First Kill: finalmente una serie Queer sui vampiri

First Kill: finalmente una serie Queer sui vampiri
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First Kill è la nuova serie targata Netflix a tema vampiri che ha come protagoniste due ragazze Queer che cercano di vivere la loro tormentata storia d’amore.

La serie è stata adattata dalla scrittrice V.E. Schwab e basata sul suo omonimo racconto all’interno dell’antologia Vampires Never Get Old: Tales With Fresh Bite (2020). Uscita non a caso nel mese del Pride, First Kill mette in scena una storia d’amore alla Romeo e Giulietta tra una vampira di nome, pensate un pò, Juliette (Sarah Catherine Hook) e una cacciatrice di vampiri, Calliope (Imani Lewis). 

Essendo cresciuta con serie e film su vampiri e relazioni proibite, tossiche e tormentate, non appena saputo di questa nuova serie che non solo parlava di vampiri, ma metteva anche in scena una relazione LGBTQ non ho esitato a guardarla tutta in un giorno. 

Locandina Netflix
Lo stile

La serie è un classico teen-horror che prende certamente da serie leggendarie come Buffy o The Vampire Diaries, ma che, tra effetti speciali alquanto dubbi e scene e dialoghi di puro trash, vira più sul teen drama che sull’horror

A partire dal pilot vengono presentate le due protagoniste e all’interno dell’episodio, viene utilizzata la focalizzazione variabile, ovvero quella tecnica narrativa che permette di vedere le medesime vicende da punti di vista differenti. In questo caso prima dal punto di vista di Juliette e poi da quello di Calliope

Ma chi sono queste due ragazze?
Juliette Fairmont

Ci viene presentata sin da subito la giovane protagonista Juliette che come ogni normale adolescente, vive le classiche difficoltà e i tipici cambiamenti legati alla sua età. 

Juliette però, non è un’adolescente qualsiasi, lei è un vampiro e in quanto tale, non vive una vita normale perché è costretta a nutrirsi di esseri umani pur di sopravvivere. La ragazza fa parte di un’affermata famiglia di vampiri originari che ripone in lei alte aspettative, sopratutto sulla sua “prima uccisione” che la renderà una vampira adulta

Calliope Burns

In opposizione a Juliette, a metà del pilot, ci viene presentata Calliope, anche lei adolescente e con una famiglia molto particolare. La famiglia della ragazza infatti, fa parte di una leggendaria stirpe di cacciatori di mostri e vampiri che hanno il compito di distruggere tutti coloro che non sono “umani”. 

Anche lei subisce costantemente pressioni per diventare “adulta”, con la sua prima uccisione. 

Le due ragazze quindi, sono all’apparenza acerrime nemiche, ma come ogni storia alla Romeo e Giulietta che si rispetti, l’amore si insinuerà tra loro.

Come si può appurare quindi, la narrazione segue uno schema semplice e basilare: una classica e tormentata relazione tra due ragazze che si incontrano, si innamorano follemente e scoprono di appartenere a due famiglie in lite da intere generazioni. 

Ma allora cos’ha di diverso rispetto alle altre serie? 

Cosa funziona

Si può certamente dire che ciò che attira maggiormente da un punto di vista narrativo è proprio il plot in sé. È vero, è una storia vista e rivista, ma che funziona proprio perché nel suo essere uguale a mille altre narrazioni sui vampiri, è diversa.

Non prendiamoci in giro, la narrazione funziona proprio perché è tra due ragazze. Alcuni diranno, va bene ma è davvero questa la cosa particolare? Sì, è davvero questa.

Dopo decenni di serie e film in cui l’unica e più accettata rappresentazione era quella etero-normativa (fatte ovviamente eccezioni – ricordiamoci di Buffy con Willow e Tara) oggi viviamo finalmente in un periodo e in un contesto che permette altri tipi di rappresentazioni e relazioni, senza che esse diventino nella trama un espediente narrativo per rappresentare i personaggi solo in base al loro orientamento.

La particolarità della serie risiede infatti proprio in questo: non è la relazione delle due ragazze a rappresentare un problema in quanto relazione lesbica, piuttosto è percepito come problema il fatto che la relazione sia tra una vampira e una cacciatrice di vampiri. Due persone appartenenti a mondi opposti.

La ricetta perfetta per quell’amore impossibile che a noi pubblico delle serie anni 90, ci ha fatto sognare con Buffy e Angel (anche se io ho sempre preferito Spike, ma questa è un’altra storia). 

Tematiche affrontate

Inoltre, c’è da dire che la serie cerca di mettere in scena anche altre tematiche altrettanto importanti: dalla trasformazione di Juliette in “vampira adulta” che coincide con la fase della pubertà; all’indottrinamento di Calliope che fin dall’infanzia, viene istruita a credere che ogni mostro sia malvagio.

Tutto ciò coincide con le due ragazze che, nella loro fase di crescita e abbandono del nido famigliare, si scontrano con la realtà e iniziano a distaccarsi dal mondo conosciuto fino ad allora, capendo che non tutti i “mostri” sono malvagi e che nutrirsi per sopravvivere non vuol dire per forza uccidere.

Cosa non funziona

Ovviamente, ci sono anche delle cose che non funzionano, gli effetti speciali e la messa in scena sono un vero e proprio pugno nell’occhio, facendo pensare che probabilmente il budget si sia aggirato attorno a una cifra più che minima.

Molte scelte registiche sono alquanto dubbie e diversi dialoghi sono assolutamente senza senso (faccio riferimento a una scena in particolare che la pagina Instagram di NetflixUK ha provveduto a mettere subito online, invogliando a iniziare la serie). La recitazione in alcuni punti ricorda molto gli sketch che facevano un tempo su Disney Channel e tutto è inevitabilmente velato di un sottile trash, ma se riuscite a passare sopra questi (enormi – lo so, me ne rendo conto) difetti, allora la serie non è male.

Tuttavia vi avverto, se siete appassionati di serie sofisticate come Game of Thrones, Lost, Black Mirror ecc e guardate solo ed esclusivamente questa tipologia, analizzando le serie da un punto di vista critico e tecnico, allora è meglio abbandonare la visione al primo episodio.

Se invece come me, pur amando le serie appena citate, alle volte passate sopra a questi piccoli-enormi difetti (dipende dai punti di vista), allora, First Kill è una serie che nel complesso si può guardare con piacere, ridendo anche e soprattutto dei momenti trash.

Tutto sommato, si può dire che questa serie non abbia niente da invidiare a serie come Legacies (spin off di The Originals e The Vampire Diraries) o Shadowhunters (almeno la prima stagione, tra effetti speciali e recitazione). Anzi, io vorrei dare a First Kill il merito di una rappresentazione semplice e leggera che non ha pretese, ma che per un pubblico adolescente può rappresentare veramente molto.

La consiglio?

Il mio consiglio vale per le motivazioni che vi ho appena elencato, quindi per me personalmente è un sì (aspettando con curiosità la seconda stagione e sperando in un budget più alto).

A cura di
Francesca D’Orta

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