Lo stile emozionale di Rossella O’Hara

Lo stile emozionale di Rossella O’Hara
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Il bianco e nero dei primi film è stato soppiantato dall’improvvisa ascesa del colore. Il Technicolor, infatti, ha permesso, a partire dal 1916, di donare maggiore realismo ai lungometraggi, attraverso la riproduzione dei colori sulle pellicole originali dei film. Uno, in particolare, è degno di nota per l’ampio e minuzioso uso che è stato fatto del colore, sia a livello tecnico, che a livello di simbologia. L’intramontabile Via col vento (Gone with the Wind), diretto da Victor Fleming e prodotto da David O. Selznick del 1939, ha ottenuto il merito per essere diventato uno dei colossal in costume più acclamati di tutti i tempi. 

Riadattamento cinematografico del romanzo omonimo di Margaret Mitchell del 1936, il film ha avuto un grande impatto sulla cinematografia americana. Delle 15 candidature, ha ottenuto un totale di 8 premi Oscar e due altri riconoscimenti, portandolo a essere celebrato come uno dei film con il maggior numero di incassi della storia.

Una menzione speciale è da attribuire a Hattie McDaniel, prima attrice afroamericana della storia a essere nominata e a ottenere un Oscar come miglior attrice non protagonista. Tra bufere moraliste e pregiudizi di carattere politico-etico proprie di quel periodo, la nostra Mami ha avuto l’occasione di abbattere le porte delle discriminazioni a lei rivolte, diventando un pilastro nella lotta per l’uguaglianza razziale.

Tra lusso e dovere

Girato in 125 giorni, la pellicola racchiude la storia della lunga e tormentata vita di Rossella O’Hara, interpretata dalla bella Vivien Leigh. Ragazza irriverente e sfacciata, Rossella trascorre i suoi giorni tra fronzoli, capricci e continui corteggiamenti. La gioia dell’agiatezza, però, verrà interrotta bruscamente dallo scoppio della Guerra di Secessione. Rossella, si impegnerà, dunque, a difendere la propria terra, Tara, con la tenacia e l’astuzia che la contraddistinguono.

In questa sua impresa, sarà affiancata dalla grinta ironica dell’avventuriero Rhett Butler (Clark Gable), per il quale sarà travolta da un turbinio di emozioni contrastanti. Non mancherà la dolcezza della cugina Melania, interpretata da Olivia de Havilland, scomparsa nel 2020, e l’immenso buon senso di Mami che le resterà accanto fino alla fine.

Walter Plunkett: dalle ricerche ai costumi

Un immenso capolavoro che ci tiene incollati allo schermo per quasi quattro ore, colti da un’irrefrenabile voglia di seguire Rossella in tutti i suoi momenti più salienti della trama. Una trama che non può non essere raccontata senza quel minuzioso e dettagliato lavoro compiuto da Walter Plunkett, il costumista del film. Ottenendo l’Oscar solamente qualche anno dopo con Un Americano a Parigi, Plunkett è riuscito a fabbricare ben 110 abiti solo per i quattro protagonisti principali, realizzandone quattro copie per ciascuno, totalizzando oltre 5000 per le comparse e i 59 personaggi secondari. 

Fonte: Pinterest

La realizzazione degli infiniti costumi di scena sono il risultato di una lunga e meticolosa ricerca da parte di Plunkett. Come fonte di ispirazione, sfogliò le copie della rivista femminile Godey’s Lady’s Book, pubblicata a Filadelfia tra la prima e la seconda metà dell’800. Ebbe modo, inoltre, di parlare con i residenti degli stati del Sud per avere un riscontro diretto e personale sugli indumenti dell’epoca, oltre ad avere a disposizione un vasto campionario di tessuti originali.

Uno stato d’animo a colori

Sicuramente è quello di Rossella O’Hara, il personaggio che più riesce a raccontare i suoi stati d’animo per mezzo di messaggi non verbali: i costumi di scena. Una perfetta sintonia che il costumista ha sapientemente costruito sul rapporto tra l’indomito carattere di Rossella e l’accuratezza simbolica dei colori degli abiti da lei indossati. La lettura del romanzo, ha permesso a Plunkett di conoscere più a fondo la psiche di Rossella, contribuendo, così, a capire come rappresentare meglio le diverse sfaccettature della personalità della ragazza. 

L’incredibile e travolgente guardaroba che Vivien Leigh ha vestito nei panni di Rossella O’Hara nel corso della trama, ci permette di dare spazio, qui di seguito, a un’attenta analisi sui costumi indossati dall’attrice. Scopriremo, insieme, quali sono le spiegazioni che si celano dietro alle scelte cromatiche impiegate. 

The Prayer Dress

Il primo incontro che abbiamo con il personaggio di Rossella è nel momento in cui la giovane è intrattenuta e corteggiata dai due fratelli Tarleton davanti casa, in una splendida giornata di sole a Tara. L’innocenza e la purezza di una giovane ragazza della sua età sono ben evidenziate da un abito bianco coloniale, dalle maniche a sbuffo, in organza e tulle chiuso fino al mento.

Un’immacolata gonna si gonfia nella parte inferiore, contraddistinta da vari strati di volant che scendono fino all’orlo. Un abito casto e pulito degno di una ragazza, apparentemente, per bene. I fiocchetti che decorano i capelli e il cinturino legato in vita, sono gli unici dettagli di colore rosso: segno distintivo di un celato animo di travolgente passione che aspetta solo di fuoriuscire. 

Fonte: Pinterest
The Green Spring Dress

I fratelli Tarleton rivelano a Rossella che Ashley Wilkes, per il quale è segretamente innamorata, convolerà a nozze con la cugina, Melania Hamilton. Il giorno dopo, in occasione di una merenda presso la tenuta alle Dodici Querce della famiglia Wilkes, Rossella si presenterà con uno splendido abito bianco in mussola, decorato da fini dettagli floreali di colore verde. Le ruches e i merletti presenti sulla scollatura sono attraversate da un nastro di velluto verde, ripreso nei fiocchetti sulle spalle. Di velluto verde è anche la fascia in vita

L’indole ribelle di Rossella si impone nella scelta di non coprire la profonda scollatura dell’abito, lasciando scoperte le spalle, destando la preoccupazione di Mami. Il cappello di paglia di Firenze a falda larga e nastro verde abbinato, completa il look. Un cappello fuori misura, decisamente in contrasto con quello delle altre invitate di casa Wilkes. Ragazze subdole, sperperatrici di commenti dispregiativi contro Rossella, intrisi di invidia.

Il verde, il rosso, il bianco e il blu, saranno i colori che contraddistingueranno i lineamenti emozionali del personaggio di Rossella durante tutta la narrazione. Qui, la presenza del colore verde vorrebbe sottolineare semplicemente la speranza, quella di poter riuscire a persuadere e a far innamorare Ashley. 

I colori accesi e le linee degli abiti contribuiscono, inoltre, a mettere in evidenza la netta distinzione tra il personaggio di Rossella, audace e provocante nella sua mise quasi spudorata e quello di Melania. Il grigio e i colori opachi usati nel guardaroba dimesso di Melania, vogliono ritrarla come una donna composta. Si sposerà per amore e non per egoismo come farà, in seguito, Rossella. Melania è una moglie devota, tranquilla, religiosa e ben educata, poco incline ad essere appariscente come la cugina, preferendo mantenere un profilo basso anziché essere al centro dell’attenzione. 

Fonte: Pinterest
L’abito vedovile

Insofferente per l’annuncio del matrimonio tra Ashley e Melania, Rossella accetta la proposta di matrimonio del fratello minore di Melania, Carlo, per il quale non nutre alcun sentimento, ma spera che la possa aiutare a dimenticare Ashely. Scoppia la guerra e Carlo viene chiamato alle armi, perendo, però, di rosolia, facendo di Rossella una vedova. Non traspare alcuna minima tristezza o compassione per suo marito e questo, lo si nota bene dall’abito vedovile che Rossella indossa presso un bazar di beneficenza ad Atlanta.

Il modello dell’abito si basa su quello da ballo con la gonna a cerchio che è solita indossare durante le occasioni formali, con la sola differenza che è di colore nero. L’estremo disinteresse per il marito scomparso, raggiunge l’apice quando accetta l’invito di Rhett e balla insieme a lui davanti agli occhi attoniti dei presenti. In un’altra scena, invece, Rossella decide di abbellire il suo abito da lutto con il copricapo di colore verde bottiglia che Rhett le ha portato da Parigi, rompendo le restrizioni della vedovanza.

Fonte: Pinterest
The Calico Dress

Quando Atlanta viene occupata dall’esercito unionista, vediamo una Rossella indossare il vestito in calicò, una tipologia di cotone, color malva, caratterizzato da motivi concentrici di colore viola e dettagli gialli. Un vestito privo degli eccessivi orpelli a cui è abituata, chiaro segnale dell’immediato sopraggiungere della guerra, che farà della nazione una landa desolata priva di vita.

Melania partorisce ma è troppo debole per poter rimanere ad Atlanta e così, grazie all’aiuto di Rhett, Rossella porta la cugina a Tara. Nonostante gli attacchi dei nordisti, Tara è ancora in piedi, bruciata e distrutta, ma scopre che la madre è morta di tifo e il padre ha perso la ragione.

Rossella deciderà di proteggere la sua casa con tutte le forze, prendendo le redini della famiglia, abbassandosi a lavorare, anche lei, umilmente, la terra. All’inizio, l’abito in calicò è accompagnato da una sottogonna che Rossella trascina nella polvere quando va a cercare un medico nel bel mezzo di un ospedale da campo per Melania. Nella seconda parte del film, si sgonfia della sottoveste e le maniche a sbuffo cedono.

Non potendo permettersi altri abiti, sarà il solo e unico che potrà indossare, sporco e malandato, segno indistinguibile della povertà, della fatica ma anche della determinazione con la quale Rossella continuerà, imperterrita, a risanare la terra. Unico oggetto superstite del bel periodo è il cappello, piccolo promemoria che la sua vita sta lentamente sfumando.

Fonte: Pinterest
The Curtain Dress

Il Sud si arrende e la guerra è finita. I nordisti impongono una consistente tassa sulla terra e Rossella, non potendo fare affidamento sul patrimonio di famiglia, rischia di perdere la casa e l’intera proprietà. Per ottenere un appoggio economico, si reca da Rhett Butler, prigioniero di guerra, a chiedergli un prestito. Rossella, da civettuola quale è, non può permettersi di mostrarsi povera ed escogita una soluzione. Decide, quindi, di usare le tende della madre per fabbricarsi un nuovo vestito di tutto punto. La moda diventa un espediente fondamentale per Rossella, che la usa a proprio vantaggio per riuscire a ingannare chi la incontra.

È ridondante come il suo stile comanda, ma risulterà essere inefficace. L’abito è formato da una sopragonna di velluto color verde muschio che, aprendosi sul davanti, lascia intravedere la gonna verde chiaro, posta sotto. Le maniche attillate e una mantella posta sulla spalla sinistra caratterizzano il modello. Un cordone di passamaneria verde e oro cinge la vita come se fosse una cintura. Un cappello simile al bicorno in velluto verde, arricchito da piume nere e un borsello dello stesso tessuto, completano, infine, il look.

La particolarità di questo abito è data dal fatto che il colore non doveva essere uniforme. Per meglio evidenziare gli occhi grigio-verdi di Vivien Leigh e per mantenere una certa coerenza con il Technicolor impiegato, Plunkett cercò di ricreare l’effetto della luce del sole sulle tende, schiarendo, così, il tessuto. Il risultato ha permesso di ottenere una diversa intensità del colore, grazie anche alle applicazioni in oro. Il verde continua a essere utilizzato per esprimere la speranza, questa volta, quella di riuscire, invano, a ottenere da Rhett l’aiuto economico necessario. 

A sinistra lo schizzo di Plunkett per l’abito, al centro il modello originale esposto presso Harry Ransom Center
Fonti: Pinterest
L’abito della vergogna

In seguito alla morte del suo secondo marito, Franco, sposato per convenienza al fine di ristabilire la propria situazione economica, Rossella si unisce in matrimonio con Rhett Butler. Rossella riacquista, immediatamente, il lusso e l’ostentazione di un tempo, e la sua rinascita è ampiamente rappresentata dalle nuove silhouette degli abiti. Se nei primi mesi, l’amore e la forte intesa della coppia è evidente nell’uso dei toni del bianco e del nero che i due indossano abbinati, l’inizio della crisi, cambia la regola cromatica. 

Rossella e Ashley vengono sorpresi in un innocente abbraccio, dando adito ai pettegolezzi mondani. La notizia giunge anche a Rhett che, furioso per aver messo a repentaglio la sua reputazione, costringe Rossella a presenziare, sola, al compleanno di Ashely con un abito scelto da lui. Si tratta di un modello moderno, lontano dalle linee ottocentesche, decisamente audace per l’occasione.

L’abito, cucito interamente a mano, è in velluto scarlatto, impreziosito da minuziose paillette e altrettanti rubini che lo ricoprono nella sua interezza. La scollatura a cuore è a dir poco vertiginosa e le spalle sono orlate di piume di struzzo color bordeaux. Un paio di guanti e uno scialle in chiffon completano il tutto.

La scelta del colore rosso non è banale, anzi. Rhett voleva mostrare a tutti il vergognoso temperamento che contraddistingue Rossella. Il suo essere una poco di buono, il suo ardore passionale rivolto a un altro uomo e il suo bisogno, costante, di attenzioni. Non tutti sanno, però, che quell’importante scollatura è stata resa tale grazie a del nastro isolante che il costumista ha usato per sostenere i seni dell’attrice.

Al centro lo schizzo di Plunkett per l’abito, a destra il modello originale esposto presso Harry Ransom Center
Fonti: Pinterest
Le vestaglie da camera

Procedendo con la trama, ci si renderà conto come il rosso diventi, ben presto, il colore per antonomasia della crisi coniugale tra Rossella e Rhett. Lo sfarzo e l’eccesso del nuovo stile di vita a casa Butler, traspare attraverso le pesanti vestaglie da camera di Rossella. I colori sgargianti delle pietre preziose dalle quali prendono ispirazione, diventano sempre più spenti man mano che la vicenda prosegue, fino a terminare col nero.

Quella maggiormente più conosciuta è la vestaglia di velluto rosso, caratterizzata dalla presenza di volant sul colletto e sui polsini della manica svasata. I bottoni, anch’essi di velluto, percorrono tutto l’abito fino all’orlo. La vita è stretta in una fascia nera. La pesantezza della stoffa ci rivela l’estenuante agonia interiore di Rossella, combattuta tra un ormai matrimonio che sta cadendo a pezzi e la volontà di dimostrare a tutti, quanto sia forte e caparbia.

Fonte: Pinterest
L’abito dell’addio

L’ultimo abito che Rossella indossa nel film, viene impiegato per commemorare la perdita della cugina Melania, a seguito di un aborto e alla straziante morte della figlia, Diletta, per una caduta da cavallo. Il modello, questa volta, mostra una silhouette più asciutta, sgombra dei cerchi e delle crinoline del primo periodo. L’abito in velluto nero, dal lungo strascico, anticipa le linee degli abiti di inizio ’900. Il colletto è abbottonato fino al collo, sul quale è stato posto un generoso cammeo.

Rossella prende finalmente coscienza che non amava realmente Ashley, ma solo l’idea stessa che aveva di lui. Ashley era un’utopia ma è Rhett colui che davvero ama. L’ultima parte del film la si vede in nero sulla soglia della porta di casa, mentre osserva in lacrime un Rhett deluso e affranto, abbandonarla alle prime luci di un mattino nebbioso. In seguito, tornerà a casa, a Tara, determinata a riconquistare la fiducia e l’amore di Rhett, aspettando il suo agognato ritorno

Fonte: Pinterest
La donna dietro alla vanità

Opere d’arte viventi, i costumi realizzati da Walter Plunkett. I modelli originali del film sono accuratamente custoditi presso l’Harry Ransom Center di Austin (Texas), che ha accolto, nel 2015, la mostra The Making of Gone with the Wind. Lo studio e la ricerca dei colori per esprimere la psicologia interiore del personaggio di Rossella, ha permesso di darci, anche a noi, il giusto tempo per conoscerla.

Rossella non è cattiva, è semplicemente una ragazza ingenua, sensibile, a volte, che cela le sue debolezze dietro a un modo di essere esageratamente sopra le righe. Chi non lo è stato almeno una volta nella propria vita? Un personaggio che, nel suo piccolo, dietro alla sua facciata da donna vanitosa, ci ha insegnato a guardare sempre avanti, lottando, senza abbandonare mai la speranza perchè… Dopotutto, domani è un altro giorno

a cura di
Michele Rigo

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