“Living Human Treasure”: il punk ruggisce ancora con gli Italia 90!

“Living Human Treasure”: il punk ruggisce ancora con gli Italia 90!
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Se fino ad oggi eravamo soliti associare “Italia 90” esclusivamente ai Mondiali di calcio giocati in casa, è forse giunto il momento di assegnarle una nuova accezione

Come ci avevano già preannunciato nella nostra intervista pre-concerto del live al Covo Club di Bologna, la band post-punk made in UK Italia 90 apre questo 2023 con il suo primo album “Living Human Treasure”, di cui avevamo avuto un assaggio l’estate scorsa con l’uscita dei singoli “Magdalene” e “Leisure Activities”.

Italia 90

Ma bando alle… band, e andiamo ad analizzare brano per brano questo “Living Human Treasure” e capire se dagli spalti i fan degli Italia 90 potranno dirsi soddisfatti di questo loro primo album.

Il taglio degli Italia 90

Iniziamo dal primo brano della tracklist: “Cut”. Il suono del brano è decisamente cupo e nota dopo nota si percepisce il senso di disagio accentuato da questo rintocco, come se le bacchette che percuotono pesantemente un tamburo non venissero suonate non da Joe Dangerous, bensì dalla guardia che accompagna il condannato al patibolo, in attesa che il boia faccia la sua parte.

“I’m guilty, I’m guilty”

Cut – Italia 90

I brani precursori di “Living Human Treasure”

L’album prosegue con “Leisure Activities”, brano di cui avevamo già descritto l’essenza qui. Un ritmo incalzante quasi ansiogeno, in perfetto stile Italia 90, è la caratteristica principale di questo groove dal tratto deciso in primo piano, con la voce di Les Miserable che entra in punta di piedi, per poi esplodere dopo un riff tagliente e distorto.

Leisure Activities – Italia 90

Anche nel brano “Magdalene” ritroviamo quelle confortanti sonorità post-punk, caratterizzate da distorsioni e da una parte centrale scarna, con la voce che risalta sulla batteria e su un giro di basso non invadente.

Non per creare faide tra fazioni storicamente e culturalmente differenti, ma qualche sonorità di questi brani ha raddrizzato le orecchie di qualche fan dei Fontaines D.C., ricordando qualche base dei loro recenti brani e dell’album “Skinty Fia”.

“Living Human Treasure”: fra cavalli di battaglia e hit in radio 

Proseguiamo l’analisi con “Competition”, che si conferma essere il cavallo di battaglia degli Italia 90. Forse il loro brano più identitario, a tal punto da effettuare una registrazione ad hoc per l’uscita su album. Anche in seguito alla nuova versione non si va in alcun modo ad intaccare le sue caratteristiche, bensì ad esaltarle. Per assurdo, la durata della canzone aumenta di 44 secondi, ma non si accusa la differenza, rimanendo in assoluto il brano ideale di chiusura di uno dei loro live

Les Miserable (Italia 90)

L’unica differenza pare essere nel ritmo appena più lento, seppur più intenso. La voce del frontman è più attenta al testo e meno sbrigativa nella pronuncia, con molta più cura del dettaglio e nel tono. Viene ritoccato al rialzo anche il bellissimo giro di basso, mentre la distorsione della chitarra non perde il suo appeal, che non manca di fare leva sulle distorsioni. La chiusura esalta questa “rimasterizzazione”, che è decisamente un segno positivo che rimane nell’orecchio di chi l’ascolta.

Verso la metà dell’album troviamo “New Factory”. Uno dei brani più celebri, anch’esso rieditato per l’occasione, con suoni anche qui più puliti e filtrati rispetto all’uscita in EP. La voce è posta più in evidenza, senza togliere la giusta attenzione agli strumenti. Una canzone che suggeriamo di proporre come passaggio radio per diffondere alle masse un biglietto da visita degli Italia 90.

Mambo number… 90

“Living Human Treasure”, sinora un album prettamente caratterizzato da suoni aspri e forti tipici del punk, con “MUMSNET Mambo” arriva a stupire l’ascoltatore con un tocco jazz e blues. Una sorpresa tale da farci chiudere gli occhi, teletrasportandoci al Troubadour di Londra. Un riuscitissimo tentativo di sperimentare un genere esotico per gli Italia 90, con l’aggiunta di un intermezzo parlato. Molto azzeccata anche la scelta di inserire questo breve brano a metà della tracklist, per dare una sorta di inframezzo nell’ascolto ed ascoltare l’abilità dei musicisti esibirsi con un genere diverso da quello che siamo abituati ad attribuire loro.

Intermezzi che spettinano…

Con alcuni degli ultimi pezzi in tracklist si percepisce il loro potenziale nella dimensione live. Parliamo nella fattispecie di “Funny Bones”. Qui, si riprende quel tocco post-punk, con qualche sound da pub londinese o di qualche Big City che fuoriesce dalle porte, spettinando i dandy che passeggiano in città che sorseggiano Martini o margaritas. 

Italia 90

Stesso destino segna l’ottavo brano, “Golgotha”, che presenta un altro interessante refrain, ridondante e anche qui a tratti ansiogeno, che ricorda a spanne quei jingle dei videogiochi di Gran Turismo di fine anni ‘90 (tanto per restare in tema). Ma non lasciatevi illudere dalla calma apparente, poiché il sul finale lascia spazio ad un sound più duro sul ritornello.

Fra temporali, sogni e squarci di sole fra le nuvole…

Che dire del pezzo“Does He Dream”? Pezzo interessante, che appare nella tracklist come uno squarcio di sole fra le nuvole plumbee dopo un forte temporale, grazie a un interessante giro di basso di Bobby Portrait in apertura. Il ritmo quasi militaresco smorzato da un riff di chitarra solare e dal confortante tono di voce del frontman. Georgie McVicar stavolta abbandona le distorsioni, lasciando che le note da un piano trasformino il brano in una sveglia mattutina confortante (ricordate “Sunday Morning” dei The Velvet Underground?).

Ma dal bel sogno di un “fine temporale” si riprende la sonorità tipica con la successiva “Tales from Beyond”. Il riff è ancora una volta ipnotico. La voce è più graffiante ed esplode nel ritornello, mentre le strofe sono caratterizzate da basso e batteria. Il ritmo rallenta poi piacevolmente nel finale. 

Italia 90
Italia 90
Gli Italia 90 ai mondiali?

Che dire dell’ultima traccia, “Harmony”? Beh, ci aspettiamo che al più presto venga adottata come coro da stadio da qualche tifoseria della Championship inglese, se non addirittura della Premier League: consigliamo agli ultras inglesi di affrettarsi. Il brano ha un sound davvero prestante per un soft pogo in un live della band, piuttosto che in curva durante un match di calcio. Confidiamo che all’ascolto possa risuonare nella nostra testa a lungo, grazie al ritmo coinvolgente ed al testo che si appiccica alla bocca con estrema facilità

Ma anche qui rimaniamo sorpresi con il brusco rallentamento del ritmo, ed una degna conclusione con la repentina e forte ripresa punk (quasi ska), che ci fa pogare fino a buttare fuori l’ultima goccia di sudore dal corpo.

Pagelline finali…

In “Living Human Treasure” i tratti che caratterizzano il suono della band sono rispettati, connotando l’identità che gli Italia 90 vogliono cucirsi addosso: le tipiche sonorità post-punk. 

Tuttavia, si percepisce la volontà della band oltremanica di non restare relegati nella propria comfort-zone. Vi è anche la voglia di esplorare e diversificare, provando ad unire sonorità apparentemente lontane, senza però perdere il proprio tratto distintivo.

Georgie Mc Vicar (Italia 90)

Un album che scorre via in un lampo, ma che lascia dentro la propria impronta. Non abbiamo notato particolari virtuosismi: gli Italia 90 vanno diretti al punto, convogliando il loro messaggio nudo e crudo senza troppi fronzoli (come forse esige lo stile punk per se stesso).

Gli Italia 90 con “Living Human Treasure” confermano dunque la loro posizione in quella nuova corrente post-punk che quantomeno nel Regno Unito sta trovando un’adeguata linfa vitale, che speriamo che prenda sempre più possesso della nostra penisola.

Italia 90

a cura di
Emmanuele Olivi e Francesca Bandieri

foto di 
Emmanuele Olivi

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Francesca Bandieri

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