazio così esteso nel cuore della capitale sarebbe piuttosto sprecato.

La riqualifica viene attuata prontamente per dare una seconda vita ad uno spazio così tanto intriso di storie. In questo modo si alternano diverse iniziative culturali e sociali che trovano spazio e vita nell’ormai ex carcere di Lukiškės. Il primo anno, ad esempio, sono celebrati i festeggiamenti del Natale nel cortile della prigione. E lentamente, ci si è spostati sempre più all’interno della struttura.

Lo spazio espositivo

Grazie all’avvento della pandemia, la volontà di costruire un ecosistema culturale si fa sempre più forte, perché per tanto tempo siamo stati privati dal condividere esperienze artistiche e culturali all’interno di uno spazio pubblico, che fossero accessibili a tutti. In seguito alla gara di locazione temporanea, il complesso carcerario si trasferisce in gestione all’agenzia internazionale di musica dal vivo, 8 Days A Week, il cui co-fondatore Martynas Butkevičius ha ufficialmente avviato il progetto di rigenerazione Lukiškės Prison 2.0. Il risultato è l’apertura, nel giugno del 2021, di 250 spazi divisi fra laboratori artigiani e studi d’artista, spazi per esposizioni e spettacoli teatrali.

“È da molto tempo che cerchiamo un posto unico a Vilnius, in cui potessimo fare qualcosa di più della semplice musica, perché finora la maggior parte delle persone ci ha apprezzato solo come organizzatori di concerti. Un’opzione era trovare uno spazio e creare una nuova piattaforma, connettendoci alla cultura e agli artisti. E così, quando siamo entrati per la prima volta a Lukiškės, ci siamo resi conto che qui si potevano fare tante cose interessanti”, così esordisce il nuovo gestore dello spazio, il quale vuole farsi portavoce di uno spazio che possa essere “facilitatore della musica, dell’arte moderna, del design e della conoscenza”.

Ma può la cultura risollevare le sorti di uno spazio predestinato ad altro? Assolutamente sì. Basti pensare a tutte quelle città che, grazie a progetti culturali o istituzioni artistiche, hanno riqualificato le città ospitanti. Lampante è l’esempio del museo Guggenheim di Bilbao: il processo di rinnovamento verso la modernità ha portato la piccola cittadina della Spagna alla ribalta. Bilbao diventa tra le mete turistiche preferite per la cultura e si è lasciata alle spalle il suo passato industriale. Che ci possa essere lo stesso destino per Vilnius e il suo carcere Lukiškės?

Voce agli artisti

Gli artisti che operano all’interno del carcere sono senza dubbio eccitati per l’opportunità. Non solo perché gli è dedicato uno spazio indipendente ma perché, come ammesso dall’artista Jolita Vaitkutė, “Gli artisti sono grandi acceleratori quando si tratta di convertire gli spazi in qualcosa senza precedenti. I tempi in cui Lukiškės era solo una prigione sono ormai lontani perché noi, la comunità artistica, abbiamo dato un nuovo significato agli ex spazi di prigionia”. Insomma, adottare spazi altri non li spaventa affatto, ma è piuttosto stimolante per tutti coloro che credono nel rinnovamento.

a cura di
Annachiara Magenta

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